Dalla rassegna stampa Teatro

Il nostro schiaffo all'omofobia con una stola color cipria

Garofano Verde: metti, una sera a teatro

«Metti un’età dell’uomo, l’adolescenza, quando cominci a formare un’identità ma hai bisogno di stabilire una rete sociale. Metti l’ignoranza degli altri, il timore del differente, l’angoscia bovina che non ci sia un ordine preciso sulla Terra. Metti un colore, il rosa, da sempre sinonimo falso di femminilità, di morbidezza emotiva..»: parte da qui Still life, il nuovo spettacolo di Ricci/Forte, il duo di attori e registi per i quali si sono sprecate nel tempo etichette («cinici, disincantati, cupi, tristi, enfants terribles, dissacranti, provocatori, trasgressivi»), ma il cui teatro si può sintetizzare nella capacità di raccontare con un uso unico dello spazio e dei corpi grandi temi della società contemporanea.
Lo spettacolo sarà al Teatro Argentina in una sola data, martedì 25 giugno, per il ventennale di «Garofano Verde», la rassegna di teatro omosessuale di Rodolfo di Giammarco, che «rassegna» non può più chiamarsi (vedi articolo sotto). Una sciarpa rosa, dunque: con una sciarpa rosa si è impiccato un adolescente romano irriso per via di quell’«angoscia bovina» di cui parlano Stefano Ricci e Gianni Forte. Insulti, sputi, derisioni, perché la tua identità sessuale non è quella che tutti si aspetterebbero, e la mandria è là fuori che bofonchia, inferocita, pronta a espellere tutto ciò che vede come «diverso». Spiega Stefano Ricci: «La stola color cipria è lo spunto per scoperchiare un vaso di Pandora di ottusità, che non consistono tanto nel mobbing omofobico, quanto nella diffidenza, nella paura, nello spavento, nell’ansia verso qualcosa di differente in un processo di omologazione che desertifica ogni possibilità espressiva». Prosegue: «Forse siamo le persone giuste, noi che veniamo definiti artisti eversivi e non inquadrabili da chi è affetto dalla sindrome dell’archivista, per un atto civile e un’assunzione di responsabilità, quando tutt’intorno la società e le istituzioni governative se ne lavano le mani. Secondo la nostra grammatica, certo: attraverso uno sguardo onirico che ha però un traguardo concretissimo, ed è la sensazione di pesantezza che deve gravare su ciascuno di noi ad ogni morte dovuta alla “differenza”».
L’impianto della performance è quello di una «conferenza emotiva. Non vedrete personaggi, ma persone che iniziano a confrontarsi sul palco e in platea». I performer agiranno su uno sperone che si stacca dal proscenio: «Mai lo spettatore è stato così profondamente coinvolto. Inchiodato alle proprie responsabilità. Protagonista della storia. La sciarpa rosa? Una sorta di filo da pesca, di amo, che perde i connotati fantastici per diventare cappio». Dodici ore di lavoro al giorno, un trainer per i momenti di debolezza, il sudore, le emozioni, i cortocircuiti fra la compagnia di sempre e una new entry: è noto il modo di lavorare di Ricci/Forte, di diverso c’è semmai quel palcoscenico così istituzionale. «Per il tema trattato avevamo bisogno di uno spazio che rappresentasse l’ignavia della città, il teatro borghese per eccellenza – precisa Stefano -. Abbiamo proposto a Lavia il nostro progetto, e lui l’ha accolto a braccia aperte. Vedremo che futuro avrà: non c’è l’intenzione di farlo diventare uno spettacolo di repertorio, ma sarebbe utile portarlo nelle scuole».

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Garofano Verde: metti, una sera a teatro

Manifestazione senza fondi non si conosce il futuro

«Garofano Verde» festeggia con i cinque performer di Still Life (Anna Gualdo, Giuseppe Sartori, Fabio Gomiero, Liliana Laera, Francesco Scolletta) il suo ventennale. Strano compleanno, per la rassegna di teatro omosessuale ideata e diretta da Rodolfo di Giammarco e storicamente ospitata al Teatro Belli. Un’unica data secca. «Il Comune ci ha sempre finanziato – spiega di Giammarco – in virtù del nostro impegno su tematiche civili. Nell’assenza però di una politica programmatica per le arti dello spettacolo ci siamo ritrovati senza alcun appoggio, e anche se abbiamo partecipato al bando a cui il nuovo sindaco ha ora garantito una copertura finanziaria, non sappiamo se, e quando, riusciremo a proporre la rassegna».
Così «Garofano Verde» spegnerà le venti candeline simboliche sul palco dell’Argentina: «Abbiamo fatto il giro delle sette chiese teatrali. Poi Gabriele Lavia ha creduto nell’idea di un intervento unico su un tema civilissimo come il bullismo che miete vittime fra i nostri giovani. Still Life è il nuovo evento teatrale di Ricci/Forte per il 2013, il loro uso iconoclasta degli spazi irromperà sul palcoscenico istituzionale del Teatro di Roma». «Il Belli è e resta la nostra casa madre – incalza di Giammarco -. Speriamo fra settembre e dicembre di veder di nuovo materializzarsi a Trastevere spettacoli che da sempre regalano un paesaggio necessario e universale di sguardi, oltre la loro matrice omosessuale».

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