Corpi disegnati e immagini felici contro l’omofobia
CHE le parole siano importanti è ormai (si spera) un concetto assodato, un tormentone di “morettiana” memoria che nel linguaggio comune gode di evidente popolarità. Ma la tesi resta perlopiù in superficie. È la contraddizione di un’attualità che si mostra ipersuscettibile al ricorso ai termini “giusti” e poco e male riflette sul come e sul dove le uscite verbali aggressive si sedimentino, attecchiscano, lascino tracce. E il libro fotografico del napoletano Antonio Mocciola, edito da Iemme, cala l’enfasi letteralmente su un luogo che, quando non è oggetto di vere mazzate, assorbe colpi a voce: il corpo. Non senza ironia il progetto espone in successione una serie di scatti privi di veli, centoventi fisici nudi che riportano altrettante frasi omofobe pronunciate in Italia e non solo da personaggi famosi. Cantanti, politici, personalità ecclesiastiche, giornalisti, scrittrici, attori, dirigenti sportivi. Nessuna categoria si fa mancare un insulto al mondo omosessuale. Il repertorio appare in tutta la sua vasta estensione e nelle immagini, firmate da Carmine Miceli, uomini e donne portano visivamente “addosso” attacchi celebri, spesso oggetto di polemiche rimbalzate nel tempo tra social e media. Da “i gay sono ideologicamente viziosi” di Mario Adinolfi a “noi uomini siamo fatti per amare le donne” di Alain Delon, da “un gay non può fare il calciatore” di Luciano Moggi a “il figlio di una coppia gay parte con un handicap” di Matteo Salvini. Si dice “frasi infelici”, aggiungendo quasi per caso un riferimento più profondo all’armonia interiore di chi generalmente le urla, perché ad andarci rispettosi su temi, se non delicati, sicuramente complessi è tendenzialmente questione di equilibrio e spessore, personale e sociale. L’autore presenterà il libro, che include un testo di Fabio Canino, martedì 24 ottobre alle 18 al Teatro Zona Vomero.
(adele brunetti)