Alfred Jarry

Alfred Jarry
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  • Data di nascita 01/01/1970
  • Data di morte 01/11/1907
  • Luogo di nascita Francia/Laval
  • Luogo di morte Francia/Parigi

Alfred Jarry

Alfred Jarry è stato un drammaturgo, scrittore e poeta francese, omosessuale dichiarato.
La sua commedia più famosa è l’Ubu Roi (1896), considerata caposaldo e vera e propria pietra miliare del teatro dell’assurdo.
I testi di Jarry sono considerati tra i primi sul tema dell’assurdità dell’esistenza e hanno a che fare con il grottesco e il fraintendimento (si pensi al termine ‘merdre’ da lui coniato per significare qualcosa come ‘merda!’, ma non solo, evidentemente).

Nato da Anselme Jarry e Caroline Quernest (a sua volta figlia di Jean Baptiste Quernest, giudice a Hédé, e di Octavie-Sophronie Coutouly, presto rinchiusa in ospedale psichiatrico), il primo commesso viaggiatore e la seconda con strane propensioni, come quella di travestirsi da uomo. Anche lo zio della madre era considerato mezzo matto[1].

Provinciale intelligente e curioso, dopo un’infanzia in Bretagna, Jarry compì studi ai licei di Saint-Brieuc e Rennes[2] e all’École Normale Supérieure (questi interrotti nel 1891[3]). Trovò nella Parigi di fine secolo e nell’eccentricità dei suoi ambienti artistici la strada di una vocazione letteraria che lo portò a contatto con i simbolisti.

Le sue prime opere, come Les minutes de sable. Mémorial (1894) e César Antéchrist (1895), cariche di violenza verbale e fantasia, ne seguono il gusto decadente.

Non si conoscono relazioni femminili (tranne forse la scrittrice Rachilde Vallette), mentre quelle maschili, numerose, cameratesche e scapigliate, lo mettono in contatto con Léon-Paul Fargue, suo caro amico[4], e Mallarmé[5], mentre traduce Coleridge, Stevenson o Emmanouil Roidis, e prende disordinati appunti di lettura, poi trasformati in articoli.

Quando non è a Parigi è a Corbeil, dove ha acquistato una specie di baracca, o a Laval, dalla sorella Charlotte.

Il suo gusto per il teatro risale agli anni dell’adolescenza, quando in famiglia aveva inventato un teatro detto “Phynances” al quale lavorava con amici, i fratelli Morin.

Collaborò al “Mercure de France” e a “Ymagier”, rivista di Remy de Gourmont, poi pubblicò due numeri della propria rivista “Perhinderion”.

La sua fama è legata principalmente all’invenzione di un personaggio: “Padre Ubu”; grottesca marionetta umana, avida di potere e di denaro, ingorda, cinica, brutale e paurosa, che rappresenta il piccolo borghese del tempo, affascinato dall’idea del potere e della gloria e vile al loro cospetto. Le avventure di Ubu, che prescindono da ogni tipo moralismo, si impongono per l’uso sagace ed irriverente di tutte le convenzioni linguistiche e nella deformazione intenzionale e molto ben riuscita dei modelli teatrali correnti. “Ubu re” venne messo in scena nel 1896 al Théâtre de l’Œuvre di Parigi, generando un piccolo putiferio[6]. Vi fu anche chi scrisse: ”Ormai Ubu esiste, inevitabilmente”.

Dopo Ubu Roi, Jarry riprese il personaggio in Ubu Cocu e Ubu enchaîné (1900), in Almanach illustré du Père Ubu e Ubu sur la Butte (1901).

Fondò con il musicista Claude Terrasse il “Théâtre des Pantins” e conobbe Apollinaire, Picasso e Marinetti, tutti innovatori di vaglia come lui. Jarry morì a soli 34 anni, di tubercolosi, complicata fra l’altro da denutrizione, mancanza di riscaldamento, uso di alcol puro e assenzio. Il suo corpo fu tumulato nel Cimitero di Bagneux, vicino Parigi.

Dopo la morte uscì il romanzo postumo Gestes et opinions du Docteur Faustroll, pataphysicien (1911) e diversi scritti lasciati incompiuti o a livello di progetto.

(da Wikipedia)

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