Riparo

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Riparo

Il film racconta la storia di due donne legate da un rapporto sentimentale che di ritorno da un viaggio in Tunisia, accolgono in casa Anis, un immigrato clandestino che si era nascosto nella loro automobile per superare la frontiera.
Superata l’iniziale diffidenza reciproca, Anna (Maria De Medeiros), Mara (Antonia Liskova) e Anis (l’esordiente Mounir Ouadi) riescono a trovare un equilibrio, ma le differenze culturali che li dividono e l’improvviso innamoramento del ragazzo per Mara determineranno una rottura. “Splendido film, genuino e stimolante cibo per la mente e per il cuore. Questo film ci ha sorpreso positivamente per diversi motivi. Prima di tutto per le coraggiose tematiche che affronta, quasi una novità nel cinema italiano. Poi per il modo con cui queste problematiche sono perfettamente inserite in un contesto ambientale e sociale molto preciso ed emblematico di tanta provincia italiana. Un’opera che ci ricorda la grande abilità di Fassbinder nel mescolare temi politici e sociali con le problematiche sessuali e sentimentali dei protagonisti.” (Davide Oberto)

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32 commenti

  1. regina77

    Tutto sommato è da vedere: non è banale, non è perbenista, le attrici brave, soprattutto la Liskova. Direi abbastanza realistico nelle problematiche e non ipocrita. 7

  2. zonavenerdi

    III° ed ultima parte ==> Senza raccontare il finale si può dire che i tre prenderanno tre destini nettamente differenti. Anna sbaglia nell’aver aiutato Anis più del dovuto (contro i pareri di tutti i conoscenti, Mara compresa) e sopratutto decidendo sempre per due nel suo rapporto; Mara ha confuso la riconoscenza con l’amore; Anis ha creduto che poteva sistemarsi senza far male a nessuno, ma ha ignorato ciò che non considerava lecito.

  3. zonavenerdi

    II° parte ==> Ma il vero punto di sgiuntura è quando nella loro vita entra Anis (l’immigrato di cui sopra). Anis pensa che tutti prima o poi debbano farsi una famiglia e avere figli e allo stesso tempo che non sia possibile che due persone dello stesso sesso convivano insiene. Così pur essendo grato alle due donne, vede male il rapporto tra le due. Allo stesso tempo un collega gli racconta la sua storia: che è diventato italiano tramite matrimonio e che anche se non trova bella sua moglie fa il bravo con lei e poi soddisfa i suoi bisogni altrove. Anis, quindi cerca di fare lo stesso con Mara, che cede dopo la morte di suo padre: i due fanno sesso.

  4. zonavenerdi

    I° parte ==> Questo film mi è sembrato strano film dall’inizio. Anna e Mara non hanno un rapporto paritario. Anna è la lesbica convinta, co-proprietaria di un’azienda in cui lavora anche Mara e l’ha aiutata e fatta vivere in casa sua. Mara è in realtà bisex. Divorziata e come lei stessa ha dichiarato vive con Anna per gratitudine. Un pò poco per far crescere solido il rapporto. La cosa balza ancora di più agli occhi quando le due si accorgono, al ritorno da una vacanza, che un immigrato si è nascosto nel loro portapacchi: Anna lo accoglie e continua ad aiutarlo nonostante Mara, almeno inizialmente, non sia d’accordo. Anna, seppure in buona fede, fa e disfa senza che Mara sia avvisata. Ad aggravare il tutto c’è il fatto che Mara non si sente accettata dalla famiglia di Anna (sopratutto la madre considera che Anna sia single piuttosto che ammettere che convive con un’altra donna).

  5. Un film scoperto perché trasmesso dalla RAI (!). Un film in cui mi è piaciuto vedere il nostro Paese sotto la visule proposta dal regista. Un film molto pensato e intelligente, a volte troppo, ma moderno e non ipocrita. Da vedere. 7

  6. E’ un film triste, ma che getta uno sguardo nello spaccato (vero) della provincia (e non solo) italiana.. Purtroppo penso che certi problemi nel rapporto genitori/figli ci siano anche nelle grandi città.. La relazione tra le due donne, ahimè, andrà logorandosi in un climax dolorosissimo per entrambe.. Ma la storia delle due donne, per me, è ben dipointa, abbastanza veritiera.. Quella della Liskova (prima etero sposata, infelice poi divorzia, conosce questa donna e inizia una nuova fase della sua vita, illudendosi che potrà bastarle, per poi….) mi sembra davvero da ‘manuale’!!!

  7. non e’ possibile mettere insieme tutti questi temi in una storia sola senza diventare ala fine grotteschi.omosessualita’,provincia del nord est,immigrazione,crisi domestica,malattia,morte…
    film che parte benino ma si perde,grottesco come una sedia spartitraffico.

  8. ho acquistato ieri il film in dvd … ero molto curioso. ora però che mi ridà i soldi Puccioni o la liskova?? film brutto, lento, scontato n poche parole il classico film se lo conosci lo eviti VOTO 4 …

  9. mi è piaciuto molto perchè è molto realistico, magnifica interpretazione della liskova… grazie al regista per non essere caduto in un finale scontatamente happy end o necessariamente tragico quando si parla di omosessualità

  10. giuseppe

    ho visto il film in DVD … è un film orribile, mi sono convinto ad acquistarlo per i premi vinti dalla Liskova, ora però voglio i danni morali … film brutto voo 4

  11. Serenka90

    Un film molto bello, che racconta con sesibilità la diversità(non solo sessuale) da Vedere. Antonia Liskova è eccezionale……. inffati sta vincendo tantissimi premi per l’interpretazione di questo personaggio tra cui il nastro d’Argento, e molto bravi anche tutti gli altri attori. Bravo Puccioni!!

  12. lorelei

    Piacevole sorpresa all’interno del panorama del cinema italiano, anzi unico film di produzione nostrana(almeno per quanto ho visto) che eviti i soliti ritratti macchiettistici delle lesbiche o che ne faccia letture buonistiche e pietistiche per renderle più digeribili al pubblico etero. Gradevole anche la mano leggera con cui vengono toccati gli altri temi sociali, riuscendo anche a volte ad andare sottilmente in profondità.
    La Liskova è sicuramente un’attrice da fiction e in più punti si vede, ma la De Medeiros si mantiene su buoni livelli (anche se non ottimi come in altre interpretazioni).
    Gli darei un 5 nel contesto internazionale ma gli do un 7 considerando la produzione italiana.
    Comunque da vedere!

  13. paola

    ho visto il film e gli incassi (per me falsi come Giuda). dovreste vergognarvi aver prodotto un film del genere, sentire poi le pretiche di Puccioni… è questa gente che rovina il cinema italiano. fianziato dallo stato, con la rai … VERGOGNA

  14. not at all sour grapes, but...

    il film è senza dubbio interessante…
    avrà i suoi difetti, ma chi è che no ce li ha?
    occhio a giudicare troppo leggermente il film; come qualsiasi altro VERO film d’autore, il fim va visto, gustato, digerito, e, semmai dopo, rigurgitato…
    i commenti facili rispecchiano (ahinoi) lo spettatore medio italiano di oggi…
    da riflettere…

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https://youtube.com/watch?v=Iy7jB1ocBQg%26rel%3D1

Varie

Nata da un soggetto finalista al premio Solinas di qualche anno fa, la pellicola è prodotta, con un budget di un milione e 300mila euro, da Intelfilm e dalla francese Adésif, con la collaborazione di Rai Cinema e con il sostegno della Friuli Venezia Giulia Film Commission, del programma Media e di Eurimages.
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“Anis tra di noi” è un film su come accettare le diversità” ha detto la De Medeiros.
“Anis tra di noi cerca di fotografare una situazione sociale senza pregiudizi – spiega il produttore Mario Mazzarotto – Oltre alla dimensione privata e sentimentale dei tre protagonisti, il film propone infatti uno sguardo sulla trasformazione della famiglia in provincia”
Marco Simon Puccioni racconta: “Con Anis tra di noi voglio indagare una pluralità di temi che mi sono cari: la famiglia, l’identità sessuale, il sociale e le zone di confine, come il Friuli, dove abbiamo scelto di ambientare il film”.
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SINOSSI:
I protagonisti di questa storia sono tre: Anna, una consulente finanziaria di trentacinque anni; Mara, un’operaia di venticinque anni di una fabbrica del nord-est; Anis, un adolescente clandestino. Di ritorno da una vacanza all’estero, Anna e Mara, che da tempo fanno coppia fissa e sono state ormai “accettate” in famiglia e nel lavoro, si rendono conto che un giovane immigrato si è infilato nel rimorchio della loro automobile e ne ha approfittato per superare la frontiera. Sulle prime non sanno come comportarsi, poi decidono di portarlo con loro. Anis, questo il nome del ragazzo, dice di aver perso i suoi genitori e di avere l’intenzione di raggiungere uno zio ristoratore a Milano. Poi però le cose non vanno lisce e il ragazzo torna dalle due donne; e lentamente, facendo leva sul desiderio inespresso di Anna di avere un figlio, si introduce sempre più nella loro casa e nella loro vita. Anna aiuta Anis trovandogli un lavoro presso il fratello Salvio, nonostante l’opposizione di Mara, alle prese con un padre malato e con un lavoro in fabbrica che sembra essere meno certo che in passato. La madre di Anna, infatti, che è tra i proprietari della fabbrica dove Mara lavora, sta decidendo di trasferire all’estero una parte della produzione per poter reggere una concorrenza sempre più agguerrita. Dopo l’iniziale diffidenza, ma solo per un breve momento, Anna, Mara e Anis trovano finalmente un equilibrio in cui riescono ad essere un sostegno l’uno per l’altro e a dare vita ad un anomalo eppure tenero ménage à trois. È un equilibrio precario e difatti non dura molto: Anis verrà licenziato perché sospettato ingiustamente di aver preso della merce (il motivo, in realtà, è la rinnovata dose di diffidenza nei confronti di un extracomunitario e per di più clandestino) e poi è inizialmente respinto da Mara di cui si è nel frattempo innamorato. La dolce intraprendenza di Anis, tuttavia, farà cedere Mara, causando una catena di gelosie e invidie nel gruppetto che si è creato. La scoperta della sessualità da parte di Anis, e di un rinnovato desiderio eterosessuale da parte di Mara (che, dopo un divorzio, era stata letteralmente “salvata” dalla compagna Anna), non è soltanto la goccia che fa traboccare il vaso da un punto di vista narrativo: rappresenta un simbolo di tolleranza, di accettazione delle diversità, di riscoperta di sé attraverso l’altro. Mara, a sua volta, dovrà fare fronte alle conseguenze della concorrenza globale e, dopo la morte solitaria del padre, rinuncerà al posto di lavoro, nonostante la protezione di Anna. Anna, che sembrava la più solida socialmente e psicologicamente, vedrà andare in pezzi il suo progetto esistenziale e professionale. Il film, con toni a volte amari a volte più leggeri, racconta anche delle trasformazioni che la società italiana e in particolare quella del nord-est sta vivendo in questo scorcio di inizio secolo. È la realtà complessa di una società fondata sul lavoro, a volte dinamica più spesso cupa e conservatrice. Il gioco di incastri e di rapporti personali – amore, compassione, fiducia, paura – esplora il piano umano di tre persone diverse fra loro e diverse anche dalla maggioranza, nell’attimo in cui, almeno in apparenza, si instaura un patto di mutua accettazione, prima che i casi della vita lo faccia sciogliere forse per sempre. (dalla Cartella Stampa)

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