Cinema

Resoconto della prima serata al Florence Queer Festival

La 14-esima edizione del Florence Queer Festival ha preso inizio questo pomeriggio nella nuova sede del Teatro La Compagnia, in via Cavour 50/R, una sala a pochi passi dal Duomo, recentemente ristrutturata, opera moderna di un noto architetto, Adolfo Natalini. Nell’ampio Foyer del teatro sono visitabili due piccole ma preziose mostre fotografiche, delle quali mostreremo via via alcuni esempi: ‘Queer Tour Gallery – Una carrellata di immagini’ a cura di Sandra Nastri, che ripercorre il Florence Queer Festival dal 2003 ad oggi e   ‘Parla coi muri #FQR’ a cura di ScandaloSobrio, con immagini LGBT raccolte sui muri del centro storico di Firenze.

Ha aperto il festival il documentario

Femme Brutal di Nick Prokesch e Liesa Kovacs (Austria, 2015), 70’, v.o. tedesco, sott. italiano e inglese

Voto: stella3-5

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Femme Brutal Club” è una compagnia di burlesque queer-lesbico fondata a Vienna nel 2009 da Katrina Daschner (1973), una nota artista contemporanea, nata ad Amburgo e trasferitasi per molto tempo Vienna.

Il suo personaggio nello spettacolo, che si chiama Frau Professor La Rose, canta, balla ed esegue performance artistiche insieme ad altre sei artiste dai nomi improbabili: Madame Cameltoe, Miss Bourbon, Doctor Sourial, Miss Kottlett, Madame Don Chanel, Cunt e  Rosebutt, ognuna con il suo repertorio particolare.

Nel documentario vediamo le  artiste durante le loro performance sul palco e mentre parlano tra di loro, affrontando temi come il loro punto di vista sull’arte che hanno scelto, le loro motivazioni, l’identità femme e l’erotismo del corpo femminile. Nel film le protagoniste non sono mai sole, ognuna è vista all’interno del gruppo e la loro vita al di fuori del gruppo non è presa in considerazione.

Il queer burlesque si differenzia dal burlesque classico perché ovviamente artisti e pubblico sono principalmente dello stesso sesso. Qui le artiste si esibiscono innanzi tutto per piacere a se stesse e alle altre donne, evitando accuratamente di imitare i modelli delle pin up anni ’50, con le loro bellezze addomesticate ai gusti degli uomini. Le ragazze del Femme Brutal, sono delle bellezze comuni, alcune anche piuttosto formose, il loro scopo non è di eccitare ma di divertirsi e divertire, parlando di sesso ma in modo ironico e a volte grottesco.  Il queer burlesque è poi differente dagli spettacoli di drag King, in quanto rappresenta una manifestazione di femminilità, avendo come protagoniste delle ‘Queer Femme’ vestite di guanti, piume, tacchi a spillo e capelli lunghi.

Le due registe, da tempo amiche delle artiste, hanno seguito e ripreso la compagnia di queer burlesque ‘Femme Brutal Club’ di Vienna  dagli esordi all’ultimo spettacolo. Lo scopo delle riprese era quello di fornire una documentazione di archivio per la compagnia, una testimonianza per coloro che non hanno potuto assistere a questi spettacoli e, non ultimo, un modello per coloro che volessero cimentarsi in questo tipo di arte.  Sia gli spettacoli che il documentario stesso risultano più divertenti, godibili ed intelligenti di un qualunque spettacolo di spogliarello-burlesque eterosessuale.

 

Alle 18 è stato proiettato probabilmente l’evento più bello della giornata.

Garten der Sterne di Pasquale Plastino e Stéphane Riethauser (Germania/Svizzera, 2016), 60’, v.o. tedesco,  sott. italiano e inglese    ANTEPRIMA EUROPEA

Voto: stella4-5

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Erano presenti a introdurre il documentario, i due registi, il protagonista Bernd Bossmann e il produttore Christos Acrivulis.

Diciamo subito che la visione di questo bellissimo documentario non è adatta a chi è superstizioso e a chi non vuol sentir parlare di morti, cimiteri, bambini non nati, AIDS e cose di questo genere.

Berlino continuamente ci sorprende con i suoi luoghi e personaggi stravaganti e eccezionali. Questo documentario ci parla di uno di questi luoghi e di uno di questi personaggi.

A Schöneberg, un quartiere di Berlino, c’è un vecchio cimitero, l’Alter St-Matthäus-Kirchho, fondato nel 1856 per accogliere i parrocchiani della chiesa protestante di San Matteo. Questo cimitero è noto anche perché accoglie le tombe dei fratelli Grimm, Jacob e Wilhelm, oltre ad una settantina di altre tombe storiche.  Col tempo esso ha subito demolizioni, danni dall’ultima guerra e lo scioglimento della sua parrocchia. Ora però è rinato ad una nuova ed imprevedibile vita, da quando il suo destino si è incrociato con quello di un personaggio davvero eccezionale, Bernd Bossmann in arte, come drag,  Ichgola Androgyn, che nel 2006 vi ha aperto, dove era la vecchia casa dei gabinetti vicino all’entrata, la prima caffetteria in un cimitero della Germania. Bernd aveva sepolto in quel cimitero il suo compagno Ovo Maltine (Christoph Josten) e passando vedeva sempre quella casa quasi in rovina, cosi un giorno decise di investire gli 800 euro che aveva, per sistemarla. il  “Café Finovo” ha solo  20 posti a sedere disposti come in un salotto ed è arredato con oggetti di modernariato  rigorosamente anni ’50. All’interno o nel giardino la gente spesso si ritrova a parlare con persone che non aveva mai visto prima. La parola Finovo è composta dall’unione di ‘fine’ (FIN) e ‘nuovo inizio’ (NOVO). Inizialmente il locale doveva   soddisfare a pochi bisogni base dei frequentatori del cimitero, come una toilette pulita ,  un posto per riposarsi e la vendita di fiori, poi però  Bernd ed i suoi amici hanno scoperto che c’erano altri bisogni di cui doversi occupare, come quello di dare ai visitatori la possibilità di parlare con gli altri.

Molte persone gay, drag queen e malati di AIDS sono stati sepolti qui. Questo perché il cimitero si trova in un quartiere molto abitato dai gay. Nel cimitero c’è un monumento dedicato alle vittime dell’AIDS e all’entrata si può sfogliare un grosso libro composto da tantissime schede di uomini morti per AIDS con foto, descrizioni, indicazioni per trovare la tomba, tutto disposto con una precisione tipicamente tedesca.

Bernd stesso è omosessuale e sieropositivo. Da quando Bernd ha aperto il suo locale, nel cimitero si incontrano artisti, cantastorie, mattinée letterari, concerti, installazioni artistiche, visite botaniche, gite scolastiche. Ci sono angoli attrezzati destinati alle scolaresche e ai bambini delle scuole materne, che lì possono sedersi e imparare cose come il lutto e il morire. Vergono organizzati progetti con i giovani che trattano temi come la discriminazione, la morte, il suicidio.    E’ stato anche aperto un piccolo teatro di fianco alla chiesa, in cui nei pomeriggi ci sono iniziative per i bambini.

Bernd Bossmann  fa anche parte di una associazione  che si prende  cura delle tombe storiche. Il miglior modo di prenotarsi una tomba in questo cimitero è quello di impegnarsi nella sponsorizzazione di una tomba storica.  Bernd si cura  della tomba dove è sepolto il suo compagno Ovo Maltine. La tomba è grande circa quanto il letto che loro due avevano nella loro house boat;  Ovo dormiva  a destra e Bernd a sinistra, in mezzo potevano stare gli eventuali ospiti. E’ lo stesso ora in questa tomba, nel mezzo c’è del posto per gli ospiti più cari che vorranno essere sepolti lì.

Del cimitero fa parte anche il ‘Garten der Sterne’, il Giardino dei bambini stella, un giardino speciale, di forma circolare, decorato con fiori colorati, giocattoli e animali di pezza, simile ad un parco giochi, dove i genitori e i fratellini possono trovare un luogo privato di lutto per i bambini mai nati o morti poco dopo la nascita.

La maggior parte del film è occupata dalla testimonianza di Bernd, ci sono in mezzo spezzoni   molto divertenti, tratti da film di Rosa Von Praunheim, e Michael Brynntrup, alcuni con le esibizioni in drag di Ichgola Androgyn e le sue compagne. Inoltre  Zazie de Paris , nota attrice e cantante francese transessuale, ormai berlinese,  ci legge la nota fiaba di Grimm “Comare Morte” che ha appunto come protagonista la morte con la falce.

Bernd Bossmann (1960)  è nato in un villaggio sul Basso Reno dove tutti erano molto cattolici, dopo aver studiato come infermiere,  preferì trasferirsi a Berlino per diventare acrobata, attore di teatro e di cabaret. Ha anche partecipato come attore a molti film del noto regista queer berlinese Rosa von Praunheim. Tra le sue migliori interpretazioni, il personaggio di Charlotte von Mahlsdorf da giovane in ‘Ich bin meine eigene Frau’ (Charlotte von Mahlsdorf  era un notissimo travestito, ora scomparso,  originario della parte est di Berlino, che aveva creato a casa sua un piccolo museo di vecchi oggetti, dove sotto il nazismo e poi sotto il comunismo, organizzava  di nascosto feste per la comunità omosessuale).  A partire dagli anni ’80  Bernd Bossmann  si è impegnato nel movimento Act-up,  organizzando eventi e sfilate queer per raccogliere  fondi  per la lotta all’Aids, con il gruppo di cabaret Tunten BeV Stroganov insieme ad  altri  personaggi in drag.  Nel 1987 con altri volontari con conoscenze infermieristiche, aveva partecipato alla gestione di un ambulatorio che si prendeva cura di pazienti affetti da AIDS/HIV, in modo da garantire alle persone omosessuali, malate di hiv, di potersi curare e eventualmente morire nello stesso ambiente in cui erano sempre vissute.

Stéphane Riethauser è un regista svizzero nato nel 1972, già autore del bellissimo cortometraggio  “Prora” del 2012.

Pasquale Plastino (1959) è uno sceneggiatore e regista teatrale noto anche per la sua collaborazione come aiuto regista e sceneggiatore in diversi film di Carlo Verdone.

Alle 19 c’è stata la proiezione del primo ciclo di cortometraggi partecipanti al concorso VIDEOQUEER, concorso che prevede un premio di 1.000 euro per il miglior cortometraggio dedicato  all’universo gay, lesbico, bisex e transgender.

Il film della serata è stato preceduto da un saluto dei Direttori Artistici del Festival Roberta Vannucci e Bruno Casini e del Presidente del Circolo IREOS Barbara Caponi.

 

Daddy di Gerald Mc Collouch (USA, 2015), 89’, v.o. inglese, sott. Italiano   – ANTEPRIMA EUROPEA

Voto: stella3-5

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Debutto alla regia di un lungometraggio dell’attore Gerald McCullouch. Il film è la trasposizione di un’omonima pièce teatrale di Dan Via. McCullouch e Dan Via sono anche i protagonisti del film.

Colin McCormack (Gerald McCullouch) è un uomo gay vicino alla cinquantina, atletico, attraente e molto soddisfatto di se stesso, perché ha tutto dalla vita. Ex atleta ora conduce un programma sportivo di successo per una rete televisiva di Pittsburgh. Narcisista e sicuro di sé  non fa  fatica a procurarsi dei giovanissimi partner sessuali nelle sue notti brave. Colin ha per dirimpettaio il suo migliore amico, Stew (Dan Via), che egli conosce da più di 20 anni, dai tempi del college, un   professore di legge timido e introverso e quindi dal carattere opposto al suo, la cui totale devozione è data da Colin per scontata. I due formano in pratica una coppia di fatto, che però non comprende il sesso.

Tutto cambia quando Colin incontra nella TV in cui lavora un bel ventunenne, tirocinante, Thaddeus o Tee (Jaime Cepero), anche lui gay. Colin lo circonda di attenzioni, lo impressiona con le sue molte capacità e finalmente una sera, complice l’alcool, lo seduce.   Da quel momento Colin perde la testa per il suo giovane amante, abbandona la discrezione e si convince di poter avere con lui una relazione stabile a coronamento della sua vita di successo, sino ad ora accompagnata da una vita sessuale promiscua.  L’arrivo di Tee interrompe però bruscamente i ritmi perfetti che segnavano le serate in comune di Colin con  Stew, che infastidito e geloso percepisce fin da subito qualcosa che non va in in quel ragazzo. E in effetti Tee ha dei problemi: i suoi genitori sono morti in un incidente quando lui era piccolo, è stato cresciuto da un nonno molto omofobo che lo tormenta con lettere minacciose, non riesce a dormire la notte, inoltre soffre di nascosto a causa di un segreto inconfessabile, che svelato farà crollare le certezze di Colin, trasformando il film in un melo-dramma.   La fine della relazione con Tee sarà l’occasione per Colin di ripensare al valore della sua amicizia con Stew, amicizia che però dovrà ripartire su nuove basi, perché anche Stew non è più quello di prima.

”Daddy” gioca sui  diversi significati che i concetti di amore, coppia, amicizia e famiglia  hanno nell’uso comune e nell’ambiente gay. Altro tema dominante è l’incapacità di molti gay di adattarsi alla perdita dell’eterna adolescenza. Il film mette dunque molta carne sul fuoco e risulta più che godibile, nei suoi passaggi dalla commedia al melodramma, sebbene il trucco narrativo che tiene insieme tutta la storia possa sembrare, ad essere pignoli, piuttosto improbabile. Sono da segnalare le bellissime immagini, soprattutto negli esterni sulla città di Pittsburgh.

Gerald McCullouch nato nel  1967 a Huntsville, Alabama, USA,  è attore, regista, sceneggiatore e cantante. E’ apertamente gay ed è noto al pubblico LGBT per il ruolo di Roger  nei film  BearCity 1, 2 e 3. Mentre il grande pubblico lo conosce soprattutto   per il suo ruolo di Bobby Dawson in CSI: Crime Scene Investigation . Tra le altre cose McCullouch ha interpretato  Gesù in un tour europeo di   Jesus Christ Superstar.  Come regista aveva già ottenuto successo con il cortometraggio ‘The Moment After’ del 2012 .

 

(testo di Roberto Mariella, video di Antonio Schiavone)

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