Dalla rassegna stampa Personaggi

Intervisa ad Aldo Busi

…La casa di Aldo Busi a Montichiari, provincia di Brescia, meriterebbe un’intervista a parte. O, forse, ancora meglio, una nota a piè di pagina come quelle che si trovano nei romanzi di David Foster Wallace…

BUSI Storia Il cardinale Angelo Bagnasco? «Per uno come lui, che equipara pedofilia e omosessualità ci vorrebbe il deferimento al Tribunale dell’Aia, come per Milosevic». Vladimir Luxuria ? «Una spia del regime clericale». Nichi Vendola? «Altra spia, sempre contornata da cardinali e vescovi». Marco Pannella? «Un fantasma. Le sue parole non valgono nulla, perché ha non mai spiegato fino in fondo la sua sessualità».

La casa di Aldo Busi a Montichiari, provincia di Brescia, meriterebbe un’intervista a parte. O, forse, ancora meglio, una nota a piè di pagina come quelle che si trovano nei romanzi di David Foster Wallace: dalle tazzine da caffè con l’immagine della Gioconda di Leonardo fino alla scultura di un ragazzo nudo al sole, rivolta verso le finestre aperte sul giardino. È in fondo anche per questa casa che l’intellettuale, letterato e scrittore ha deciso di rimanere in Italia.

«E dove lo trovo un altro dormitorio come questo?», dice, intervenendo nel dibattito sui rischi di una deriva omofobica anche a sinistra, occasione per bocciare, oltre al nostro giornale («Dovete svegliarvi, trovare nuovi punti riferimento: avrei preferito parlare con Novella 2000»), «un certo vittimismo gay» e la maggior parte dei politici italiani (sia di destra che a sinistra), ma salvandone infine due: Gianfranco Fini e Italo Bocchino. Il primo per la «scaltrezza politica», il secondo «fegato esemplare a parte», soprattutto per il cognome che porta. «Sa com’è, noblesse oblige…».

Nichi Vendola La sinistra deve temere di scoprirsi omofobia?
Deve temere ogni intolleranza strutturale che fomenti l’odio sociale. Se la cultura sociale è determinata dalla politica del momento, il sillogismo lo si trova molto facilmente: la sessualità non è una cosa privata ma è una cosa politica. Non potrei mai rinunciare al mio slancio politico per stabilire che la sessualità umana, fermo restando l’ottemperanza alla sacralità e alla intangibilità dei bambini, non è vidimabile da alcuna giurisdizione o legislatura, restrittiva o discriminatoria.

Quindi?
La politica italiana deve affrontarla da un punto di vista culturale ormai secondo lo spirito europeo, perché dove esiste l’omofobia si è arenato il pensiero civile. Mi sembra molto interessante il cambio di passo che ha avuto Gianfranco Fini da quando si è staccato dalla sua ex moglie e da quando è stato in Israele.

Quest’anno è andato a votare?
Per la prima volta mi sono astenuto.

Come mai?
Bersani a ventiquattr’ore dal voto si è messo a dire di no ai matrimoni tra omosessuali. Avrà perso all’incirca 800mila voti, guadagnandone duemila tra gli omofobi. Ecco, una cazzata del genere, Fini, che è uno troppo scaltro, sa che non potrebbe farla, perché sarebbe la sua distruzione. E a questo si è arrivati grazie a me, non grazie a Luxuria, Grillini o Paola Concia.

Insomma, non salva nessuno del mondo omosessuale italiano?
Dovrei salvarne qualcuno? In questi anni non hanno fatto nulla contro la chiesa e per questo motivo niente contro l’omofobia. A partire dalla mia prima opera (Seminario sulla Gioventù, 1984), il mio anticlericalismo è sempre stato integro, retto e coerente. Non c’è mai stato un cedimento. Occhio per occhio, dente per dente. E guardi che è dura in Italia…

È anticlericale, ma è favorevole all’ora cattolica di religione.
Ben vengano, sono una grande riserva di anticlericali in erba.

Perché non ha votato Fini?
Perché non ha ancora rappresentanti alla sua altezza sul territorio. Sono tutti avatar di Alleanza Nazionale e della sua ex moglie. Per fortuna ha trovato questa nuova compagna.

Secondo Vittorio Feltri, direttore del “Giornale” non è stata una fortuna…
Solo per il fatto che lo dice Feltri vuol dire che ha fatto tombola.

I sondaggi non sembrano premiarlo però.
Ma vadano a cagare i sondaggi! Vengano da Busi qui a Montichiari che gli spiego io quanto vale Gianfranco Fini in termini elettorali: almeno il doppio cioè il 12 per cento.

C’è un solido elettorato cattolico in Italia?
Tutte balle. Ce ne saranno al massimo sessantamila che sono poi sono i polacchi nostrani, che vanno a San Pietro tutte le domeniche. Il resto della popolazione sa perfettamente che non può essere omofobo o allineato alle gerarchie vaticane perché oltre a rappresentare la feccia della società, si taglierebbe fuori dai mercati internazionali.

E la Lega Nord?
È sopravvalutata. È un partito che si esaurirà da sé, perché chiuso nei suoi confini di patetica e obsoleta tribalità.

Non salva nemmeno i Radicali?
Rappresentano la nostalgia degli anni ’70. Hanno problemi di affitto, di manifesti, di retorica ancorata al piccolo mondo antico. Ci sono sempre di mezzo i soldi e il primo che arriva se li compra. Si può partire con un certo idealismo, ma alla fine la politica è il denaro che costa.

E i politici gay che si espongono in prima persona?
Non si devono esporre in quanto gay: lo devono dare per scontato. Io mi occupo di diritti civili in quanto cittadino, non in quanto omosessuale.

Non c’è neanche uno che l’ha convinta in questi anni?
Alla mia altezza non ne ho visti mai.

E all’estero?
Ci sono stati Willy Brandt e Josè Luiz Rodriguez Zapatero: è Zapatero l’uomo d’inizio secolo. In Italia ho votato sempre a sinistra e li ho quasi tutti rimossi. Ho visto recentemente Occhetto, Rutelli, D’Alema, Bersani e la Melandri: credo sia opportuno rivalutare le teorie pedagogiche della Montessori e quelle criminologiche del Lombroso.

Lei è a favore dei Pacs?
Gli omosessuali si meritano la disgrazia di avere un matrimonio come tutti, al contempo diritto e cappio al collo.

Perché attacca il Vaticano così violentemente?
Non hanno bisogno delle mie spallate. Anzi, tutto quello che fa uno come me contro il Vaticano, involontariamente, lo fa per aiutarlo.

In che senso?
Nel senso che se volessero, potrebbero imparare a lavorare, raddrizzando un barcone che è quasi affondato. Sa un’altra cosa?

Mi dica.
Io non credo che Ratzinger non sappia chi è Aldo Busi.

Ovvero?
Tutte le volte che ho incontrato un prete ho incontrato un lettore di Busi. Quando incontro un fascista incontro un lettore di Busi. Quando incontro un lettore di sinistra incontro un lettore di Coelho, cioè un non lettore.

E gli omosessuali la leggono?
No, loro non mi leggono.

Perché?
Perché non sono uno scrittore gay, non scrivo storie gay, non ho il senso del vittimismo gay. Secondo loro io sono uno svergognato e soprattutto non ho una seconda vita.

Ovvero?
Gli omosessuali hanno una doppia vita anche rispetto alla propria omofobia.

Nichi Vendola manifesta la propria omosessualità e la sostiene.
Non vuol dire niente se al contempo sostiene la propria fede cattolica. Spesso manifestare è soltanto il modo migliore per occultare, perché una cosa messa di fronte a tutti non la vede più nessuno.

Che idea si è fatto del caso Marrazzo?
L’ho seguito con distacco, anche perché i transessuali mi fanno molta pena. I punti, in ogni caso, sono due. Primo: Marrazzo ha fatto di tutto per essere scoperto perché bramava all’idea di autodenunciarsi e tirare un sospiro di sollievo. Secondo: il fatto che andasse a travestiti con moglie e figli è stato comunque un avanzamento rispetto a quello che ha fatto dopo, cioè andare in convento a purgarsi l’anima.

Ah sì?
Il convento è stata la cosa più inconfessabile e criminogena, esattamente come Malgioglio, sospeso dalla Rai a suo tempo, che dopo qualche mese è stato visto con le candele in mano a Lourdes. Non so se mi spiego: stiamo parlando di Malgioglio con le candele solo in mano.

A lei è pesata la radiazione in Rai?
Ma cosa vuol dire radiamo Busi dalla Rai? Ma radiate vostra sorella che è lì e occupa una sedia a spese dei contribuenti. Bisognerebbe chiedersi che faccia hanno i responsabili della mia radiazione e quali premi riceveranno per aver affossato un programma costato milioni di euro come l’Isola dei Famosi: senza di me l’Isola ha perso e il suo Venerdì e il suo Robinson Crusoe.

Aveva offeso il Papa.
Se uno pensa alla pochezza delle cose che ho detto, rispetto a quello che stava succedendo nelle Diocesi di tutto il mondo circa i casi di pedofilia conclamata portati in tribunale, mi sembra una freccetta nella coda di una balena arpionata al cuore.

4/5/2010

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