L'angolo di Vincenzo Patanè

Le recensioni dei film del critico e scrittore Vincenzo Patanè

"Moonlight" di Barry Jenkins

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"Moonlight" di Barry Jenkins

Giudizio

Reduce dal Golden Globe (migliore film drammatico) e con ben 8 nomination all’Oscar, Moonlight, un film indipendente costato poco, è un piccolo gioiello, caratterizzato da un inedito cast all black.
Ispirato a una pièce teatrale autobiografica di Tarell Alvin McCraney – intitolata “In Moonlight Black Boys Look Blue” (“Alla luce della luna i ragazzi neri sembrano blu”) – e diretto da Barry Jenkins, il film racconta vent’anni della vita di Chiron, un giovane povero che cresce a Liberty City, un quartiere popolare di periferia di Miami, difficile e violento.
Jenkins ha focalizzato tre tappe basilari della vita di Chiron (interpretato da tre differenti attori, i quali non si sono mai incontrati sul set). All’inizio, è un fanciullo di 10 anni, soprannominato ‘Little’ (Alex Hibbert), senza padre, fragile e insicuro, alle prese con il bullismo, con la madre Paula tossicodipendente e con un forte senso di diversità e di solitudine. In suo aiuto trova Juan, lo spacciatore che rifornisce la madre di crack, che si prende cura di lui, dandogli delle dritte che saranno fondamentali per il resto della vita.
Nel secondo capitolo il sedicenne Chiron (Ashton Sanders) – mentre sua madre è una prostituta, del tutto succube della droga – si innamora, con scene molto sensuali, del compagno di scuola Kevin, per poi finire in galera per aver aggredito i bulli.
Nel terzo, Chiron (Trevante Rhodes) è ormai adulto, conosciuto col nome di ‘Black’. Pur essendo più maturo, dietro il suo fisico statuario nasconde una forte vulnerabilità e una personalità inquieta, pauroso com’è che la gente sappia la verità su di lui (il titolo del film si riferisce alle luci nell’oscurità, che spesso mostrano ciò che non si vorrebbe rivelare). Per fortuna ritrova sulla sua strada Kevin, che gli offrirà finalmente quel senso di liberazione tanto atteso.
Costruito per ellissi, che però permettono di ricostruire ciò che è accaduto nel frattempo, Moonlight offre un convincente spaccato della comunità afroamericana e di una città in cui la criminalità è tutt’uno con la vita quotidiana. Ma è soprattutto un film drammatico incentrato sull’accettazione della sua omosessualità e sul passaggio all’età adulta di un ragazzo gay di colore. Nello stesso tempo, è anche una poetica riflessione sull’identità, la famiglia, la razza, la virilità, la vita in comunità (che bolla senza pietà le persone); scavando con delicatezza nelle emozioni dei personaggi, sa trovare valori assoluti, mostrando la fondamentale importanza dell’amore e del contatto umano (per tutta la vita Chiron ha bisogno di qualcuno che lo aiuti). Bella la fotografia, con le colorate case di Miami, e la musica, che spazia dai rapper a Mozart e Aretha Franklin.

Vincenzo Patanè

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