Bologna – «Da teologo e gay non mi stupiscono le posizioni del Vaticano, ma che il Pd e la sinistra non reagiscano» . Di fronte alla platea del Cassero, riunita per un confronto tra i tre candidati alle primarie del centrosinistra, Benedetto Zacchiroli scopre le carte della sua vita privata e rende pubblica la sua omosessualità. Scatenando un brusco scontro con il Democratico Virginio Merola, che lo accusa di «inseguire gli applausi sparando sul Pd» . Arriva come uno sfogo improvviso, tanto da rischiare di passare inosservato, l’annuncio di quello che da ieri è il primo aspirante sindaco nella storia di Bologna dichiaratamente omosessuale. Moderati dal giornalista Beppe Ramina i tre sfidanti parlano delle tematiche che premono di più al pubblico dello storico circolo Arcigay: matrimoni omosessuali, Aids, servizi e campagne si sensibilizzazione. Sulla determinazione a celebrare unioni omosex una volta eletti, Merola e Zacchiroli marciano praticamente all’unisono. «Sono disponibile a farli e a portare il tema all’Anci e al governo » , dice il Democratico, mentre l’outsider civico sottolinea che i cittadini omosessuali hanno diritto unirsi in matrimonio e formare una famiglia» . Più prudente l’altra candidata civica, Amelia Frascaroli: «Io mi riconosco nella Costituzione e nel fatto di essere cristiana, ma un sindaco può e deve anticipare con gesti simbolici questi riconoscimenti» . Una dichiarazione di prudenza che finisce subito nel mirino di Merola. «Se vogliamo fare il sindaco tiriamo fuori le palle, perché se ci fermiamo alle cose simboliche poi ce la raccontiamo tra noi e la gente vota Berlusconi» , sbotta l’ex assessore all’Urbanistica, che critica le ultime dichiarazioni del Vaticano su sfera privata e sessualità. Ed è qui che Zacchiroli, tra lo stupore degli oltre cento presenti, fa il suo coraggioso outing. «Da teologo, da gay e da quello che sono voglio dire una cosa _afferma l’ex collaboratore di Cofferati —: che il Vaticano abbia posizione retrograde non mi stupisce. Mi stupisce invece che ci sia un partito che si dice democratico che non reagisce e una sinistra che non sa stare con schiena dritta» . Invece, insiste il Zacchiroli rivolto agli altri sfidanti, da Bologna deve partire il messaggio che qui c’è una sinistra diversa, che non china il capo ed è per il matrimonio, gay» . Dalla platea parte l’applauso più convinto della serata, ma contro il j’accuse di Zacchiroli insorge il candidato Democratico. «Benedetto non ci siamo, vuoi l’applauso facile? Oggi va di moda sparare sul Pd, ma se lo demoliamo chissà come finisce questa sinistra» , scandisce Merola, sottolineando che la posizione dei Democratici «è quella che stasera abbiamo detto entrambi» . «Evitiamo di sparare sulla croce rossa e fare democrazia facile— conclude l’ex assessore— perché è quella che ha candidato Delbono, una scelta che non apparteneva al Pd e a cui mi sono opposto» . Francesco Rosano
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da La Repubblica
Zacchiroli si racconta “Sono gay, lo sapevate?”
SILVIA BIGNAMI
Il candidato alle primarie ospite in una serata al Cassero
Zacchiroli si racconta “Sono gay, lo sapevate?”
«Vi dico una cosa, come teologo e come gay…». Il coming out di Benedetto Zacchiroli, candidato alle primarie del centrosinistra, arriva al Cassero, durante un dibattito sui diritti civili con gli sfidanti Virginio Merola e Amelia Frascaroli. Nessuna sorpresa. «Dichiararsi non è pettegolezzo» ha detto una volta il governatore della Puglia Nichi Vendola, pure lui gay e cattolico. Come Zacchiroli, teologo, omosessuale, e oggi candidato a Palazzo D´Accursio.
Zac infila la sua confessione pubblica in un discorso, senza soffermarsi più di tanto. Si parla di coppie di fatto e matrimoni gay. Lui risponde così, alla domanda del pubblico: «Come teologo e come gay, come quello che sono, dico che non mi stupisce che il Vaticano abbia posizioni contrarie. Mi stupisce molto invece che la sinistra e il Pd non abbiano il coraggio di dire quel che si deve dire, e di avere la schiena dritta. Vorrei un Pd e una città che vivono la differenza come una ricchezza». Naturalezza per quella che ritiene essere solo una scelta privata, resa pubblica ieri nell´alveo della comunità gay più estesa di Bologna, quella dell´Arcigay al Cassero, che ospita l´ennesimo tribattito tra i candidati alle primarie. Tema: «Promuovere partecipazione e diritti di cittadinanza». Zac esce allo scoperto. Non ne fa una bandiera, ma nemmeno lo nasconde. Nessuna novità, in realtà, perché non è il primo caso. L´ex capogruppo Pd a Palazzo D´Accursio, Sergio Lo Giudice, è stato presidente di Arcigay. Il consigliere regionale Franco Grillini ha fatto della sua omosessualità quasi una ragione politica. Senza considerare, a Roma, i tanti “coming out”, dall´ex segretario dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio, all´ex conduttore Alessandro Cecchi Paone, che dichiara la sua bisessualità nel 2004, candidandosi alle Europee con Forza Italia. Ma se il passo avanti dei candidati che dichiarano la propria omosessualità non è una notizia per il Paese, lo è certamente nella corsa a Palazzo D´Accursio. Sindaci gay, Bologna non ne ha mai conosciuti. Anzi, spesso sotto le Torri, spesso ci si è scontrati sui temi della laicità, tra quozienti familiari, centristi e Pd sempre incerto sui temi etici. Per non parlare del sì alle nozze gay. Il sindaco Flavio Delbono rifiutò di celebrare il matrimonio simbolico di una coppia omosessuale, tra molte polemiche della comunità gay. Oggi il vento è cambiato. Forse a cominciare da “Diverso di chi?”, il bel film la cui sceneggiatura, scritta proprio dal bolognese Fabio Bonifacci, narra di un trentacinquenne gay che diventa candidato sindaco della sinistra. Alla fine perde le elezioni. Ma questa, come si dice, è un´altra storia.