Tre film del regista americano
Per gli amanti di Gus Van Sant, uno dei maggiori registi indipendenti e di tendenza del cinema americano, l’occasione è davvero ghiotta: il mercato homevideo fa uscire contemporaneamente tre titoli della splendida, e quasi impeccabile, filmografia del regista di Belli e dannati. Andando a ritroso, si tratta della tanto attesa tripla versione di Milk (semplice, speciale con due dischi e in blue ray), del film shock Elephant e dell’opera prima di Gus, quel Mala Noche inedito nell’homevideo e di fatto quasi sconosciuto in Italia.
Partiamo da quest’ultima opera. Gus Van Sant arriva al suo primo lungometraggio dopo una serie di corti in cui, come tutti, è alla ricerca non solo di un suo immaginario ma anche di una cifra stilistica. Chiunque vedesse ora questo film senza sapere chi sia l’autore indovinerebbe al volo la matrice del nostro regista. Un bianco e nero perfetto, girato in 16 mm, con un budget di 25 mila dollari (siamo nel 1985), tratto da un racconto a sfondo autobiografico di Walter Curtis, sceneggiato, montato, prodotto e diretto da Gus Van Sant che insegue la storia d’amore impossibile tra due ragazzi in quel di Portland. Walt è un giovane omosessuale che si innamora di Johnny, immigrato messicano clandestino, minorenne, che non parla una parola di inglese e che non contraccambia quella passione. Un melodramma gay con sfondo tragico scritto da un regista da sempre votato al racconto di quell’immaginario omo-statunitense.
RIBELLE DI GENIO
Mala Noche arriva ora in Italia sull’onda della riscoperta cannense avvenuta l’anno scorso grazie alla cura e all’omaggio della Quinzaine che propose una stupenda copia restaurata (poi distribuita dalla francese MK2). Qualche fortunato l’ha potuto vedere in alcuni festival italiani. Ora, la versione in dvd proposta dalla Pacho è certo scarna (il film è in lingua originale con sottotitoli in italiano e non c’è la versione doppiata), senza alcun apparato extra, ma tanto basta per mettere occhi, orecchio e cuore al primo battito di questo «genio ribelle» che proprio quando è più libero riesce in opere egregie.
Da Mala Noche a Milk, il salto non è breve, c’è tutta una vita e tutta una filmografia. Eppure è più che interessante cercare in Mala Noche tutti gli elementi di continuità che hanno portato Gus Van Sant a definire un immaginario unico e tipico. Se gli inizi coincidono con una storia torva di un melodramma giovanile omoerotico, l’opera ultima racconta lo sfondo politico e sociale della battaglia degli omosessuali per la definizione pubblica della loro identità. Milk è anche questo, e l’edizione speciale (davvero bella) propone anche il documentario The Times of Harvey Milk di Robert Epstein e Richard Schmiechen. Documento straordinario che ha fatto da colonna guida per la versione cinematografica.