LONDRA — Dodici anni d’amicizia, cento ore d’interviste, otto mesi di scrittura, infine il no della protagonista, Charlotte Rampling, una donna cui lo scandalo non ha mai fatto paura. Che cosa abbia portato l’attrice britannica a cambiare idea sulla sua biografia non è chiaro, soprattutto per il fatto che si era raccomandata che non ne uscisse un ritratto esclusivamente positivo.
Fatto sta che il caso è ora in mano agli avvocati. La casa editrice Bloomsbury è stata costretta a cambiare la descrizione del volume, da autorizzato a non. La pubblicazione, prevista per settembre, è incerta. La diva è pronta a impugnare la legge sui diritti umani. Il libro (dal titolo Charlotte Rampling- From Ingenue to Icon), sostiene, viola la sua privacy. All’origine del dietrofront, stando all’autrice Barbara Victor, ci sarebbe un brano in particolare. «Leggendolo, Charlotte ha perso la calma — ha raccontato la scrittrice al Daily Mail —. Ha detto che assolutamente non si poteva pubblicare, che avrebbe tirato fuori tanto marcio ». Non è dato sapere di che cosa si tratti. Le chiacchiere comunque non mancano. C’è chi avanza l’ipotesi che a rappresentare l’ostacolo siano i trascorsi sessuali giovanili sullo sfondo di una Swinging London dove sperimentare era all’ordine del giorno. «Quello che a vent’anni può sembrare un divertimento, uno svago, con il tempo assume un aspetto diverso, soprattutto se visto dall’esterno».
È possibile che il nuovo compagno di Charlotte — hanno raccontato al Mail «amici» di vecchia data — abbia solo un’idea vaga del suo passato. Di certo Jean-Noel Tassez, un imprenditore, ha dieci anni in meno dei 63 di Rampling. Non può aver vissuto la trasgressione degli anni ’60 da protagonista.
Non mancano altre teorie, in particolare che il no di Charlotte sia dovuto al racconto del suicidio della sorella Sarah, a 23 anni, nel 1966. Le due ragazze erano molto legate. L’attrice non ha mai parlato pubblicamente della grave perdita subita da giovane, principalmente perché il padre, un colonnello dell’esercito britannico, volle nascondere la realtà alla moglie e mentì sulle ragioni del decesso parlando, invece, di emorragia cerebrale. «Fu lui a incoraggiarla a uscire e a continuare a divertirsi», ha sottolineato Victor. Charlotte pagò il prezzo più di vent’anni dopo. Nel 1988, quando era ancora sposata con Jean-Michel Jarre, ebbe una crisi nervosa, causa, in parte, del divorzio che seguì.
Prima di conoscere la verità bisognerà aspettare la pubblicazione del libro, o la causa, a seconda dell’evolversi della situaz ione. Barbara Victor, prevedibilmente, è delusa. «Ho scritto dodici libri, non mi è mai successo di dover ingaggiare un avvocato».
Tra tutte le relazioni professionali, quella con Charlotte prometteva di essere la meno problematica. «Siamo sempre andate molto d’accordo, abbiamo sempre avuto molta stima l’una dell’altra. Non avrei mai immaginato che questa biografia si sarebbe trasformata in un incubo». Victor non è la prima a mettere a nudo la vita di Rampling. Lo aveva già fatto, con Charlotte Rampling with Compliments, Dirk Bogarde, suo co-coprotagonista e grande ammiratore.
«All’inizio avevo dubbi sul suo talento — raccontò —. Era bellissima, credevo che oltre alla bellezza non avesse nulla. Mi dovetti ricredere. Riusciva a comunicare senza parlare un’intensità impossibile da dimenticare ». Insieme fecero diversi film, da La caduta degli dei, di Luchino Visconti, alla pellicola che trasformò Rampling in un mito, Il portiere di notte, la storia di una superstite di un campo di concentramento che alcuni anni dopo la liberazione incontra per caso la sua ex guardia. Nasce un rapporto passionale e distruttivo, in cui Rampling sfodera un erotismo diventato poi suo segno particolare. Non più giovanissima, continua ad attirare ruoli emotivamente complicati, anche se con le scene di nudo dice di aver chiuso. «Una cosa è spogliarsi davanti alle telecamere quando sei giovane, bella e la gente ti guarda volentieri. Dopo una certa età non si può più. Non evocheresti altro che compassione e pietà ».