Dalla rassegna stampa Cinema

Basic, un film di notevole qualità filmica

… mostra punti-di-vista diversi sugli stessi eventi: è la stessa macchina da presa a farsi narratore principale della storia…

L’agente della DEA Tom Hardy è incaricato d’indagare sulla sparizione improvvisa di Nathan West, sergente di ferro detestato dai suoi marine (e, all’epoca, dallo stesso Tom). Lavora con lui il capitano Julia Osborne, che tutti i gradi dell’esercito considerano persona inadatta al compito. Bisogna interrogare i testimoni; ma ciascuno dà, dei fatti, un’interpretazione differente. Il consiglio è di non lasciarsi fuorviare dall’insuccesso americano di Basic: con ogni probabilità il pubblico, in coincidenza con la guerra in Iraq, ha rifiutato un film il cui presupposto è che ogni operazione militare sia avvolta nelle menzogne. Se invece parliamo di cinema, il livello di questo “thriller postmoderno” (così lo definisce il regista) è notevole. John McTiernan, uno che ha ridefinito i parametri del film d’azione (“L’inferno di cristallo” ecc.), conserva il suo straordinario senso della gestione dello spazio; in più, questa volta realizza un film sul punto-di-vista, portando il concetto al limite estremo. Non soltanto, infatti, mostra punti-di-vista diversi sugli stessi eventi: è la stessa macchina da presa a farsi narratore principale della storia, insegnandoti a valutare testimonianze e comportamenti dei vari personaggi più per la posizione occupata da questi nell’inquadratura che per il loro senso apparente. Con la mediazione di John Travolta, il film promuove lo spettatore a detective, conducendolo attraverso una sceneggiatura a cassetti e obbligandolo a interrogarsi sul senso – e sul funzionamento – stesso delle immagini….

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