L’Alba sorride ai nuovi papà
di Barbara Ardù
TITOLO: NATA PER TE
AUTORI: LUCA MERCADANTE, LUCA TRAPANESE
EDITORE: EINAUDI STILE LIBERO
PREZZO: 15,50 EURO
PAGINE: 168
Alba è una bambina down. E viene adottata da Luca, gay single. È la storia, vera, raccontata in “Nata per te”. Esemplare?
Luca è alla soglia dei quarant’anni. È gay, solo, e una sera, quasi per caso, scopre che il Tribunale dei minori di Napoli ha in custodia bambini e ragazzi abbandonati ed è disposto a darli anche ai single.
Non è un’adozione, lo sa, ma sa anche che il suo desiderio di diventare padre e di costruire una famiglia s’è già infranto una volta. E Luca, abituato com’è a farsi carico dei più deboli e a trasformare in gioia ciò che per altri è dolore e sconforto, si fa avanti. Nata per te è la storia vera dell’affido di Alba, neonata abbandonata dalla madre in ospedale. La donna che l’ha messa al mondo non ha urlato mentre la partoriva, s’è morsa il labbro fino a farlo sanguinare. Perché Alba è una neonata con trisomia: è una bambina down.
E Luca riuscirà a diventare padre solo perché nessuna delle trenta famiglie che hanno fatto richiesta d’affido l’ha scelta. Ma lui non si sente un eroe moderno. La sua scelta non è mossa dalla pietà né dal suo cattolicesimo praticante.
Quando ha fatto richiesta di affido ha barrato tutte le caselle che elencavano le caratteristiche del bambino, età, razza, colore della pelle, malattie, disfunzioni, sesso.
Perché Luca è convinto che la diversità non è che una sovrastruttura creata dai “normali” ai danni dei diversi.
Ma esiste un desiderio di paternità? È questa la domanda cui tenta di rispondere invece Luca Mercadante, l’amico che Luca Trapanese ha scelto per narrare (insieme) la storia dell’affido e poi dell’adozione di Alba, una vicenda che ha già fatto il giro d’Italia, suo malgrado. Anche Mercadante è un padre, ha il suo stesso nome, la stessa età, ma è il suo opposto. È ateo, favorevole all’aborto, così com’è convinto che la paternità passi per il sangue, che l’io paterno si trasmetta attraverso ciò che il figlio apprende dal padre. Ed è un uomo che distoglie lo sguardo quando incontra un ragazzo down e non per vigliaccheria, è che si sente in imbarazzo. Per scoprire poi che i down, che sembrano tutti uguali a un primo sguardo, somigliano in realtà ai loro genitori. Basta osservarli vivere, accompagnarli nel loro modo di fare le cose. Che è poi ciò che fa il suo amico Luca Trapanese.