TAORMINA
«Non faccio film gay o eterosessuali, non voglio mandare messaggi politici. Voglio solo raccontare i miei sentimenti, le mie emozioni, attraverso delle storie che non c’è bisogno di inventare, perché nascono dalla vita; ad esempio, stando sull’autobus, seduto accanto a noi ci può essere il film più bello».
Così il regista turco, ormai “naturalizzato” italiano, Ferzan Ozpetek, nell’ambito della sua “lezione di cinema” di ieri. Un lungo incontro, moderato da Mimma Nocelli, durante il quale il regista italo-turco ha raccontato il suo iter artistico e personale, il passaggio dall’infanzia e adolescenza vissute in Turchia, a Istanbul all’Italia, a Roma, dove si è trasferito nel 1976, ed ha parlato dei suoi film, tutti grandi successi di pubblico e di critica: da “Il bagno turco” (1997) a “Harem Suare” (1998), da “Le fate ignoranti” (2001), che gli ha dato la notorietà, allo stupendo “La finestra di fronte” (2003, film scelto per la sua “lezione”), da “Cuore sacro” (2005) a “Saturno contro” (2006), fino a “Un giorno perfetto”, ancora inedito; inoltre, si è soffermato sul suo modo di girare e di “improvvisare” sul set, sul rapporto tra sceneggiatura e film, sulla scelta degli attori, e così via. In quasi tutti i suoi film, una parte è sempre affidata alla simpatica attrice sua connazionale, Serra Yilmaz.
Per il “Campus universitario”, l’incontro, condotto da Lorena Bianchetti, è stato con la bellissima Nicoletta Romanoff, che, provenendo dal mondo della moda, è entrata nel mondo del cinema per caso, nel film di Gabriele Muccino “Ricordati di me”, risalente al 2003: anno in cui la Romanoff, proprio a Taormina, ha ricevuto il Premio “Guglielmo Biraghi” dedicato alle giovani promesse; poi altro cinema e TV (“Un anno a primavera”, “Pantani”). I rapporti tra cinema e televisione, il modo in cui sceglie i copioni, i ruoli che le sarebbe piaciuto interpretare (sicuramente Rossella O’Hara in “Via col vento”, da sempre il suo personaggio preferito), sono stati i principali argomenti di discussione, che hanno coinvolto i numerosi studenti, i quali hanno anche apprezzato gli interventi del docente universitario Dario Tomasello, che si è soffermato sul significato delle discipline dello spettacolo, a volte ingiustamente neglette dai vertici accademici.
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