La serie non si è rivelata così innovativa come ci si attendeva, nonostante una sigla iniziale che ricorda vagamente “True Detective”, e perde qualche punto anche nel confronto con il notevole Rocco Schiavone di Rai 2, ma rimane comunque interessante sia per i personaggi, un gruppo di reietti guidati da un ispettore di polizia amareggiato, che vengono indagati anche nelle loro vite private (con tutte le loro debolezze), che per le storie raccontate, quasi un film per ogni episodio. La vicenda ruota intorno al commissariato di Pizzofalcone (Alessandro Gassmann) che si trova nella città di Napoli nel territorio che va dai Quartieri Spagnoli al prestigioso lungomare. La questura aveva deciso di chiuderlo dopo che alcuni agenti della squadra locale erano stati arrestati per corruzione, ma per smaltire tutte le pratiche burocratiche rimaste era arrivata una nuova squadra alla quale per continuità con i precedenti colleghi era stato dato il soprannome di “I bastardi di Pizzofalcone”… L’accoglienza del pubblico è stata molto buona, con ascolti intorno ai sette milioni di spettatori, sempre in crescendo con l’episodio finale che ha registrato il record del 28% di share. Ricavata dagli ottimi romanzi di Maurizio De Giovanni e diretta da Carlo Carlei, si avvale di molte scene in esterno (di solito assai dispendiose, calmierate probabilmente dai vari enti locali partenopei che si godono una bella pubblicità indiretta). Il regista Carlei, che dirige tutti gli episodi, ha dichiarato: “Avendo ammirato di recente molte serie americane che ormai hanno raggiunto qualità e spessore di gran lunga superiori a quello che Hollywood produce per il grande schermo, ho deciso di adottare per I Bastardi un linguaggio visivo che fosse il più ‘internazionale’ possibile. La serie ha sicuramente uno stile unico e inconfondibile, ma ho scelto di personalizzare il tono di ognuno degli episodi della serie come se fosse un film a sé, dato che ciascuno di essi racconta uno spaccato particolare di una realtà complessa e sfaccettata. Napoli diventa così lo sfondo perfetto per un gioco di destini in cui, così come nella vita, tragedia e commedia si intrecciano e si alternano senza soluzione di continuità, creando contrasti, aspettative, intrighi e suspense”.
Fortunatamente la sceneggiatura si mantiene fedele ai libri e conserva il personaggio della giovane poliziotta lesbica, Alessandra Di Nardo, qui interpretata da Simona Tabasco, una ragazza introversa che una volta a settimana si allena al poligono di tiro con il padre. La poliziotta, chiamata Alex, è omosessuale ma non riesce a vivere la sua sessualità alla luce del sole perché ha paura del padre che è un rigido conformista. Nel quarto episodio abbiamo un’accattivante scena di seduzione lesbo con Alex che accetta finalmente l’invito del medico della scientifica Rosaria Martone (Serena Iansiti). Dopo aver preparato il sushi, le due donne si baciano e spogliano sul divano, una scena che in campo etero abbiamo visto mille volte, qui comunque sfumata in nero abbastanza presto, ma che ha regalato alla serie una pubblicità supplementare causata dalle proteste di alcuni politici conservatori che vorrebbero bandire l’omosessualità dalla prima serata tv.
ruolo: Rosaria Martone
inteprete: Serena Iansiti
E’ la dottoressa della scientifica che seduce Alex quando accetta un invito a casa sua.
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