Dalla rassegna stampa Cinema

Roma 2008 - Donne coraggiose

Libertà soffocata, diritti violati, infanzia negata nei film sulle pari opportunità …Il libro – che France 2 ha già trasformato in uno sceneggiato tv – racconta con candore e umorismo la storia di tre bambini rimasti orfani che devono essere affidati ai due fratellastri: una donna anaffettiva e …

Privazioni continue, libertà negate e sogni offuscati dal chador. Le donne in Iran combattono una battaglia quotidiana per difendere diritti civili che il regime dei mullah vorrebbe cancellare. Con coraggio, il regista Mohammad Shirvani ha deciso di raccontare questa realtà partendo delle più deboli. Nella pellicola «7 filmsaz zan-e nabina» (domani alle 22.30 al Teatro Studio) sono sette le donne cieche che seguono le lezioni sul linguaggio cinematografico. La cinepresa rappresenta per loro un’importante e rara occasione di riscatto sociale. Il film-documentario è uno delle opere inserite in «Le storie del cinema per le pari opportunità», percorso trasversale alle varie sezioni del festival, realizzato dal ministero per le Pari Opportunità e dall’ Unicef. I titoli selezionati hanno al centro situazioni difficili in cui i diritti civili sono negati e persino l’infanzia è un privilegio riservato a pochi.
Tra questi film, da segnalare domani alle 10 «El viaje de Teo» del messicano Walter Dohener che racconta l’immigrazione clandestina negli Stati Uniti con gli occhi di un bambino. In contemporanea nella Sala Sinopoli sarà presentato «La siciliana ribelle» di Marco Amenta che racconta la storia vera di Rita Atria, una ragazza che si ribella alla mafia e denuncia gli assassini del padre e del fratello.
Tra i riconoscimenti ufficiali del festival c’è anche il premio letterario Paolo Ungari/Unicef dedicato ai libri per l’infanzia che affrontano il tema delle pari opportunità. Tra i cinque i finalisti c’è Marie-Aude Murail, parigina nominata cavaliere della Legione d’onore, che era ieri all’Auditorium per presentare «Oh Boy!» (Giunti). Il libro – che France 2 ha già trasformato in uno sceneggiato tv – racconta con candore e umorismo la storia di tre bambini rimasti orfani che devono essere affidati ai due fratellastri: una donna anaffettiva e un gay spensierato e poco incline agli impegni famigliari. «Questioni importanti, ma ne parlo sempre con un sorriso – spiega la scrittrice –. L’adolescenza è il periodo dei turbamenti sull’identità sessuale e la confusione può generare paura e discriminazione. Il miglior modo per sconfiggere i timori è l’ironia».
La giuria è composta da 36 alunni della scuola media Riccardo Quartararo di Ponte Galeria, «in ritiro» in un camping poco distante dall’Auditorium. «È un libro emozionante che con leggerezza parla di un sacco di temi importanti: il suicidio, l’abbandono dei figli, la fratellanza, la malattia e l’omosessualità » spiegano Simona e Francesca, 12 anni. «Ci ha insegnato – aggiungono Alessio, Oscar, Jussi e Simone – che ognuno ha la sua strada e nessuno può permettersi di insultare ». Fra i prossimi incontri con i finalisti, oggi sarà il turno della canadese Martine Leavitt che nel suo divertente «Bella la mia vita da Supereroe» (Salani) fa galoppare la fantasia. Domani arriverà un’altra canadese, Deborah Ellis, per presentare «Io sono un taxi» (Fabbri) che narra la triste vita dei bambini che crescono in carcere con le madri detenute. Completano la cinquina, «Alice e i Nibelunghi » di Fabrizio Silei (Salani) che racconta un’amicizia che supera ogni forma di razzismo e «Cronache birmane» di Guy Delisle (Fusi Orari) che affronta il tema della guerra.

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