Borat

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Borat

Il personaggio di Borat è irresistibile, parodia di un giornalista kazako inviato negli Stati Uniti per realizzare un documentario sullo stile di vita americano. “Mia professione cronista televisivo. Io secondo di maggiore successo in tutto Kazakhastan. Io anche lavoro in passato come accalappia zingari” così si presenta Borat nel suo viaggio attraverso l’America in cui incontra gli omosessuali del Gay Pride, “tipico festival di strada americano” [Quando Borat incontra la manifestazione del Gay Pride dice, stupito, che i gay in Kazakistan devono indossare un cappellino blu e che spesso sono imprigionati e anche uccisi, al che il suo interlocutore risponde che anche gli americani si stanno dando da fare per raggiungere quegli obiettivi, ndr], i bulli dei rodei a cui augura che “Bush possa bere il sangue di ogni singolo uomo, donna e bambino iracheno”, i fanatici pentecostali che definisce “i miei amici del signor Gesù”, le femministe a cui spiega che un medico membro del governo del Kazakhastan ha dimostrato che “il cervello delle donne è grande quanto quello di uno scoiattolo”, una coppia di ebrei che lo accoglie amichevolmente in un bed and breakfast da cui fugge terrorizzato perché sa che loro vogliono ucciderlo, i neri della periferia che gli insegnano a portare i pantaloni calati sotto le mutande e a parlare nello slang della strada con cui poi, candidamente, Borat apostrofa la reception di un Hotel facendosi cacciare malamente. Katia Nobbio (Festival di Roma)

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Un commento

  1. Jim Puff

    Preceduto da un notevole tamtam mediatico, il film delude le aspettative: è innocuo e superficiale, a volte graffia ma con unghie finte.
    Alle poche battute argute (troppo ripetute) si frappongono numerose gags simil “vacanze di natale”.
    Divertente l’incontro con i manifestanti del “gay Pride” ma nel complesso risulta noioso con poche risate piene!

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CORRIERE DELLA SERA (Paolo Mereghetti)
…Il risultato è una farsa che vorrebbe colpire alto e finisce per cadere in basso, costruita con molta meno ingenuità di quello che vorrebbe far credere — il meccanismo narrativo è sostanzialmente quello di mescolare riprese dal vero ad altre recitate, secondo lo stile molto alla moda dei «mokumentary» — e che finisce per mascherare un coraggio non proprio da leoni dietro uno spirito oltraggioso molto superficiale…

L’UNITA’ (Alberto Crespi)
… Il vostro guardone cinematografico di fiducia ha riso sì e no due volte in un’ora e mezza ed è uscito distrutto dalla sala. Borat ci è sembrato rozzo e infinitamente noioso, e attenzione: amavamo assai il televisivo Ali G Show dove il personaggio di Borat è nato. Ma le macchiette televisive non reggono la dimensione-film esattamente come i conduttori tv non diventano, salvo eccezioni (Takeshi Kitano, altra categoria), attori cinematografici…

TGCOM (Domenico Catagnano)
…Tutto qui? E questo sarebbe il film per il quale sono “necessarie le ambulanze fuori dalla sala”, considerato che, come qualcuno ha scritto, chi lo vede “è preso dalle convulsioni tanto ride”? Ma va là, Borat è un mezzo bluff…

LA STAMPA (Lietta Tornabuoni)
… Borat è una produzione a infimo costo, realizzata arrangiandosi come possono … Il film irride l’America quanto il Kazakistan: anzi, di più. Molti si sono impermaliti e irritati vedendolo, ma davvero non vale la pena di prenderlo sul serio, sarebbe anzi il dispetto più grave che si potrebbe fare agli autori: è più intelligente e divertente di Scuola di polizia, ma siamo lì…

IL MANIFESTO (Giulia D’Agnolo Vallan)
…Borat produce una parodia del giornalismo che ha in sé più verità del telegiornale. Non a caso, anche gli altri due personaggi inventati da Baron Cohen per i suoi sketch televisivi (il rapper demente Ali G e il fascista austriaco Bruno – su cui si sta già girando un film) sono reporter…

IL MATTINO (Valerio Caprara)
…C’è ancora qualcuno che ne sa poco o nulla? Nel caso che almeno un lettore alzi la mano, possiamo subito comunicargli la lieta novella: è verissimo – come detto e scritto sino alla nausea – che «Borat» è una bomba…

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