di Maurizio Porro
Continua la sfilata delle Stuarde. Dopo la Hepburn del ‘36 e la Redgrave del ‘71, per citare le star, la regina di Scozia torna in questa fastosa versione del teatrante deb Josie Rourke basata, senza che la verità storica faccia da gabbia, sul libro di John Guy e come sempre centrata sulla rivalità di potere con Elisabetta, la cugina.
Lotta di signore e religioni, la cattolica Maria contro la battagliera protestante che la tiene prigioniera per 20 anni prima di farla giustiziare a 44 accusandola di aver attentato alla sua vita. L’idea di un’alleanza possibile è nel mondo delle idee, le due regine sono separate in casa influenzandosi sui sentimenti e il famoso incontro è smentito dalla storia. Una società col potere femminile, tanto che la Stuarda, prima innamorata, fa uccidere il marito dopo la scoperta di un ménage a tre con Rizzio, un italiano canterino.
Dramma di fruscii di velluti regali che Schiller ha eternizzato in una tragedia ben usata come duello di primedonne e che il film, tentando di offrire il gancio della leggenda, rinchiude nell’angusto spazio del gossip, ponendo inevase domande sulla verità, peccato originale dell’opera cui manca altezza aulica nello script. Ovvio che due attrici fanno la prima comunione da star in ruoli scolpiti alla grande: Margot Robbie, l’altezzosa Elizabeth, è un po’ in ombra, mentre domina Saoirse Ronan, brava assai nel trovare il vero bandolo della matassa, una solitudine violentata dalle ragioni della Storia che trascina via le nevrosi private.
VOTO: 6,5/10