L'angolo di Vincenzo Patanè

Le recensioni dei film del critico e scrittore Vincenzo Patanè

"Beach Rats" di Eliza Hittman

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"Beach Rats" di Eliza Hittman

Giudizio


Sarà molto difficile che lo splendido Beach Rats, vincitore al Sundance per la migliore regia, uscirà sugli schermi italiani e allora tanto vale prenderlo online in dvd (Peccadillo Pictures, sottotitoli in inglese, con extra).

È il secondo lungometraggio di Eliza Hittman. Frankie (Harris Dickinson, il Paul Getty III nella serie tv Trust), vive alla periferia di Brooklin (abita in avenue Z!), perso nella sua adolescenza, senza nessun punto di riferimento. Per sfuggire alla soffocante tensione familiare – con il padre malato terminale di cancro a casa, la madre distrutta dal dolore e la sorellina che sperimenta i primi amori – passa le giornate, sempre fatto di droga, a giocare a pallamano. Oppure sta con tre amici omofobi e un po’ delinquenti (Nick, Alexei e Jesse) a cazzeggiare sul lungomare di Coney Island, fra giostre, fuochi d’artificio e belle ragazze da osservare. Lui la ragazza ce l’ha, è Simone, ma alla fine con lei conclude poco o niente sul piano fisico, magari con la scusa che è preoccupato per la malattia del padre, mentre in realtà è attratto dagli uomini. Per questo trascorre molto tempo su una chat gay, in cui si scopre quanto basta, e fa sesso, in luoghi di battuage o motel, con uomini maturi, perché così è convinto che in questa maniera nessuno dei suoi amici lo verrà a sapere.

Il film rientra in un genere che nel cinema indipendente ha una sua tradizione: il coming of age, il delicato passaggio fra l’adolescenza e la maturità, che questa volta ha a che fare con mezzi nuovi, come la chat, il modo scelto da Frankie per approcciare gli uomini. Disinteressato della situazione familiare che lo deprime e timoroso di ciò che gli altri potrebbero dire, Frankie conduce una doppia vita: da un lato gli amici e la ragazza (che non riesce però a gestire, mentre lei inizia a sospettare qualcosa), dall’altro la sua omosessualità che lo soddisfa ma di cui non è pienamente convinto (è infatti sincero quando dice ad altri gay di non sapere bene cosa volere). Nel momento in cui sta acquistando più sicurezza, prova a mischiare questi due mondi, ma l’idea di  coinvolgere gli amici nel cruising, con la scusa di trovare soldi per la droga, si dimostra sfortunata.

La regia della Hittman è magnifica. Tratta senza problemi il sesso, vivo e pulsante, in ogni situazione (oltre a mostrarci sempre a torso nudo i ragazzi, i beach rats). Ma soprattutto esplora con ammirazione il bellissimo corpo nudo di Frankie che, come un magnete, attira l’attenzione dello spettatore (e di lui stesso, visto che adora farsi selfie nudo); nello stesso tempo, ci fa capire la sua malinconia, distillata in poche parole, e la fatica a trovare la propria identità, immersa in un lancinante senso di vuoto.

Vincenzo Patanè

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