Scandalo a Londra

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Scandalo a Londra

Opera prima del regista anglo-canadese Ian Iqbal Rashid, il film si avventura in un territorio ormai diventato quasi un classico per il cinema gay. Ricco di omaggi e citazioni ispirate alle battute di Doris Day e Rock Hudson, Touch of Pink è la versione moderna e gay della classica fiaba romantica hollywoodiana anni Cinquanta. Racconta le disavventure di Alim, un giovane fotografo di origini Indiane, (il Jim Mistry di East is East), che si ritrova improvvisamente prossimo alla fine della sua dolce vita londinese. E per fare contenta la mamma rischia di perdere l’amore del fidanzato Giles, incastrato tra le aspettative della famiglia (che paura queste mamme!) e la disperata voglia di coerenza e sincerità. Tutto parte dalla mamma in visita. Arriva a Londra inaspettatamente, la sua missione è convincere il figlio a tornare con lei a Toronto a sposarsi con un grosso e grasso matrimonio indiano. Alim non ha scelta: negare, negare, negare. Questa è la sua prima reazione. Ma è una decisione che non porta a niente di buono. L’amore è a rischio, mentre la mamma (che è sempre la mamma), non se la beve facilmente. Nel tentativo di de-gayzzare la sua vita senza perdere il compagno, l’unico aiuto gli arriva da un amico immaginario, tale Cary Grant (interpretato da Kyle Mac Lachlan, l’icona di Twin Peaks). Finché un giorno la verità salta fuori, come sempre accade nella vita, improvvisa e inaspettata. Touch of Pink è il ritratto affettuoso e attento di una famiglia in fuga dalla tradizione. Un melodramma dai risvolti comici in cui l’amore, come nelle favole che si rispettino, trionfa su tutto. Imperdibile. Presentato al Festival di Toronto 2003. (cinemagaylesbico.com)

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24 commenti

  1. zonavenerdi

    (2° parte) Entrambi i loro figli sono gay, ma mentre a una madre interessano solo le apparenze e non gli importa che il figlio sposi una donna che non amerà mai, andando incontro a una vita infelice; Nuru accetta la relazione di suo figlio, anche se non è quello che la società si aspetta. Il lieto fine, quindi, non consiste tanto nella riappacificazione di Alim e di Gilles o nel trasferimento di Nuru a Londra con loro; ma nella scelta di Nuru di accettare la realtà di suo figlio in contrapposizione alla scelta della sorella di fingere di non sapere. E’ in definitiva un bellissimo film sull’omogenitorialità, prima che ogni altra cosa.

  2. zonavenerdi

    Una bella commedia allegra e a lieto fine. E rispondendo ai commenti precedenti credo che non ci sia nulla di male ne che in un film ci sia un lieto fine (cosa che in questo film sta davvero bene), ne essere una commedia (e quindi che sia un film che fa rilassare e ridere).
    Detto questo, però, anche questo film ha una morale. Il messaggio passa dalle doppie figure di Alim e Khaled (i due cugini) e di Nuru e sua sorella (la madre di Khaled). segue …

  3. Un filmetto per “famiglie” carinissimo, una commedia leggera ma che fà riflettere ,nell’ambientazione richaima un poco bollywood e nella leggerezza i filmetti anni 60 con rock hudson e doris day ,spesso citata nel film. Una cosa mi chiedo da provincialotto italiano , ma davvero viviamo in una società cosi’ open mind o è fin troppo ottimistico? Ideale per passare una serata estiva piacevole .

  4. Majin79

    È un film che merita decisamente di essere visto, è divertente, ma anche se non è un film impegnato lascia comunque i giusti spunti di riflessione e poi come tutte le commedie romantiche ha il giusto lieto fine, il che non guasta mai.

  5. per Francesco: detto da un (presunto) gay, è ancora + grave il tuo dividere le persone in “normali” e non!!!!!!!!!!
    come si fa a fare discriminazioni in base alla razza? anche è l’intolleranza che trasuda dalle tue parole, che mi sembra molto poco normale… esistono persone cattive, o semplicemente stupide in tutte le etnie…

  6. assenzio3001

    Il film è davvero piacevole e divertente, certo il lieto fine non manca, ma si tratta di un film! Per quanto riguarda i messaggi precedenti in cui si parla di normalità, anormalità: sottilineo nuovamente che si tratta di un film, non un trattato di sociologia.

    @Francesco: sei un esperto del mondo mussulmano? Io credo di no. Se come presumo tu sia gay, hai idea di cosa voglia dire sopravvivere ai pregiudizi, quindi non guardare la realtà con gli occhi di chi ha già scritto la propria verità. Il mondo è completamente diverso da quello proposto in tv.Specie qui in Italia dove è tutto controllato e cattolico.

    Questo film “leggero” comunica una cosa fondamentale: la vita non è facile, ma bastano dei panini al mango e un sorriso per renderla più rosa, più piacevole.

  7. De La Croix

    Per Francesco: non volendo commentare a mia volta il tuo squallido commento che poco ha a che vedere con il film e davvero tanto con la tua xenofobia, ti ricordo che la famiglia protagonista non è di origini musulmane ma indiane…quindi mi spiace, sono anormali di un altro tipo! P.s.: Il cinema serve ad allargare le proprie vedute…prova a vedere + film, un giorno o l’altro magari guarisci!

  8. Francesco

    Il film sarebbe carino e piacevole se non fosse per un’unica, gravissima, nota stonata: la famiglia musulmana! Potevano fare una trama con una famiglia che so greca, ebrea, cattolica… qualunque cosa ma non musulmana! E poi il film presenta i musulmani come persone normali (cosa che nella realtà non sono affatto!) con una vita normalissima e non come degli integralisti ottusi! E poi la figura del personaggio della madre nel film non è per nulla credibile, sia per l’età dell’attrice che per i modi di fare e di esprimersi. Il personaggio dell’amico invisibile è superfluo, inutile e fastidioso. Il lieto fine poi è inverosimile e impensabile se si pensa a come sono realmente i musulmani!
    Ma dico: dopo tutti questi attentati e queste dimostrazioni di inciviltà dei msulmani, si ha ancora il coraggio di fare un film dove si presenta questa gente come persone normali??

  9. Jim Puff

    Divertente leggera commedia su un ragazzo gay musulmano ( sic!) che da Londra dove vive con il compagno deve partecipare ad un tradizionale matrimonio familiare in quel di Toronto.
    Divertenti battute che strappano parecchie risate, unico neo la figura della madre troppo estrema, ne esce una parodia che alla fine troppo facilmente si unisce alla causa.
    Per serate spensierate….

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