«IL FEMMINIELLO napoletano si è evoluto, ed è diventato un trans – racconta Massimo Andrei, regista di Mater Natura, da venerdì nelle sale – e da Napoli ora è arri-
vato in Europa e anche in Giappone, dove il film sarà distribuito: questa figura del teatro tradizionale non aveva mai fatto tanta strada in vita sua». Ma anche il trans impegnato in politica, ovvero Vladimir Luxuria, che di questo film è co-protagonista, si è evoluto: ed è diventato deputato. Il rapporto tra cinema e teatro si è evoluto: se Mater Natura è il frutto dell’incontro tra Euripide, Filomena Marturano, Federico Fellini, e il «linguaggio popolare e diretto» di una tragi-commedia tradizionale. L’idea di società, di vita, di famiglia, anche quella si è evoluta, e nel film di Andrei il punto di vista transgender sul mondo acquista solarità e sorriso, non certo recriminazione politica (Pacs?) o tensione sociale: «Guardiamo il dolore con il sorriso, con il calore», spiega il regista. Insomma, si può dire che Mater Natura – presentato a Firenze come anteprima del Florence Queer Festival – è un film sull’evoluzione…
Eppure, Andrei, il suo è un film che parla di “impossibilità”: del lavoro, dell’accettazione sociale, di fare politica, di vivere un amore.
Di fronte a queste impossibilità, però, i nostri protagonisti non fuggono dalla società ma si spostano verso la natura madre. È un film molto legato alla tradizione, che rispetto e amo, ma che guarda avanti, in modo semplice, così che lo possano capire anche i bambini.
Non ci sono politica né indignazione. Come mai?
Il dato politico è marginale, è presente perché fa parte della nostra cultura, ma credo che sia fra le persone, nella mentalità, nella società, che si tirano le somme. Non in Parlamento. Perché se la società arriva a capire i problemi, ecco che la legge la segue. Non accade mai viceversa.
Eppure Vladimir Luxuria ha scelto la via del Parlamento. E anche nel film si accosta alla politica…
Il suo è stato un ruolo un po’ premonitore. Quando abbiamo scritto il film, a Vladimir non passava neanche per la testa di fare politica.
In un film che tratta della voglia di dignità sociale e civile dei transgender, sarebbe lecito aspettarsi qualche riferimento alla Chiesa. Eppure no. Perché?
Non posso entrare in polemica con la Chiesa direttamente, il giorno dopo l’uscita del film. Prima è necessario diventare forti, farsi capire, poi ci si può confrontare. E forse la forza mia e del mio film sta proprio nel fatto che del conflitto con la Chiesa non me ne frega niente.
I toni del film sono molto dolci e sereni. Non esprime una necessità di rottura, di fuga…
Non sono un radicale: sono per sanare gli strappi sociali, non per sradicare. Il passato, la tradizione, li amo e non li voglio buttare via. Sono per integrare e rivalutare, per sanare il marcio. La fuga, mai.
ELETTI alla Camera Grillini (Ds), De Simone e Guadagno (Rc). Al Senato Silvestri (Verdi)
Luxuria prima trans in un Parlamento d’Europa
d.v.
Il circolo di cultura Omosessuale Mario Mieli l’ha definito il «poker vincente», le quattro figure sarebbero gli onorevoli della comunità gay, lesbica e trans che nella prossima legislatura siederanno in parlamento. Titti De Simone e Vladimir Luxuria per Rifondazione Comunista, Franco Grillini per l’Ulivo, Gianpaolo Silvestri al senato per i Verdi. Di loro Wladimiro Guadagno, alias Vladimir Luxuria, è la prima persona trans che viene eletta nel Parlamento di uno stato Europeo. Come afferma Sergio Lo Giudice, presidente di Arcigay, «Nonostante le feroci e infami campagne di aggressione ad opera di Alternativa Sociale e di Alleanza Nazionale a cui è stata sottoposta l’onorevole Guadagno, è significativo che sia proprio l’Italia, a sei anni dalla prima parlamentare trans, Georgina Beyer, eletta in Nuova Zelanda, ad eleggere la prima parlamentare transgender in Europa». La riconferma di Grillini e De Simone, la cui elezione nel 2001 era stata sofferta, viene dunque affiancata da una novità di spicco che servirà da pungolo a quanti tendono a ignorare l’importanza per una società che possa definirsi civile di una percezione serena del fenomeno transessualità. Le storie che abbiano raccontato su Liberi tutti negli ultimi mesi denunciavano infatti come i tanti pregiudizi e le demonizzazioni nei confronti delle persone trans – associate spessissimo alla prostituzione – fossero alla base della sofferenza e del difficilissimo percorso di molti, a cominciare dagli adolescenti.
E difficoltà ci sono state anche ai seggi. «A riprova dell’importanza di questa elezione, denunciamo un fatto grave accaduto domenica al seggio n. 4 di Erice (Trapani), dove ad una persona transessuale, G.S., è stato impedito il voto perchè il suo nome risultava impropriamente nell’elenco degli uomini a dispetto dell’avvenuto cambio di identità anagrafica», continua Lo Giudice. Ancora, ulteriore novità di questi risultati è la «prima volta» di un gay al senato: parliamo di Paolo Silvestri, da anni impegnato nel movimento e in Arcigay, autore della pubblicazione dal titolo efficace, simile a uno slogan, «Omosessuale è naturale».
Il movimento ripone speranza, dunque, sul «poker» vincente. Anche se il futuro non appare in discesa. «Crediamo che il lavoro che aspetta i candidati eletti sarà molto ed il cammino non facile – sottolinea il circolo Mario Mieli -, ma saranno di certo supportati da tutta la comunità glbtq, che si vede finalmente rappresentata in maniera più corposa e che può tirare un respiro di sollievo e scrollarsi di dosso questi ultimi anni di governo Berlusconi in cui le richieste del movimento non sono mai state prese in considerazione». Lo Giudice, a riguardo, parla di un prossimo appuntamento con Prodi. «Ci congratuliamo con Romano Prodi per l’affermazione elettorale che ha permesso di mettere fine ad un’epoca, il berlusconismo, caratterizzata da una inaudita violenza antigay da parte di ministri e parlamentari e da un contrazione dei diritti civili nel paese – conclude il presidente di Arcigay – A Prodi, che riceverà l’incarico di formare il nuovo governo, chiederemo al più presto un incontro per ragionare insieme su come affermare anche in Italia il principio costituzionale dell’uguaglianza di fronte alla legge delle persone omosessuali, bisessuali e transgender, ricordando l’impegno assunto dal professore con Arcigay e Arcilesbica a “percorrere insieme il cammino in grado di portare a un riconoscimento pieno ed effettivo di questi diritti”».