Cinema

Bryan Singer e gli abusi su minorenni. Si difende tacciando di omofobia chi lo condanna. Stesso errore di Kevin Spacey che fece coming out pensando di trovare delle scusanti

 

Bryan Singer, gay dichiarato, oggi 53enne, è uno dei registi e sceneggiatori più pagati di Hollywood. Deve il suo successo a film come I soliti sospetti , Operazione Valchiria , Superman Returns e i quattro titoli della saga X-Men, che gli hanno fatto guadagnare più di 3 miliardi di dollari.
Il suo ultimo film, “Bohemian Rhapsody“, dovrebbe essere un’altro dei titoli più riusciti di Singer, film che ha confermato le capacità di Singer nell’intuire le aspettative del pubblico (a fine dicembre 2019 ha incassato più di 700 milioni di dollari). Peccato che le continue divergenze tra il cast (in particolare con il protagonista Malik) e il regista Singer durante le riprese del film e le ripetute assenze dal set di Singer, da lui giustificate per motivi famigliari, il padre gravemente malato, e anche dallo stress alla sua salute causato dai continui dissidi con la squadra, abbiano indotto la produzione Fox ad estrometterlo dall’incarico registico a poche settimane dalla conclusione delle riprese.
Ma come sappiamo i guai non arrivano mai da soli. Tre giorni dopo il suo licenziamento, il 17 novembre 2017, Cesar Sanchez-Guzman ha intentato una causa contro il regista, sostenendo che Singer lo aveva violentato nel 2003, quando aveva solo 17 anni. Il giorno dopo la rivista Deadline Hollywood pubblica un’intervista ad un ex fidanzato di Singer che lo descrive come dedito alle droghe e amante delle orge.
Pochi giorni fa la rivista “The Atlantic” ha pubblicato un lunghissimo articolo che spiega in dettaglio molte delle varie accuse di stupro e pedofilia che sono state fatte contro Singer. I redattori Alex French e Maximillian Potter, dicono di avere trascorso 12 mesi ad indagare su queste accuse, parlando con più di 50 fonti, compresi quattro uomini che non avevano mai parlato prima.
Un certo Eric (nome fittizio) ha detto di essere stato violentato ad una festa a casa del regista quando aveva 17 anni, Andy (altro nome fittizio) ha detto che aveva solo 15 anni quando Singer, allora 30enne, l’ha costretto a fare sesso in una villa di Beverly Hills. Insieme ad altri ritengono di essere stati psicologicamente danneggiati, indotti all’uso di droghe con problemi di depressione e vite rovinate negli anni successivi. Tutte queste storie fanno emergere un ritratto di Singer come uomo tormentato che si circondava di adolescenti vulnerabili, molti dei quali abbandonati dalle famiglie. Le vittime raccontano anche che Singer non agiva da solo ma aiutato da amici e colleghi che gli procuravano giovani ragazzi.
Fino ad oggi, nessuna di questa accuse si era tradotta in denunce formali, spiega l’avvocato di Singer, Andrew B. Brettler, e lo stesso Singer continua a negare categoricamente di avere mai fatto sesso con minorenni.
In un post su twitter del 23 gennaio 2019 Singer scrive: ” L’ultima volta che ho postato su questo argomento, la rivista Esquire si stava preparando a pubblicare un articolo scritto da un giornalista omofobo che dimostra una bizzarra ossessione nei miei confronti dal 1997. Dopo attente indagini e in considerazione della mancanza di credibili fonti, Esquire decise di non pubblicare quell’articolo di vendetta giornalistica. La cosa però non ha fermato questo giornalista dal vendere il suddetto articolo alla rivista The Atlantic. E’ stato detto che The Atlantic voleva fermare questo basso standard di integrità giornalistica. Tuttavia, dopo la pubblicazione, anche adesso mi sento obbligato a ripetere che questa storia riafferma rivendicazioni da cause fasulle intentate da un gruppo malfamato di individui disposti a mentire per soldi o attenzione. E non mi sorprende che, con Bohemian Rhapsody che sta avendo un record di premi, questo pezzo di carattere omofobo sia stato convenientemente cronometrato per approfittare del suo successo”.

Attualmente Singer è stata incaricato dalla Millennium Film come regista del film “Red Sonja” che racconta la storia di un abuso sessuale.
Molti pensano che stia per nascere un nuovo caso Harvey Weinstein o Kevin Spacey, persone che si sono viste le carriere distrutte da accuse infamenti.
Il sito LGBT Them.us, che ha appena cambiato direttore esecutivo, sembra indicare questa strada con un articolo che condanna totalmente Singer, sostenendo che la sua difesa, quella di negare tutto e di ribaltare le accuse dichiarando di essere vittima di pregiudizio omofobico, è un “insulto alla nostra intelligenza … voler usare la sua sessualità [gay] come scudo fa molto più danno, presumendo che la comunità omosessuale si metta dalla sua parte in una cieca solidarietà”.
Them.us prosegue spiegando che “l’accusa di omofobia di Singer implica che il suo comportamento – che presumibilmente include molestie e sesso forzato con adolescenti minorenni, aiutato da una cerchia di amici che li ha introdotti nella sua orbita – sia semplicemente una parte intrinseca della cultura gay. È vero che le differenze di età tra uomini non sono rare nelle relazioni omosessuali. I “daddy” hanno la loro tribù gay; così come i “boys”, e la relazione tra i due è spesso simbiotica. Certo, lo stesso è certamente vero per gli uomini più anziani che fanno coppia con giovani donne, specialmente a Hollywood. Ma c’è un mondo di differenza tra avere una propensione sessuale per gli uomini più giovani di età consenzienti e manipolare gli adolescenti sotto i 18 anni in situazioni sessuali, anche se non è sempre una distinzione facile da fare… È impossibile affermare che quei rapporti fossero consensuali considerando i loro severi differenziali di potere, e qualsiasi tentativo di lanciarli come comportamento tipico e accettabile tra gli uomini gay sarebbe altrettanto deplorevolmente falso”.
Il sito sostiene che Singer stia facendo lo stesso errore di Kevin Spacey che quando venne accusato di molestie sessuali si dichiarò gay pensando che la sua sessualità potesse scusare il suo comportamento, offrendo così agli anti-gay la loro arma preferita contro gli omosessuali.
Them.us conclude rilevando che “La macchina di Hollywood che tiene a bada abusatori noti come Singer si è dimostrata fin troppo disposta a continuare a illudersi a scopo di lucro. Ma le vere vittime dell’intolleranza finiscono nel frattempo col perdere le loro vite, i loro nomi quasi non fanno nemmeno notizia”.

Effettua il login o registrati

Per poter completare l'azione devi essere un utente registrato.