Fuoriclasse

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Fuoriclasse

“Fuoriclasse”, serie tratta dai racconti di Domenico Starnone, si svolge durante un intero anno scolastico del “Caravaggio” di Torino, liceo scientifico statale a rischio chiusura perché mal gestito. Lo scenario cambia con l’arrivo di una preside particolarmente determinata (una suora che ha regolarmente superato il concorso pubblico), arrivo che viene vissuto con perplessità e preoccupazione da parte dei docenti. Il gruppo degli insegnanti è estremamente eterogeneo, popola una galleria di diversi tipi umani: ci sono l’ ”insicura cronica”, il “frustrato vendicativo”, “l’anziana ossessionata”, il cinquantenne “in crisi e stanco”.
Ma, come in una vera scuola pubblica, ci sono anche professori attenti, appassionati, eccellenti nelle loro materie e nel rapporto con le classi. Fra questi emerge, per bravura e tenacia, ma anche per simpatia, la professoressa di lettere Isa Passamaglia (interpretata da Luciana Littizzetto), appena lasciata dal marito Riccardo Tramola (Neri Marcoré): serio professionista (è un affermato dentista) ma immaturo cronico, scappato alle Mauritius con una collega molto più giovane. Hanno un figlio, Michele (Lorenzo Vavassori): quattordicenne appena iscritto al “Caravaggio” e in piena crisi adolescenziale. Intorno agli insegnanti, e spesso in conflitto con loro, si muove un gruppo di ragazzi alle prese con le inevitabili difficoltà scolastiche, ma anche con i primi batticuori, con le decisioni da non rimandare, con le scelte della parte con cui schierarsi, con le richieste d’aiuto, con il rifiuto di somigliare agli altri, col desiderio inconscio di confondersi nel tutto… (RaiUno)
La serie non si discosta dallo standard qualitativo della RAI, interessata più ad andare incontro alle aspettative di un pubblico senza pretese che a cercare nuove e più originali strade. Abbiamo quindi personaggi che sembrano più caricature che personaggi reali, subito definiti nelle loro peculiari stravaganze che li fanno sembrare più marionette che persone. Si salva, soprattutto per l’eccezionale bravura, il personaggio della Littizzetto, forse ancora troppo uguale a se stessa, ma comunque sempre piacevolissima da vedere e ascoltare. La serie, almeno nelle prime sei puntate, è centrata maggiormente sul fronte del corpo insegnante che non su quello studentesco. Anche per questo risalta solo dal 5to episodio, la figura dello studente gay (inizialmente velato) Emilio Frasca (Nicola Sorrenti), che non è il solito effeminato ma, sempre per restare negli stereotipi, è l’adolescente a cui piacerebbe vestirsi da donna (ruba il diadema di una compagna col quale si pavoneggia davanti allo specchio), secchione (tipica valvola di compensazione per chi si sente inferiore o diverso dagli altri), carino quanto basta e già segretamente innamorato del professore più affascinante, mentre la compagna di banco lo corteggia strenuamente…

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trailer: Fuoriclasse

Varie

EPISODI DELLA PRIMA STAGIONE

1 La candidata – 23 gennaio 2011
2 La vendetta di Lo Bascio – 23 gennaio 2011
3 I pagellini – 30 gennaio 2011
4 Gli ispettori – 30 gennaio 2011
5 Studenti a rischio – 6 febbraio 2011
6 I fannulloni – 6 febbraio 2011
7 La Ministra – 13 febbraio 2011
8 La gita scolastica – 13 febbraio 2011
9 Il soccorso dello psicologo – 20 febbraio 2011
10 Promossi e bocciati – 20 febbraio 2011
11 L’esame di stato – 27 febbraio 2011
12 Passamaglia al bivio – 27 febbraio 2011

Leggi SINOSSI degli episodi

Gli insegnanti

Isa Passamaglia. È la protagonista della serie. Ha quarant’anni ed è stata di recente lasciata dal marito, Riccardo Tramola, per una donna più giovane. Ha un figlio quattordicenne, Michele, che vive con lei e che ha iscritto al “Caravaggio”, primo anno. È corteggiata dal suo collega Enzo Vivaldi. La sua amica del cuore è un’altra collega, Nadia Mittolò. Per sfuggire alle delusioni della scuola, partecipa a un concorso come dirigente presso il Ministero degli Esteri. Insegna lettere in III e V B.

Enzo Vivaldi. Ha poco più di quarant’anni e corteggia Isa con devozione. Si è da poco separato dalla moglie, insieme alla quale aveva precedentemente avviato la pratica per l’adozione di un minore (fatto che ci riserverà delle sorprese). Insegna matematica e fisica in III e V B.

Nadia Mittolò. Ha quarant’anni. È una brava insegnante di lettere del biennio ed è una donna bella. All’improvviso scopre di essere più sola di quanto avrebbe voluto e cerca di movimentare la sua vita. Questo la porta a frequentare un collega (Giulio Polillo) e, dopo qualche delusione, a mettersi alla prova in una vera e propria relazione. Fa ripetizioni a Michele (il figlio di Isa) che si innamora di lei.

Salvatore Lobascio. È il cattivo. Vicepreside del “Caravaggio”, ha più di cinquant’anni. È arrivista e naturalmente scorretto. Schiacciato dall’insoddisfazione della moglie che lo vorrebbe impiegato in un lavoro più prestigioso e remunerativo, Lobascio è troppo affezionato al piccolo potere che esercita come vicepreside per lasciare il suo Liceo. Odia Passamaglia e gliene combina di tutti i colori.

Luigi Broccoletti. È l’ultracinquantenne compare di Lobascio. È deliberatamente e consapevolmente strafottente; adora prendersela con i più deboli e fare i comodi suoi a prescindere dal ruolo che ricopre. Solo che, a differenza di Lobascio, lui non lo fa con uno scopo, ma solo perché gli piace farlo. Ha una madre ingombrante che è peggiore di lui.

Mario Dal Bosco. Meno che trentenne, è al suo primo incarico in ruolo e quindi alla fine dovrà sostenere una valutazione. È bello e affabile e molte sono attratte da lui (Murialdi, Sangallo, Isa stessa, ma non soltanto), ma presto scopriamo che è un po’ vigliacco. Insegna storia e filosofia in III e V B.

Marcella Zara. Insegnante di lettere brava, ma stanca e divorata dalla voglia di fuga e dal desiderio di riscatto (vuole diventare consulente del Ministero). All’inizio scambia le classi con la Passamaglia: passa al biennio della sezione B. Diventerà l’insegnante di Michele (il figlio della Passamaglia) e questo porterà le due colleghe allo scontro.

Giulio Polillo. Dinamico quarantenne, uomo simpatico, amico di Vivaldi. Si innamora della Mittolò, ma viene baciato da una avvenente mamma (la signora Murialdi). Ci metterà un bel po’ a recuperare il rapporto con la Mittolò, ma alla fine ci riuscirà. Insegna educazione fisica in III e V B.

Filippo Gunardo. Cinquantenne stanco di insegnare: non spiega e governa la classe con i votacci. In piena crisi di mezza età si ritrova a importunare un’allieva (Petrocelli) e quindi viene allontanato dalla scuola, grazie alla denuncia della Passamaglia. Insegna scienze in III e V B.

Elisa Sangallo. Giovane, carina e inesperta. Entrare in classe per lei vuol dire entrare in panico ogni volta. Non sa come fare il suo lavoro e ne è nervosamente consapevole. Per questo in classe non fa altro che cantare ai ragazzi canzoni in inglese. Tuttavia questa consapevolezza la rende fragile e quindi stizzosa e vendicativa. Si fidanza con Del Bosco. Insegna inglese in III e V B.

Tina Cappoli. Anziana docente di scienze, prossima alla pensione. Anziana anche nel linguaggio aulico con cui si esprime. È ossessionata dal registro che teme di perdere. Ha subito un incidente e da allora è preoccupata per la salute. Gestisce il Cic, la struttura scolastica che fornisce sostegno psicologico ai ragazzi in difficoltà.

Dario Storca. È docente di religione e organizza un coro scolastico. Insegna in III e V B.

Gli studenti della III B

Marco Soratte. È lo studente difficile per antonomasia. È un armadio di muscoli pieno di rabbia, incolto, frustrato, violento. Il perché del suo carattere è legato a un episodio della sua infanzia, quando in un incidente automobilistico, da cui si salva soltanto lui, perde l’intera famiglia. Passamaglia lo aiuterà a distinguere il bene dal male, il giusto dall’ingiusto. E lui le sarà eternamente grato. Si innamora di Silvia Murialdi. Arriva al liceo quest’anno.

Emilio Frasca. È il bel timido primo della classe. Più di tutti è alla ricerca della propria identità. Scopre con serenità di essere omosessuale, ma la sua fatica sarà farlo accettare agli altri. Si innamora perdutamente del professor Del Bosco.

Silvia Murialdi. Le pesa una madre bella e attraente, ma anche volitiva e arrogante. Silvia è dimagrita di 12 chili nel corso di un’estate e ora non sa come gestire questo suo cambiamento. Corteggia diversi ragazzi (Tiburzio, l’unico con il quale ha una breve relazione, Ma’mbua e il professor Del Bosco) e si comporta da frivola e leggera, finché la costante corte di Soratte non la mette in crisi donandole equilibrio e di nuovo il sorriso.

Ermir Sabaji. Arriva quest’anno direttamente dall’Albania senza sapere una parola di italiano, ma innamorato perso di Viola (Ilenia Lazzarin), star di Un posto al sole. Diventerà amico di Soratte al punto di sostituirlo in una situazione pericolosa.

Abdul Ma’mbua. Solitario e autosufficiente, si disinteressa del vago razzismo che lo circonda. Finché non si scopre che è figlio dell’ambasciatore del Senegal. Allora il voltafaccia di tutti lo fa uscire allo scoperto. Dimostrerà quindi a tutti di essere in possesso di un’eloquente ironia.

Laura Bellotto. Disabile dalla nascita, è sulla sedia a rotelle. Maltrattata dalla sua assistente, l’Arpia, sopporta stoicamente. È di buon carattere e paziente, ma a volte la sofferenza diventa troppa anche per lei. Come quando si innamora di Soratte.

Sibilla Cagi. Eternamente in ritardo, eternamente innamorata di Frasca. Entra in crisi quando scopre che il suo amato compagno di banco è omosessuale.

Gli studenti della V B

Selvaggia Petrocelli. È la prima della classe: intelligente, colta, studiosa, mordace. Ma non è bella. E ne soffre. L’arrivo del bel Sergio Zanotto, di cui si innamora subito, la spinge a rifugiarsi nell’ambiguo corteggiamento del professor Gunardo. Alla fine l’amore trionfa, ma Petrocelli è la prima a non crederci fino in fondo.

Aldo Tiburzio. Bello e intelligente, ma svogliato e povero. Per corteggiare Murialdi (e regalarle dei gioielli da principessa) inizia a spacciare marijuana. Dopo essersi ravveduto attraversa un periodo difficile da cui uscirà grazie all’amore della bella e dolce Ciarella.

Ilaria Ciarella. È convinta di essere stupida, e forse un po’ lo è. Ma è davvero una brava ragazza, e poi è molto bella. Quando si accorge che Tiburzio la vede per quello che è, se ne innamora. Gestisce il bar a conduzione familiare sotto casa di Passamaglia e sin da piccola conosce Michele, il figlio di Isa.

Sergio Zanotto. Il “Caravaggio” per lui è una gabbia di matti. Affascinato dall’intelligenza di Petrocelli, lui, bel ragazzo, contro ogni previsione rapidamente se ne invaghisce. Riesce a mettersi con lei, ma il loro legame è pieno d’insidie.

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Note degli autori (Domenico e Federico Starnone)

La scuola che raccontiamo non è quella che vorremmo. La scuola che vorremmo è un luogo in cui tutti possono esprimere e coltivare il meglio di sé, e tutti sappiamo che la scuola non è così.
La scuola che raccontiamo non è neppure quella che ricordiamo: la memoria seleziona gli eventi e trasforma la scuola in un luogo in cui accadevano solo cose belle, e tutti sappiamo che invece la scuola non è così.
La scuola che raccontiamo forse non è nemmeno “la scuola”. “La scuola” universale infatti non esiste: esistono invece migliaia e migliaia di scuole tutte diverse l’una dall’altra, dai professionali ai classici, da nord a sud, da una riforma alla successiva; e ognuna ha la sua storia, i suoi supplenti, il suo sgangherato campo di calcetto e il parcheggio che non si trova mai.
Quello che noi abbiamo provato a raccontare, invece, è una scuola. Una scuola vera, con dentro persone vere e storie vere, vere come quelle che accadono nelle migliaia di scuole diverse da questa. E abbiamo provato a guardare questa scuola attraverso gli occhi di una professoressa (Isa Passamaglia, insegnante di italiano) che la ama profondamente, e che proprio per questo combatte per cambiarla.
La nostra scuola è qui. Potete entrare per vedere se somiglia alla vostra, o a quella dei vostri figli. O magari solo per conoscere la sua storia, i suoi supplenti, il suo sgangherato campo di calcetto. E il parcheggio che non si trova mai.

Note del regista (Riccardo Donna)

Ho accolto subito con entusiasmo l’invito a dirigere FUORICLASSE, la serie tv che attraverso il racconto di un intero anno scolastico ci restituisce un ritratto assolutamente reale della variegata umanità che ruota intorno alla scuola: i rituali, le frasi fatte, i tic, le disfunzioni, i piccoli crimini, le involontarie gag di professori e alunni.
FUORICLASSE segue le vicende degli insegnanti del liceo “Caravaggio” e degli alunni di due classi diverse (III e V B), alle prese con i problemi scolastici e le problematiche personali, raccontando tutto in chiave di commedia, con l’agilità e la freschezza di un punto di vista che privilegia sempre l’umorismo.
Al centro del racconto svetta la professoressa Passamaglia, una straordinaria Luciana Littizzetto, una grande professionista, una donna speciale. Insieme abbiamo lavorato affinché il suo personaggio avesse la stessa forza dirompente che accompagna la Littizzetto nelle sue uscite televisive, quando si misura con l’intrattenimento puro. Volevamo far dimenticare al pubblico il fatto che dietro Isa Passamaglia c’era Luciana Littizzetto; volevamo, insomma, che il pubblico si affezionasse, credesse al personaggio della professoressa scritto su di lei: una donna sola e all’apparenza travolta dagli eventi. E Luciana in questo, devo dire, è stata molto efficace. Con lei, l’intesa è scattata all’istante. C’è stato un feeling immediato e un dialogo continuo. Siamo due persone pratiche, che sanno quello che vogliono. In breve abbiamo trovato il registro giusto.
C’è stato, bisogna riconoscerlo, un ottimo lavoro di casting, che ha dato un’anima a questa scuola. Il cast è infatti composto da uno straordinario gruppo di interpreti, professionisti di spessore. E come un’affiatata e rodata compagnia teatrale, abbiamo goduto di un’atmosfera di complicità sul set che ha permesso a tutti di lavorare in serenità, compresi gli attori più giovani, alcuni al loro esordio.
I giovani attori di questa serie, sono il mio orgoglio: ragazzi pieni di entusiasmo che si stimolavano a vicenda, si caricavano e si sostenevano quando era necessario. Mi hanno seguito con attenzione, felici e grati della grande occasione che gli è stata offerta. E’ stato piacevole misurarsi con la loro vitalità.
Ho voluto che il vestito musicale di FUORICLASSE fosse particolare, immediatamente riconoscibile. Volevo che la musica ci parlasse del luogo in cui abbiamo ambientato la serie, che ci ricordasse le atmosfere di una città del nord. La “Femme piège”, il giovane gruppo che firma la colonna sonora, accompagna le vicende dei nostri protagonisti con suoni, manouche, melodici e cadenzati; chitarre contrabbasso e violini che sembrano fatti apposta per sottolineare l’ironia e la leggerezza, che caratterizza tutto il racconto.
Respirare il “clima” della scuola per 22 settimane, mi ha fatto ripensare alla mia “carriera” di studente. Credo che la regia di FUORICLASSE mi sia stata affidata per una beffarda legge del contrappasso, perché io sono stato un pessimo “scolaro”, con all’attivo un nutrito palmarès di bocciature e rimandature. Quindi ho raccontato questa storia con un occhio “da ultimo banco”, senza indugiare nella nostalgia.
Per me il periodo della scuola non è sono stato facile: il solo entrare in una scuola mi faceva venire un nodo alla gola. Ora, grazie a questo lavoro sono guarito e sarei pronto a ritornare in aula…se solo potessi.
La mia “gloriosa” carriera scolastica si è consumata a Torino, dove sono nato e cresciuto per poi trasferirmi a Roma, dove vivo da vent’anni. Tornare nel capoluogo piemontese dopo tanto tempo è stata una specie di rivelazione. Ho scoperto una nuova città, piena di fascino, con un’atmosfera cosmopolita, con un’alta qualità della vita, che ci ha accolto con affetto e con un autentico spirito di collaborazione.
La produzione si è svolta quasi completamente a Torino, tranne una breve incursione in Valle d’Aosta dove è ambientata la gita scolastica e due settimane a Varigotti, in Liguria, dove si sviluppa l’ultimo episodio, quello delle vacanze estive dei nostri, docenti e discenti ormai spogliati di propri ruoli.
La prima fase delle riprese, nella quale abbiamo girato i primi 6 episodi da 50’, è stata realizzata nel capoluogo piemontese dal 6 al 26 settembre 2009, mentre i successivi 6 episodi (dal VII al XII) sono stati realizzati dal 14 giugno all’11 settembre 2010, per un totale di 22 settimane. Ovviamente abbiamo dovuto fare in modo che i tempi della produzione fossero compatibili con l’andamento regolare dell’anno scolastico e con la disponibilità dei locali dello storico liceo classico “Cavour” di Torino, dove abbiamo ambientato gli interni del nostro liceo scientifico “Caravaggio”.
Credo che sia la prima volta che Rai Uno dedichi una serie alla scuola, una fiction in cui la scuola è davvero protagonista e non un pretesto per dar vita a intrecci relazionali; una fiction che propone una riflessione sull’attualità di questa istituzione e su chi la abita tutti i giorni, attraverso il registro della commedia brillante e che vuole parlare anche ad un pubblico giovane. (Rai Uno)

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