Dalla rassegna stampa Belgio  Cronaca

Ligure in Belgio: “ Picchiato perché gay”

Ligure in Belgio: “ Picchiato perché gay”

«Ciao, ti rispondo dal mio luogo di lavoro: è una gas station — una specie di autogrill in città — a Gand, in Belgio. Da buon ligure, non mi faccio mettere i piedi in testa da nessuno e, contro ogni parere medico e nonostante le ferite, ho voluto tornare subito alla mia vita normale; o quasi » . Sono passati dieci giorni dall’aggressione a Mauro Padovani, 46 anni, fumettista e originario di Lavagna, e a suo marito Tom Freeman, 59, avvenuta nella cittadina nelle Fiandre in cui vivono da cinque anni. Mauro è emigrato per amore: in Belgio ha sposato Thom, di origini americane, ha trovato lavoro e nuovi amici.«Ma sono ligure al cento per cento. Mi manca la mia città: non è facile abbandonare il luogo in cui si è nati, la famiglia e gli amici » , racconta. Della sua terra porta con sé il forte accento, l’amore viscerale per la Sampdoria ( « la mia famiglia ha fondato il Samp Club di Lavagna. Come vorrei tornare allo stadio per vedere una partita») e la tempra d’acciaio, che lo ha portato a cercare di difendere suo marito, malato d’Alzheimer, durante l’aggressione, e poi a non darla vinta alla paura e a tornare a una vita normale fatta di lavoro, contatto con il pubblico e fumetti. «In Italia non avevo mai subito atti di violenza o ghettizzazione. Dal Belgio seguo le vicende nostrane e, devo essere sincero, non mi piace il clima che si respira di questi tempi » . Anche la decisione dello scorso aprile del sindaco Marco Bucci di non concedere il patrocinio al gay pride non è, secondo, Padovani un segnale positivo: « Queste manifestazione, nonostante tutto quello che si dice, sono utili: servono a sensibilizzare l’opinione pubblica; per far sì che non accadano episodi come quelli che sono capitati a me e a mio marito » . E dal Bel Paese sono arrivati tanti messaggi di sostegno e solidarietà, ma anche offese, accuse e minacce: « Sono rimasto scioccato dalla mole di bugie e pregiudizi. Su Facebook c’è chi ha detto che mi sta bene, che sono un frocio e che ho fatto bene ad andare via dall’Italia. L’odio si fa sempre più strada tra le persone». Mauro ha vissuto in Liguria fino a cinque anni fa. Prima di partire per il Belgio, lavorava come idraulico e, contemporaneamente, coltivava il suo amore per i fumetti e il disegno. « Quella che è nata come una passione è diventata via via una professione — racconta -. Ho pubblicato diversi libri in tutto il mondo: Italia, Belgio e Stati Uniti » . La sua saga più famosa è Bullet and Justine (ProLogo Edizioni): « Sono fumetti pulp: io adoro Quentin Tarantino, la violenza splatter e a volte romantica, come in B&J. Il messaggio di fondo delle mie opere è, però, la critica sociale; soprattutto quella che riguarda il mondo gay e la sua percezione nella società». L’arte imita la realtà e, a volte, accade il contrario: così lo stesso Mauro si è trovato vittima di un episodio di violenza ai limiti della follia, che, solo grazie al suo coraggio, è diventato un manifesto contro l’omofobia: «Mi hanno accusato di voler cavalcare l’onda e avere i quindici minuti di notorietà perché ho postato un selfie dall’ospedale con la benda sulla testa e la faccia piena di sangue. Ho cavalcato l’onda è vero, ma per denunciare quanto accaduto. Per farlo vedere a tutti». Un’aggressione avvenuta senza un motivo, se non l’odio contro il diverso: in questo caso, l’omosessuale. Gli assalitori sono una giovane coppia, vicini di casa delle vittime. E non era la prima volta: « Abbiamo chiamato la polizia locale diverse volte, ma non sono mai intervenuti. Mio marito ed io siamo giù stati malmenati e offesi da queste persone». Fino ad arrivare a lunedì sei agosto, quando la violenza ha toccato il suo apice: “ Ci hanno sputato alla macchina mentre parcheggiavamo — racconta -. Thom è stato aggredito dalla ragazza con un pugno; io sono sceso per difenderlo e sono stato picchiato con il bloccasterzo fino a perdere sensibilità negli arti » . A quel punto, l’aggressore, con Mauro a terra e indifeso, ha sferrato il colpo di grazia, colpendolo sulla testa. Ha attaccato per uccidere».

Gianluca Durno

17/08/2018

Effettua il login o registrati

Per poter completare l'azione devi essere un utente registrato.