“Da Sodoma a Hollywood”
Torino International Gay & Lesbian Film Festival
Istituto Luce
Museo Nazionale del Cinema
Torino Pride 2006
Presentano
Giovedì 13 aprile 2006 – ore 21
TEATRO NUOVO – SALA VALENTINO 2
Anteprima, in uscita nelle sale il 21 aprile
MATER NATURA
di Massimo Andrei
saranno presenti in sala il regista M. Andrei e gli interpreti Vladimir Luxuria e Maria Pia Calzone
Desiderio, una giovane transessuale (Maria Pia Calzone), si innamora ricambiata di Andrea (Valerio Foglia Manzillo), un bellissimo ragazzo che gestisce un autolavaggio. Così, Desiderio decide di cambiare vita e comincia a fare progetti per il futuro, ma scopre che Andrea è in procinto di sposarsi. Nonostante l’indecisione dello sposo, le nozze hanno luogo e Desiderio viene consolata dagli amici Massimino, Europa e Suegno, che progettano di allontanarsi dalla città per aprire alle falde del Vesuvio un centro di agricoltura biologica che dovrà servire anche da consultorio psicologico per uomini in crisi. Andrea, dopo il matrimonio, torna da Desiderio per manifestarle di nuovo il suo amore, ma lei lo respinge. I due potrebbero riavvicinarsi, ma una serie di eventi cambierà la loro vita e quella di tutti i loro amici.
PREMIO GAN DEL PUBBLICO – PREMIO ISVEMA – PREMIO FEDIC
Alla 20° Settimana Internazionale della Critica di Venezia
Ingresso libero fino ad esaurimento posti
In collaborazione con la Repubblica
Alla fine della proiezione incontro/festa presso:
IL MALE, Via Lombardore, 10
Note di regia
Mater Natura, storia d’amore e di riscatto sociale
Oltre all’eterno desiderio di cantare l’amore in tutte le sue forme, questa storia nasce anche dalla mia attenzione per la prostituzione. Un interesse per prostitute e travestiti che mi deriva dal controverso fascino di un mestiere in cui si coniuga l’assoluto del sesso e della morte, dell’amore e del denaro. Interesse e rispetto che ho per gente sofferente a cui, per anni, con la famosa Unità di strada (una forma di assistenza sociale) insieme ad altri volontari, durante notti gelide, ho portato tè caldo e bevande, preservativi, assistenza medica e assistenza legale sullo squallido marciapiede a chi, per costrizione o per bisogno, si prostituiva. Aiutando a trovare il modo per uscirne.
Della reale vita di marciapiede in questa comica e tragica storia è rappresentato ben poco, ma per poter scrivere questa storia è stato necessario vivere quelle esperienze ed imparare la lezione fondamentale: chi lavora per strada di notte o chi si prostituisce in altro modo è prima di tutto una persona che sta soffrendo e spesso ci si trova di fronte a sensibilità estreme o ad un cuore palpitante e molto più attivo di tanti altri.
La transessuale, sofisticata nel fisico e nella psicologia, è emblema della transizione/transazione dei nostri tempi. Transizione che significa passaggio da un millennio all’altro, passaggio da modelli culturali ad altri. Il suo essere iperfinto, ipertrasformato rispetto all’originale, e la mutazione fisica compiuta con laser, materie plastiche e chirurgia potrebbero rappresentare il passaggio dal regno dell’uomo a quello della macchina, dal regno dell’Umanesimo a quello del PostNaturale (i filosofi moderni hanno così definito la nostra epoca).
E quindi oggi quali figure, oltre le transessuali o i travestiti siliconati, ormonati, smontati e ri-montati a onore e gloria della tendenza di turno e dei modelli estetici correnti, meglio esprimono il passaggio?
In Mater Natura ho utilizzato, sì, un tipo attuale di “diverso”, la transessuale, ma il tentativo è antico: è possibile scrollarsi di dosso il proprio passato? (La signora delle Camelie docet…)
Chi proviene da una vita passata in qualche ambigua attività come la prostituzione, cosa deve fare per reinserirsi a pieni diritti nella società? Cosa deve fare per raggiungere in un modo o nell’altro la “normalità”, “l’accettazione sociale”?
I protagonisti di questa storia sono ex-prostituti o gente che tenta di non prostituirsi più, ma potrebbero essere anche ex-detenuti, ex-tossicodipendenti, ex-qualsiasicosa… il problema è come fare a scrollarsi il peso negativo del proprio passato, adesso che si è cambiati e si crede in altri principi? In società c’è un posto o una dimensione in cui il proprio passato e il proprio essere non viene ricordato costantemente?
Lungi dal voler essere una storia sulla condizione dei diversi, questo è un film che parla d’amore e di colori, di giochi, morte e tenerezze. Tutti i giovani e i meno giovani protagonisti mi è piaciuto pensarli e definirli come “eroi del sentimento” e inoltre ambientare questa storia nella città di Napoli, la più travestita delle città, è più che legittimo. In tutte le sue manifestazioni, nel suo sviluppo e nel suo sottosviluppo, in questa città risulta sempre evidente il duplice, la doppia vita. In questa dimensione dell’essere che è Napoli ci si apre con facilità all’ammodernamento e alle innovazioni, ma anziché fondersi con il preesistente, si ha solo affiancamento stretto di due realtà: insieme alle trasformazioni tecnologiche, urbanistiche e culturali, la città conserva con vigore i segni positivi e negativi delle tradizioni locali e le connotazioni antropologiche che affondano le radici nella storia e nelle credenze di questo popolo singolarissimo.
Con Mater Natura vorrei rivolgermi a tutti coloro che ignorano certe realtà, a chi giudica senza conoscere, a chi ha paura del diverso che è in ognuno di noi, alle persone delle generazioni precedenti, a quei falsi ciechi che invece hanno la possibilità di vedere e non guardano e non ascoltano, nonché a chi ama intensamente e a chi è innamorato dell’amore e, perché no?, anche ai bambini. Ho volontà di raccontare la levità e la brillantezza che scaturisce da figure come Desiderio, le cui vite e avventure spesso sconfinano nel surreale e nel teatro di animazione, e ho volontà di alleggerire la pesante fama di temibili invertiti e pericolosi attentatori della “sana” morale della nostra “rosea” gioventù.
Massimo Andrei