Pippo Delbono

Pippo Delbono
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  • Luogo di nascita Italia/Varazze

Pippo Delbono

Pippo Delbono, classe 1959, frequentò durante il liceo la scuola di teatro di Savona, dove incontrò l’attore argentino Pepe Robledo, scappato dalla dittatura del suo paese.
All’inizio degli anni ottanta si trasferì insieme a lui in Danimarca, dove si unì al gruppo Farfa, diretto da Iben Nagel Rasmussen, attrice storica dell’Odin Teatret. Prendendo parte ai viaggi ed alle opere del gruppo, si impadronì delle tecniche dell’attore danzatore dell’Oriente, che avrebbe in seguito approfondito nei successivi soggiorni in India, Cina e a Bali.
Ritornato in Italia, cominciò a lavorare al suo primo spettacolo, Il tempo degli assassini, che debuttò sui palcoscenici italiani nel 1987, dopo una lunga tournée attraverso non solo teatri, bensì anche carceri e villaggi popolari sudamericani. Già nella prima opera si definirono i tratti di un linguaggio teatrale che avrebbero caratterizzato tutte le creazioni seguenti.
Sempre nel 1987 incontrò Pina Bausch, su invito della quale Delbono partecipò ad uno dei lavori del suo Wuppertaler Tanztheater. Fu questa una tappa fondamentale nel percorso artistico del regista, in cui danza e teatro si fondono.
Due anni dopo scrisse Morire di musica, una creazione poetica minimale e silenziosa, allestita in una grossa stanza piena di barchette di carta. Seguì, nel 1990, Il Muro, primo suo allestimento corale con attori e danzatori. Nel 1992 fu la volta di Enrico V, tratto da Shakespeare, la sua unica opera ispirata ad un testo teatrale, della quale impersonò il re.
Ne La rabbia, un omaggio a Pier Paolo Pasolini creato nel 1995, si può riscontrare la fase iniziale di un modo di fare teatro compiutamente espresso in Barboni, vincitore del premio speciale Ubu 1997 «per una ricerca condotta tra arte e vita» e del premio della critica nel 1998.
Seguirono due recitazioni corali, intitolate Itaca e Her bijit (formula di congedo in lingua curda, “che tu possa vivere per sempre”), entrambe indagatrici dei grandi spazi: la prima fu allestita nel cantiere navale di Pietra Ligure con quaranta persone, fra attori ed operai; la seconda, con attori, musicisti, extracomunitari e rom, fu composta per la Biennale di Venezia.
Attraverso il successivo Guerra, del 1998, e il più recente Esodo, dell’anno seguente, opera dove il montaggio si avvicina ad una sorta di composizione cubista, Delbono proseguì l’avventura umana e artistica con le persone che costituiscono la sua compagnia.
Nel luglio 2000 debuttò nel comune siciliano di Gibellina Il silenzio, che parla del terremoto del Belice del 1968; fu rappresentato sul “Cretto” dello scultore Alberto Burri, un grande sudario di pietra bianca che ricopriva la città in macerie.
Nel 2002 fu la volta di Gente di plastica, al teatro delle Passioni di Modena, un universo visivo esuberante che si fonde con la musica rock di Frank Zappa ed il testamento poetico di Sarah Kane.
Urlo ha debuttato al Festival di Avignone il 13 luglio 2004, con la partecipazione straordinaria di Umberto Orsini, Giovanna Marini e la banda della Scuola Popolare di Musica di Testaccio.
Nell’agosto 2006 Partecipa al Progetto Thierry Salmon in veste di maestro per lo stage dal titolo “la danza del corpo e delle parole” con giovani attori provenienti da 5 stati europei sotto la direzione artistica di Franco Quadri.
Nel 2006 è regista e attore nel film autobiografico Grido per il quale riceve anche il premio di miglior attore protagonista al Sulmonacinema Film Festival.
Per la prima volta il 6 settembre 2007 a Spoleto nei panni di regista di opera lirica si cimenta con un altro illustre debutto ovvero l’opera lirica “Obra Maestra” tratta da un progetto inedito di Frank Zappa, scritta dal veneziano Giovanni Mancuso con libretto di Pilar Garcia, opera già premiata come vincitrice della VII Edizione del Concorso Internazionale per Nuove Opere di Teatro Musicale da Camera Orpheus.
Nel 2011 presenta a Padova lo spettacolo Dopo la Battaglia. Molto incentrato su musica e danza, si avvale dalla presenza in scena del violinista Alexander Balanescu e dell’étoile dell’Opéra di Parigi Marie-Agnès Gillot. Molti i temi affrontati: dalle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia alla follia. Si sente la voce di Alda Merini che parla della sua permanenza in manicomio, e si vedono alcuni video girati negli ospedali psichiatrici. Il ruolo di Bobò diventa assolutamente centrale: innumerevoli e sempre riusciti i suoi travestimenti. Lo stesso anno, recita nel film televisivo Il sogno del maratoneta, per la regia di Leone Pompucci.
Sempre nel 2011 presenta a Venezia il film “Amore Carne”, il racconto della sua esperienza come sieropositivo, “un viaggio tra un’esperienza di morte e un desiderio di vita”. (Wikipedia)

Pippo Delbono è presente in queste opere:

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