I commenti degli utenti
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Caravaggio
zonavenerdi Ho comprato il dvd nel 2002, solo oggi sono riuscito a vederlo tutto. E credetemi ci ho provato più volte, ma senza mai arrivare alla fine. E’ un film davvero lento e noioso. E tra l’altro si prende anche molte libertà rispetto alla storia reale.
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Transamerica
Nick88 Eccellente la prova recitativa della coraggiosissima Huffman che letteralmente scompare dietro il trucco e le movenze del suo personaggio e a cui è stato letteralmente scippato un meritatissimo Oscar a favore di una sciapa Whiterspoon favorita da un ruolo importante, ma affrontato senza carisma (molto meglio Joaquin Phoenix). Geniale l’intuizione del regista di scegliere una donna per interpretare la parte di un uomo nel percorso di transizione verso il sesso femminile. Benissimo anche Kevin Zegers e i personaggi di contorno (anche se leggermente sopra le righe la famiglia della protagonista). Il finale aggira il pericolo-glicemia e partecipa dell’autenticità e sincerità che si respira per tutta la durata della pellicola. Infine una menzione anche alla colonna sonora e al tema principale, Travelin’ throu, cantata dalla Barbie del country, Dolly Parton.
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Transamerica
Nick88 Un piccolo grande film, questa opera prima e unica, finora, del regista Duncan Tucker con una Felicity Huffman in grande spolvero che, dismessi i panni della casalinga disperata, veste quelli di una transessuale prossima all’intervento di riattribuzione dei genitali. Proprio quando tutto sembra pronto, ecco il classico inconveniente che rischia di far saltare i piani della nostra eroina. Un inconveniente che risponde al nome di Toby e che dice di essere suo figlio. Un commovente racconto di formazione, un road-movie di due solitudini che si incontrano e che impareranno a conoscersi, a capirsi e sì, anche ad amarsi.
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Beginners
Ki A me di tutto il film è rimasta impressa la figura di Anna, la sua anima tormentata e la sua difficoltà a relazionarsi. La storia del coming out invece è la cosa più normale del film direi, trattata in modo abbastanza ironico, con l’unica pecca, secondo me, di aver “macchiettizzato” troppo il personaggio di Andy (il giovane amante di Hal). Bravo McGregor (anche se ha sempre quella faccia da spaesato e triste perenne anche quando dovrebbe essere felice). Appare alquanto brusca e illogica la sua decisione di troncare con Anna senza dare spiegazioni o far intuire validi motivi. Forse il regista poteva evitarsi qualche scena di troppo fra lui e il cane e concentrarsi di più sui suoi tormenti interiori. Ripeto: io salvo essenzialmente il personaggio femminile di questo film 😉
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Hors les murs
supersky beabo Robin Hood, concordo in pieno. hihi
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Copkiller - L'assassino dei poliziotti
smalltownboy Peccato per la trama ingarbugliata e anche poco realistica, ma Harvey Keitel è sempre un bel vedere…
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Melancholia
pal39 [segue] Davanti alla catastrofe finale la più sensibile comprende che la vita ineluttabilmente è pure morte e la più razionale che vuol regolare tutto non sa includere la morte nella sua visione razionale. Attori splendidi , tutti , compreso il gay di Udo Kier (del tutto marginale) ma splendida la regia di Von Trier spina dorsale di questo film visionario e allegorico. Von Trier che nella vita trovo decisamente detestabile. Voto 9.
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Melancholia
pal39 La summa del film è l’inizio ed è veramente indimenticabile. I due pianeti che stanno per collidere sono affiancati, sembra quasi che si bacino , si fondano in un abbraccio mortale. E mai un accompagnamento musicale è stato più complementare , più insinuante. I temi di amore e morte del Tristano wagneriano di dispiegano con quei crescendi da brivido che solo descrivono un orgasmo sessuale o i sussulti della morte. La morte infatti è la lugubre protagonista di questo magnifico film , vista dal lato di due sorelle che sembrano estrapolate da Jane Austen , Sense And Sensibility.
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Morgan
istintosegreto Il film è televisivo in tutto. Dai dialoghi semplici alla tecnica di ripresa. Questo però non ne pregiudica la qualità, soprattutto perché non scade mai nel patetico.
Il messaggio, espresso in modo più che chiaro (lo stile televisivo non lascia mai molto spazio ai messaggi tra le righe), è cinico ma giusto: nella vita, a volte, l’unica alternativa è smettere di piagersi addosso ed accettare che le cose non torneranno mai più come prima. Per quanto riguarda invece la descrizione della quotidianità di un uomo (soprattutto se gay) con certi problemi di deambulazione… e bene non credo proprio che il racconto si possa definire realistico. Almeno non lo sarebbe nella mia città, dov’è quasi impossibile muoversi in carrozzella.
Si tratta, in fin dei conti, di una piacevole favoletta che scalda il cuore. -
Che mi dici di Willy?
Nick88 Vivamente consigliato ai più giovani, come me, perchè si fa fatica persino ad immaginare l’orrore, ancora più angosciante e spaventoso, che dovette attraversare le menti di giovani venti/trentenni, nell’età in cui si ritiene di avere la vita in pugno, quando l’ombra di un flagello mortale sembrava non lasciasse scampo a chi volesse vivere a pieno la propria vita e i propri sentimenti. Il finale, pur sulle note di “Post mortem bar”, è da dimenticare.
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Che mi dici di Willy?
Nick88 Questo film invece, ci mostra la vita di un gruppo di gay che faranno i conti con tutte le tappe di quell’epidemia,da quando non si sapeva neppure cosa fosse ai tentativi di cura addirittura con erbe medicinali, fino alla consapevolezza e all’acme. Più di qualche ingenuità nella sceneggiatura, insieme ad un ritratto un po’ mitigato (tutti i personaggi sono accettati, ben inseriti, fanno vacanze da sogno, rimarranno insieme fino alla fine) ne minano il valore artistico, ma il film ha il pregio di mostrare con un buon livello di realismo ciò che l’epidemia rappresentò, senza troppe concessioni alla compostezza visiva, anzi, in qualche scena, mostrando anche insistentemente il deterioramento fisico a cui i malati andranno incontro.
Il cast è affatto male: su tutti si stagliano il bel Campbell Scott e soprattutto Bruce Davison, per questo ruolo meritatamento candidato agli Oscar. -
Che mi dici di Willy?
Nick88 Si tratta della prima vera incursione sul grande schermo del flagello che rappresentò l’epidemia di AIDS. La televisione fu più coraggiosa, perchè già nell”85 ci fu la “Gelata precoce” di Gena Rowlands e Ben Gazzara. Si tratta, quindi, di una pellicola importante, se non altro storicamente, pur con tutti i suoi evidenti limiti. A cominciare dallo stile della regia e dalla caratterizzazione dei personaggi, che sembra più da soap opera che da grande cinema. Tuttavia il film rende con un taglio quasi documentaristico ciò che dovettero affrontare soprattutto gli omosessuali di fronte all’ inesorabile avanzata di questa piaga terribile, curiosamente proprio nel periodo in cui non sembrava impossibile un percorso di emancipazione e di riconoscimento, che proprio l’AIDS contribuì, invece, irrimediabilmente a paralizzare. Della portata sociale della malattia si occuperà molto bene, secondo me, il successivo Philadelphia.
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Breakfast on Pluto
zonavenerdi Di una noia mortale. La trans protagonista del film vaga senza metà per tutto il film delirando. Con la peggiore ocaggine di Marylin Monroe, ma senza la sua ingenuità. Svampita come Valeria Marini, ma senza essere maggiorata. Fashion come Carla Gozzi, ma con abiti improvvisati. Insomma, vi consiglio di guardare altro …
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I segreti di Brokeback Mountain
Nick88 Certamente caro perles75, ci sarà sicuramente chi, come te, non l’ha apprezzato. Ho solo detto che, come in tutti i casi di opere molto amate da un pubblico trasversale, c’è gente che per darsi un tono o per sminuire ciò che è ritenuto se non un capolavoro, comunque un film di pregevole fattura (persino presso un pubblico etero e anche da parte della critica) si va a trovare il pelo nell’uovo, quando poi si elogiano film oggettivamente minori (che possono comunque colpire e dare emozioni, beninteso, a seconda della sensibilità di ciascuno). Detto questo, onestamente faccio fatica a trovare un’opera del livello di Brokeback nel cinema a tema dal 2000 in poi (pre-2000 invece ce ne sono, anche se la risonanza mediatica ricevuta da questo film a livello mondiale e’ probabilmente unica, forse per questo e’ cosi poco digerito da chi non l’ha amato)
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I Want Your Love
perles75 Un film che è, francamente, una palla notevole.
Sembra quasi una parodia di un film indie con quei personaggi che si parlano addosso ancora e ancora proponendo carriole di riflessioni profondissime ed eppure vacue, e una storia-non storia che non credo possa appassionare veramente nessuno.Gli attori, devo dire, ci provano. Si vede che danno (o almeno cercano di dare) molto al film, e questo è forse l’unico fattore redentivo della pellicola, che però non basta a farmi andare oltre il 5.
Le scene di sesso esplicito, alla fine anche pochine e relativamente sottotono, personalmente non mi danno affatto fastidio ma non sono usate con efficacia (rispetto, ad esempio, a Shortbus) e aggiungono poco al film. -
I segreti di Brokeback Mountain
perles75 Scusa Nick, ma non ti viene in mente che magari ad alcuni (una minoranza, visto che il film ha un 8.7 su quasi 8000 voti) il film non ha entusiasmato e non perché “piace a tanti e quindi per fare il figo dico che non mi piace”?
Io l’ho rivisto di recente (arrivando alla fine un po’ affaticato) e confermo il mio 7.
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Morte a Venezia
pal39 [segue] Visconti ha creato momenti di cinema puro , indimenticabile , accompagnando gran parte del film con l’Adagietto della V Sinfonia di Mahler , così lento e struggente. Gli attori sono memorabili : Silvana Mangano, algida e elegantissima e Dirk Bogarde , il protagonista ,in una delle sue più grandi interpretazioni. Certo che il dilatare un racconto breve in un film di due ore e 15 minuti ha creato qualche lentezza , date le differenti esigenze di cinema e prosa. Il risultato finale è comunque , a parer mio , meraviglioso. Scosigliato solo agli appassionati di action movies e telenovelas. Voto 9.
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Morte a Venezia
pal39 Dopo aver parlato di “Ludwig” di Luchino Visconti poco tempo fa , mi è venuta voglia di dire due parole sull’altro suo grande film , in cui il tema omosessuale é così rilevante : “Morte a Venezia”. Visconti si attiene strettamente allo struggente breve racconto di Thomas Mann tramutando in immagini suntuose lo sprofondamento fisico e morale di von Aschenbach. Travolto dalla bellezza apollinea di Tadzio che si contrappone come idea di purezza incontaminata alla decadenza fisica sua e alla decomposizione di Venezia , meravigliosa e putrida , devastata dal colera , Aschenbach muore sulla spiaggia contemplendo Tadzio che addita lontano con il dito , come un androgino angelo leonardesco.
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Basta che funzioni
zonavenerdi Giovane ingenua, incontra e sposa un signore di mezza età brontolone e ipocodriaco. Con passare del tempo lei si fa una vita, lui pur migliorando rimane vittima dei propri difetti.
I testi sono spiccatamente e incontrovertibilmente di Woody Allen e questo è il difetto del film …
Una bella commedia allegra e a lieto fine. E rispondendo ai commenti precedenti credo che non ci sia nulla di male ne che in un film ci sia un lieto fine (cosa che in questo film sta davvero bene), ne essere una commedia (e quindi che sia un film che fa rilassare e ridere).
Detto questo, però, anche questo film ha una morale. Il messaggio passa dalle doppie figure di Alim e Khaled (i due cugini) e di Nuru e sua sorella (la madre di Khaled). segue …