Bugie rosse

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Bugie rosse

Uno spietato killer commette una serie di efferati delitti tra gli omosessuali di una grande città italiana. Al caso si appassiona Marco, un giornalista televisivo a caccia di scoop, sposato all’affascinante Adria. Durante le indagini, Marco conosce Andrea, un bellissimo “ragazzo di vita” che lo aiuta nell’inchiesta. Dopo una iniziale diffidenza, tra i due nasce un’amicizia via via più profonda, che rischia di mettere in crisi il matrimonio del giornalista… Un film “scandalo” che rimane nel solco delle indagini nel “torbido” mondo gay, dove esisterebbe solo depravazione e orrore. Anche il tentativo di presentare il protagonista in crisi per una affiorente nuova disposizione sentimentale, è ridicolo e presto abbandonato per tornare “sulla retta via”. Film a ragione distrutto dalla critica, che ne denunciava l’incongruità e la superficialità, indeciso tra il genere giallo e quello erotico, si dimostra solo maldestramente furbo nel cercare di catturare una platea pruriginosa. Potrebbe avere un suo futuro nel genere “weird” d’annata.

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Un commento

  1. Jim Puff

    Film non esente da difetti ed ingeniutà ma anche con qualche pregio.
    I personaggi anche se (come in molto cinema recente italiano) sono tratteggiati superficialmente, raccontano una storia credibile di indagini a cura di un giornalista x scoprire un assassino di gay.
    Il giornalista si scopre attratto da un ragazzo di vita e solo la morte di questo interrompe una storia di desiderio.
    Un “cruising” italiano tutto sommato visibile, a parte il finale con la spiegazione dell’assassino sui motivi per cui ha ucciso gli uomini che il giornalista aveva conosciuto dimenticando che aveva già ucciso altre 6 volte; spiegazioni banali e che rasentano l’idiozia.
    Dove sono le immagini scandalo?

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Marco, giornalista di cronaca nera, sposato con l’avvenente hostess Adria, indagando sul mondo degli annunci erotici video, si trova prima in casa di un professore gay, poi fa salire in auto un certo Maurice che lo rapina e lo stordisce, mentre viene ucciso lì vicino il professore gay. In Questura, dove ha l’appoggio dell’amico magistrato Roberto, il professore risulta essere Edoardo Giorni, mentre Marco non identifica Maurice allo scopo di strappargli il nome dell’assassino. Incaricato dalla sua televisione dell’inchiesta torna al parco con l’operatrice Licia: qui trova il biglietto di un locale particolare, lo “Smania”. Un ragazzo “di vita” polacco finge di portarlo da Maurice, e lo lascia invece in un vicolo di periferia dove viene stordito. Successivamente Marco recatosi allo “Smania”, intravede Maurice con un giovane, Andrea, ed esce con costui, finendo per portarselo a casa: la notte, fingendo di dormire, cede agli approcci del giovane. Il giorno dopo trova, con l’aiuto di Andrea, Maurice, che gli confessa di rubare per un amico malato di AIDS. Marco promette di non denunciarlo, e gli dà un biglietto da visita affinché lo avvisi se scopre qualcosa. Mentre Marco ha un rapporto erotico con la collega Marina, Maurice annota il numero di un’automobile sospetta sul biglietto da visita di Marco, ma viene trafitto da un ombrello animato dall’omicida, che strappa il lembo col numero di targa dal biglietto e lo ripone nella tasca del morto, per incastrare ulteriormente il giornalista, che rischia l’arresto. Poi, tramite il videotel prende appuntamento con una certa Linda, vista allo “Smania”, che lo presenta all’onorevole Crudis, amico sia di Giorni che di Andrea. Crudis prima lo fotografa di nascosto, poi quasi lo soffoca con una busta di plastica, e poi, messo alle strette, rivela che Giorni lo ricattava: poco dopo anche lui viene ucciso. Adria, che dà il giorno dopo appuntamento a Marco ma viene ferito e muore dopo essere riuscito a scrivere sul parabrezza le lettere “ind”. Al videotel “Indeciso 90” uno dei “giocatori” invita Marco la notte al parco. Qui arriva invece Caterina, la vecchia madre di Roberto, che brandisce l’ombrello animato, ma lo bacia affettuosamente. Il killer è in realtà il figlio, che si confessa in un drammatico incontro con l’amico minacciandolo dapprima con una pistola poi suicidandosi.

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