L'angolo di Vincenzo Patanè

Le recensioni dei film del critico e scrittore Vincenzo Patanè

"La partida" di Antonio Hens

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"La partida" di Antonio Hens

Giudizio


La partida, diretto dallo spagnolo Antonio Hens (il regista di Clandestinos, 2007), ha vinto una menzione speciale al ToGay 2014. È uno dei rari film a tematica ambientati a Cuba (ricordo Fragola e cioccolato, che nel 1994 ebbe molta risonanza). Reinier (Reinier Díaz) non ha un lavoro, anche se ha talento nel giocare a pallone, tanto da trovare posto nel vivaio di una buona squadra. Così, per mantenere la giovane moglie e il figlioletto, batte sul lungomare dell’Avana, il Malecón, alla ricerca di clienti stranieri. Nello stesso tempo, ha una relazione, molto forte sia sul piano sessuale che passionale, con l’amico Yosvani (Milton García), a sua volta fidanzato con Gema, figlia di un contrabbandiere usuraio. Quando Reinier inizia a frequentare abitualmente Juan – un maturo cliente spagnolo, col quale sembra ci sia del sentimento reciproco (ma poi, terminata la vacanza, Juan se ne andrà via senza problemi…) – in Yosvani scatta implacabile la gelosia. Così, in poco tempo le cose precipitano, anche a causa dei debiti contratti da Reinier col suocero di Yosvani, fino a finale straziante e commovente, dal sapore quasi shakespeariano. 

In una Cuba segnata da enorme povertà, la prostituzione e la stessa omosessualità appaiono come un mezzo quasi naturale per uscire da quel contesto degradato: a Gema per esempio non importa nulla quando sa che il fidanzato è gay e la famiglia di Reinier lo spinge addirittura a vendere il suo corpo, anzi la suocera vorrebbe che seguisse Juan in Europa per poi sposarlo e inviare loro i soldi.

Il fulcro però della vicenda, dai toni romantici, è su come i due giovani vivono differentemente il loro rapporto: mentre Reinier non accetta fino in fondo l’idea di essere omosessuale, Yosvani, perdutamente innamorato, vorrebbe coronare con una fuga la loro passione. Il film è girato benissimo. Più che sui dialoghi, il regista preferisce giocare le sue carte sul piano visivo: sui primi piani sofferti dei due splendidi protagonisti, sui loro nudi plastici e sensuali, sulle franche scene vissute di sesso (specie quelle sulla terrazza, il loro rifugio segreto), su quelle del loro amore disperato eppure fortissimo.

Vincenzo Patanè

© RIPRODUZIONE RISERVATA

 

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