Patrice Chéreau

Patrice Chéreau
Aggiungi ai preferiti
  • Data di nascita 02/11/1944
  • Data di morte 07/10/2013
  • Luogo di nascita Francia/Lezigne
  • Luogo di morte Parigi

Patrice Chéreau

“…C’était un homosexuel assumé. Patrice Chéreau aime les hommes et il évoque l’homosexualité dans ses œuvres, notamment dans l’Homme blessé, où un jeune bourgeois se prostitue pour gagner l’amour d’un autre prostitué. Mais “en aucun cas, mon homosexualité ne doit me cantonner à ne traiter que de sujets homosexuels”, prévenait-il à Télérama. “Il y a, selon moi, de la sexualité partout, hétéro et homo, et la frontière est loin d’être étanche entre les deux. L’expérience me le prouve. Le désir circule de façon bien plus complexe qu’on ne le croit”, expliquait-il également….” (europe1.fr)

—————

Patrice Chéreau nasce a Lezigne, in Francia, il 2 novembre 1944. Da sempre chiuso ed introverso, si avvicina al teatro per vincere il suo mutismo: nel 64, a vent’anni, firma la sua prima regia nel suo ex-liceo parigino: “L’Invenzione di Victor Hugo”. A 22 anni è già direttore artistico del teatro di Sartrouville, fuori Parigi. Le sue regie fanno da subito discutere per le irriverenti messe in scene di grandi autori classici. Le sue esperienze comprendono anche la realizzazione di opere liriche, iniziate durante gli anni Settanta. Nonostante la sua ormai consolidata fama come regista teatrale, il suo sogno rimane quello di sfondare nel cinema: i suoi miti di sempre, Luchino Visconti ed Ingmar Bergman, lo ispirano. Il suo esordio nel cinema è con “Un’orchidea rosso sangue”, del 1975. Inizia per Chéreau un periodo molto intenso, segnato da mille lavori: pare che spesso si addormentasse in scena tra le braccia delle attrici, provato dalla regia del film di giorno, l’interpretazione teatrale nel “Toller” la sera e lo studio di Shakespeare durante la notte. Torna sul set cinematografico nel 1978 con “Judith Terpauve”, storia di vita quotidiana in una piccola provincia francese. Sempre più preso dal cinema, dirige nel 1983

“L’uomo ferito” – film difficile ed innovativo su un ragazzo che scopre la proprio omosessualità – e si merita il Cesar per la miglior sceneggiatura. Seppur preso dalle regie teatrali e cinematografiche (“Hotel de France”), non tralascia di recitare per illustri colleghi: nel 1983 compare in “Danton” di Wajda e nel 1985 è Napoleone per il film “Addio Bonaparte” di Youssef Chahine, dando grande spessore al personaggio. I personaggi storici lo appassionano, tanto che nel 1992 è il generale Montcalm ne “L’ultimo dei mohicani” di Michael Mann. Trionfa al Festival di Cannes nel 1994 con il film storico “La regina Margot”: il film vanta un cast nutrito di stelle del cinema francese, oltre che della nostrana Virna Lisi, che per quella interpretazione vince il premio per la miglior attrice non protagonista. A questo segue il meno impegnativo “Ceux Qui M’Aiment Prendront le Train”, che si porta comunque a casa il Cesar per la miglior regia. Nel 2001 con “Intimacy – Nell’intimità” vince l’Orso d’oro a Berlino mentre due anni dopo ‘si accontenta’ del Leone d’Argento – sempre al medesimo Festival – per “Son Frere”: è questo il dittico che riconferma una volta per tutte la maturità espressiva del regista. Essenziale e scabroso nel linguaggio (“Intimacy” coinvolge, per altro, i suoi blasonati interpreti con delle intense scene di sesso ‘dal vero’), intellettualistico ma anche struggente, Chereau è partito da un’approccio ‘on stage’ alla materia filmica per approdare ad uno stile che più visivo non si può, riconfermando all’ennesima potenza i mille pregi (e difetti) di una personalità così ‘ingombrante’. (35mm.it)

Patrice Chéreau è presente in queste opere:

Visualizza contenuti correlati

Condividi

Commenta


Effettua il login o registrati

Per poter completare l'azione devi essere un utente registrato.