Dalla rassegna stampa Cinema

Misteriosa e sfuggente è la Napoli di Ozpetek

…Da segnalare un pregio raro: potenti scene di sesso, con pari attenzione ai corpi maschile e femminile….

Misteriosa e sfuggente è la Napoli di Ozpetek

PAOLO D’AGOSTINI

Ferzan Ozpetek cita i propri film Le fate ignoranti, La finestra di fronte, Cuore sacro come precedenti dove, come in questo Napoli velata, una donna (le attrici erano rispettivamente Margherita Buy, Giovanna Mezzogiorno come qui, e Barbora Bobulova) è costretta da eventi traumatici e inaspettati a compiere un viaggio interiore alla scoperta di sé. Ora ci troviamo alle prese con una storia che secondo le preferenze del regista è molto melodramma e anche noir ma che secondo le sue stesse parole è anche un mystery e un thriller ( La donna che visse due volte, un Hitchcock rivisitato dalla sensibilità estetizzante del regista italo-turco) di cui quasi nulla si può raccontare senza disturbare la scoperta della visione. La città prescelta e il velo del titolo, accostati, sono il cuore del film.
Napoli dove Ferzan dice di sentirsi a casa come nella sua Istanbul e come nella Roma in cui ha scelto di vivere. E il velo che coprendo rivela, che “non occulta ma svela”. La sintesi risiede nel vedere Napoli come il luogo dell’ambiguità, misteriosa e sfuggente, della convivenza tra opposti, “perfetto amalgama”.
Carica, ai suoi occhi, di fascino evocativo. Del resto come incipit Ozpetek sceglie la rappresentazione del rito arcaico del “parto maschile” dei femminielli. E la Napoli che sceglie non è quella popolaresca colorata luminosa e chiassosa ma quella dei palazzi nobiliari i cui spazi sono intrisi di echi.
Un’antica e aristocratica residenza che già servì a suo tempo come set per L’oro di Napoli. Qui Adriana, anatomopatologa, partecipa a una serata con la sua strana famiglia allargata (elemento sempre presente nei film di Ferzan), in particolare la zia Adele di Anna Bonaiuto, il Pasquale di Beppe Barra e la Catena di Luisa Ranieri, e incontra un uomo (Alessandro Borghi). Incontro bollente e brevissimo. Da segnalare un pregio raro: potenti scene di sesso, con pari attenzione ai corpi maschile e femminile. Ma dura una sola notte. Poi un fatto tragico lacera il sogno ma non senza lasciare tracce ingombranti e ossessive nella vita e nella mente di Adriana, completamente sconvolta.
In realtà, confessa il regista, Napoli non è stata subito la location prescelta quando ha iniziato a concepire il progetto.
Erano sì presenti luci e ombre, vicoli bui e spazi assolati ma erano quelli del viaggio nella mente e nel cuore di una donna, un labirinto di sensualità e paura che ha assunto solo dopo i contorni di Napoli. La città si è imposta come perfetta corrispondenza al tormentato percorso del personaggio. Se la creatività di Ozpetek non è lineare nei risultati ( Rosso Istanbul era deludente) non gli si può negare coerenza di stile. Voto: 3,5/6

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