Cinema Movimento LGBT

Festival Mix: Uno sguardo diverso. Trent'anni di cinema gaylesbico a Milano

Come è nato il Festival MIX ? …per la prima volta in Italia si parlava di una rassegna di cinema gay…

 

Il Festival Mix di Milano festeggia quest’anno la sua 30° edizione. Per celebrare degnamente la ricorrenza, alcuni giovanissimi volontari del Centro di Documentazione Omologie del Centro di Iniziativa Gay di Milano, si sono imbarcati, con l’aiuto della Sezione Cultura del CIG, nell’impresa di allestire una mostra commemorativa, visibile al Teatro Strehler, nel foyer del primo piano, in concomitanza con il Festival Mix (dal 30/6 al 3/7 2016 – giov-ven h. 19-24 ; sab-dom h. 17-24).
Come leggiamo nel comunicato stampa del CIG: ” La mostra si propone di evidenziare le tappe fondamentali dell’allora nascente Movimento omosessuale/transessuale milanese e la cultura sociale in cui il Festival si inserisce. Da piccola rassegna di un neonato centro associativo, sotto l’ormai più che ventennale direzione artistica e coordinazione di Giampaolo Marzi, in circa tre decadi il Festival si è trasformato in una delle più importanti manifestazioni cinematografiche internazionali a tematica omosessuale e queer. Non soltanto la nostra comunità, ma la città intera prende parte ai suoi numerosi eventi…“.

 

La prima edizione del festival ebbe inizio nel lontano 26 ottobre 1985, purtroppo però nel 1991 e nel 1992 la rassegna non ebbe luogo e si creò così un buco di due anni nella numerazione.
Tra i meriti di questa mostra, c’è anche quello di avere riscoperto un personaggio, oggi sconosciuto ai più, che ebbe un ruolo importante nella diffusione in Italia dei primi film a tematica LGBT: Mario Visinoni che, con la sua piccola società di distribuzione cinematografica, la RoadMovie Film Distribution, è stato l’organizzatore delle prime edizioni del Festival Mix di Milano (quando ancora non si chiamava Mix), dal 1985 al 1990. I curatori della mostra sono andati a trovarlo nella sua Lovere e si sono fatti raccontare come tutto ha avuto inizio.

Il racconto di Mario parte un mese prima dell’inizio della rassegna milanese, nell’estate del 1985, a Roma, presso l’Arena Esedra in via del Viminale, dove si erano già svolte diverse rassegne cinematografiche organizzate dalla RoadMovie nell’ambito dell’Estate Romana dell’assessore alla Cultura Renato Nicolini. Mario convinse gli organizzatori del Circolo Culturale Esedra ad aggiungere in coda alle rassegne già tenute, un ciclo di film a tematica omosessuale. La rassegna venne chiamata ‘Di quell’Amor… Cinema e Omosessualità‘ ed ebbe inizio il 25 settembre 1985 con la proiezione del film ‘Querelle‘. Però, dopo solo due giorni dall’inizio della rassegna, mentre veniva proiettato, per la prima volta a Roma, il capolavoro di Jean Genet ‘Un Chant d’Amour‘, la polizia irruppe nell’arena piena di pubblico e interruppe la proiezione, ponendo fine alla rassegna.
La notizia ebbe un ampio eco sui giornali: per la prima volta in Italia si parlava di una rassegna di cinema gay. Il Manifesto uscì in prima pagina con la notizia che la polizia aveva interrotto in maniera spettacolare “Un Chant d’amour” durante una rassegna di cinema omosessuale. Se ne parlò per giorni e furono anche presentate delle interrogazioni parlamentari, tra cui una di Francesco Rutelli firmata da tutti i parlamentari radicali. L’allora ministro degli Interni, Scalfaro rispose giustificando l’irruzione con il fatto che gli organizzatori non si erano procurati i necessari nulla osta alla proiezione dei film rilasciati dal Ministero del Turismo e Spettacolo.

Dopo il clamore suscitato, arrivò dalla Giunta del Comune di Milano l’invito a replicare la rassegna ‘Cinema e Omosessualità‘ interrotta a Roma. Anche a Milano ci furono in verità polemiche: pare che l’assessore alla cultura di allora, il filosofo Nicola Abbagnano, fosse contrario a concedere l’utilizzo del cinema di proprietà comunale De Amicis per la rassegna, cosi come chiedevano il Centro di Iniziativa Gay (nato nel febbraio 1984 in via Bodoni) e la rivista Babilonia (nata nel 1982 dalle ceneri di Lambda), tanto che l’allora consigliere Paolo Hutter, eletto nelle file del Pci, dovette chiedere al Sindaco Carlo Tognoli di intervenire direttamente nella questione.
A Milano la rassegna si chiamò “Cinema & Omosessualità Europa/Usa percorsi e confronti” e si cominciò proprio col film che era stato proibito a Roma ‘Un Chant d’Amour‘. Si trattava di soli nove film, ma tutti di grande qualità: oltre al film di Genet, c’era la “Trilogia” di Terence Davies, “Making love” di Arthur Hiller, due film di Reiner Werner Fassbinder “Querelle de Brest” e “Il diritto del più forte“, “Cruising” di William Friedking, “Er moretto“, di Simon Bishof, “Armée d’amour” di Rosa von Praunheim e “Grand Hotel des palmes” di Memè Perlini.

Il successo della manifestazione fu tale, che la fila di persone all’entrata del cinema, in via Caminadella, arrivava sino a via Torino. Il Comune di Milano si convinse cosi a replicare la rassegna anche negli anni successivi e per permettere una maggiore affluenza di pubblico la rassegna si spostò al più capiente cinema Paris. Mario propone scherzando, ma non ha tutti i torti, di mettere una targa dove prima c’era il cinema De Amicis, per celebrare l’importanza di quel luogo per la storia LGBT cittadina.

Mario Alessandro Visinoni, nato a Lovere, si trasferì giovanissimo a Londra, con l’intenzione di occuparsi di design e arredo. Alcune significative conoscenze lo convinsero, una volta rientrato in Italia alla fine degli anni ’70 a diventare anche distributore di cinema indipendente con la sua etichetta RoadMovie, orientandosi inizialmente soprattutto al Free Cinema inglese ed al Nuovo Cinema Tedesco. Si occupò tra gli altri della distribuzione delle prime opere di Fassbinder, Wenders, Kluge, Schlondroff, Manoel de Oliveira, Raoul Ruiz, Pedro Almodovar, Kenneth Anger, Terence Davies, Robert Bresson e tanti altri. Con il tramonto delle video cassette si è poi occupato delle riedizioni in DVD e dei restauri dei film.

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R. Mariella

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