Dalla rassegna stampa Cinema

Ferzan Ozpetek “Così Le fate ignoranti tornano nuove e digitali”

Ferzan Ozpetek “Così Le fate ignoranti tornano nuove e digitali”

Sono trascorsi 17 anni: in una prospettiva storica un periodo brevissimo, eppure, da un punto di vista sociale e culturale, “Le fate ignoranti” di Ferzan Ozpetek sembra già appartenere ad un’altra epoca.

Una sensazione confermata dalla necessità di un intervento di restauro del film, che il regista illustrerà e spiegherà il 23 ottobre alle 19 nel corso di uno degli incontri delle masterclass previste nel programma di Videocittà presso l’ex-dogana di San Lorenzo.

Per il restauro de “La fate ignoranti” si è ricorsi alle tecnologie digitali in 4K, capaci di restituire l’originale nitidezza delle immagini, la varietà delle sfumature cromatiche, la qualità del suono.

«Le fate ignoranti- commenta Ferzan Ozpetek- è un lavoro a cui sono particolarmente legato per un’infinità di ragioni personali ed oggettive. Si tratta del film che ha cambiato la mia carriera e la mia vita, dandomi prestigio e popolarità. Dopo l’uscita in sala, ho dovuto togliere il mio nome dal citofono di casa e cancellarlo dall’elenco telefonico per difendermi da un eccesso di richieste e affettuosità. Dal punto di vista tecnico è stato un film innovativo per le modalità del racconto, l’uso del colore, la presentazione dei personaggi. “Le fate ignoranti” ha indicato una certa strada poi imitata in tanti film successivi”.

Ma forse l’affetto particolare nasce anche dal fatto che in pratica si tratta di un film girato in casa «È vero; la terrazza, dove si svolgono molte sequenze, è proprio la terrazza con affaccio sul gazometro della casa dove abito tutt’ora e tutto il film si svolge nel quartiere Ostiense, che è stato il mio primo e unico approdo romano. Ero reduce dall’esperienza di “Harem Suare”, girato in Turchia fra infinite difficoltà e avevo voglia di un film semplice, dove non fossi costretto ad allontanarmi dal mio mondo. Rivendico con orgoglio il fatto che il successo de “Le fate ignoranti” abbia mutato il destino del gazometro: all’epoca esisteva un progetto di demolizione, invece, grazie al mio film, si è provveduto ad un eccellente restauro ed oggi il gasometro può essere considerato alla stregua dei più noti e caratteristici monumenti romani».

Il successo de “Le fate ignoranti” è stato anche conseguenza della capacità di cogliere e raccontare l’atmosfera dell’epoca: dolce, serena, ottimista

«Quando abbiamo girato il film non c’era stato ancora l’11 settembre, non si viveva il clima di paura e ostilità nei confronti dell’altro, che sta segnando la quotidianità dei nostri giorni, trasformando l’Italia in un paese razzista. Mettendo a confronto il mondo borghese di Antonia (Margherita Buy) e quello omosessuale di Michele (Stefano Accorsi) “Le fate ignoranti” raccontava la possibilità di incontro, di reciproca comprensione. In questo senso, credo che sia un film ancora più attuale di quanto non lo fosse allora».

La locandina delle Fate ignoranti di Ferzan Ozpetek (sopra). Nella foto grande, un momento del film

Franco Montini

13/10/2018

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