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Le recensioni dei film del critico e scrittore Vincenzo Patanè
Diretto dall’inglese Matthew Warchus, Pride è un film, militante e politico. Ispirato a una storia vera, ambientato negli anni bui e zeppi di tensioni sociali dell’Inghilterra della Thatcher. Nell’estate del 1984, mentre è in atto un agguerrito sciopero a oltranza dell’Unione nazionale dei minatori, alcuni attivisti londinesi omosessuali – autodenominatisi “Lesbians and Gays Support the Miners” – raccolgono fondi per le famiglie dei minatori (anche se non tutti fra di loro sono d’accordo, perché anche questi ultimi li emarginano).
I fondi raccolti creano evidente imbarazzo e sconcerto nei sindacati dei minatori, che quindi li rifiutano. Così gli attivisti decidono di devolverli a un villaggio di minatori del Galles, Onllwyn, dove si recano di persona con un pullman sgangherato. All’inizio, l’incontro fra le due comunità, apparentemente ben differenti, è drammatico ma poi esse, accomunate dall’orgoglio, capiscono di avere molti obiettivi comuni e che l’unione fa la forza. Così il loro rapporto di solidarietà si consolida sempre di più, tanto che, quando l’anno dopo si festeggia il Gay Pride, i minatori, e non soltanto quelli di Onllwyn, sono alla testa del corteo.
Il film, vincitore della Queer Palm a Cannes, è una commedia divertente, dal tono frizzante e liberatorio, un tipico film inglese, con momenti molto commoventi ma mai melodrammatico e lontano da luoghi comuni. Pur destinato a un pubblico ampio, racconta una storia importante e tuttora attuale, ricordando quanto sia fondamentale nelle rivendicazioni un sostegno reciproco per far progredire se stessi e la società tutta. Come dimostrano i tanti casi umani narrati, su tutti e due i fronti: dal decano della comunità che si dichiara pubblicamente gay, al ventenne che fa coming out lasciando la casa dei genitori per rincorrere i propri sogni, al gay che inizia a lottare a favore degli emarginati, alla gallese che completa gli studi e si dà alla vita politica.
Il cast di questo film corale, dove ci sono tanti protagonisti, è eccellente (tra gli altri, Bill Nighy, Imelda Staunton, Dominic West, Paddy Considine, George Mackay, Joseph Gilgun, Andrew Scott e Ben Schnetzer). Splendida la colonna sonora, che spazia da Bronski Beat ai Frankie Goes To Hollywood e ai Soft Cell.
Vincenzo Patanè
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