I VINCITORI DEL 35mo FRAMELINE DI SAN FRANCISCO

Il Festival gay più importante del mondo ha appena concluso la sua 35ma edizione, presentando il meglio della produzione queer dell’ultimo anno. Il film vincitore è stato il francese “La robe du soir”

Vedi il sito ufficiale del Festival

Il 35mo San Francisco International LGBT Film Festival, il festival gay più antico e importante del mondo, sponsorizzato anche quest’anno dalla società AT&T, ha presentato un totale di 80 lungometraggi e 151 corti, provenienti da 30 paesi. Tra i film presentati hanno ricevuto delle standing ovation (applausi con tutto il pubblico in piedi): “Wish Me Away“, “Gone“, “Gen Silent“, “With You and Christopher and His Kind“. Questi che seguono sono invece i titoli premiati dalla giuria e dal pubblico.

PREMIO DELLA GIURIA MIGLIOR LUNGOMETRAGGIO
   Robe du soir, La di Myriam Aziza
  tendenza: LLL
tipologia: Drammatico – durata min.: 95
nazione: Francia
anno: 2009
Come molti maschi della sua classe, la timida 12enne Juliette ha una vera e propria cotta per la sua professoressa Madame Solenska, una donna disinibita che si veste e si comporta in modo provocante. Infatti Madame Solenska ama sedurre il suo giovane auditorio, la sua classe è il suo teatro e i suoi allievi sono i suoi migliori spettatori. Juliette, ossessionata e convinta di essere la sua allieva preferita, sogna un rapporto privilegiato con questa donna. Ma un giorno, recatasi di nascosto presso l’abitazione di Madame Solenska, vede uscire dalla casa Antonio, un suo compagno di classe particolarmente bello. Da quel giorno ogni attenzione, ogni gesto, ogni parola di Madame Solenska verso Antonio alimentano e confermano le peggiori supposizioni nella mente di Juliette. Ormai per lei Madame Solenska e Antonio sono legati da una segreta relazione amorosa. Juliette è sempre più torturata dalla cosa, per lei insopportabile, fino a quando… Una coraggiosa storia di adolescenza e di viaggio verso l’identità e la maturità, elegantemente diretta da Myriam Aziza (opera prima) e stupendamente interpretata dalla giovane Alba Gaia Bellugi.
 
MENZIONE D’ONORE DELLA GIURIA
   Codependent Lesbian Space Alien Seeks Same di Madeleine Olnek
  tendenza: LLL
tipologia: Commedia – durata min.: 76
nazione: USA
anno: 2011
Tre lesbiche aliene vengono mandate sulla terra. La loro missione è quella di farsi spezzare il cuore dai terrestri in modo che le loro iperattive emozioni possano salvare l’ozono sulloro pianeta. Quando le tre aliene si mettono alla ricerca di una storia d’amore negli ambienti lesbici di New York, una, Zoinx, s’innamora di Jane, la bramosa impiegata di una cartoleria che naturalmente è all’oscuro di amare un’aliena; le altre due, scoperta la povertà delle donne terrestri, s’innamorano di una splendita torta al formaggio. Nel frattempo, due agenti governativi tipo “Men In Black” si mettono sulle tracce di Jane e delle aliene per scoprire il loro segreto. Il film mescola B-movie e Men in Black offrendoci una curiosa commedia sugli stili di vita lesbo e sull’amore che trascende le galassie.
 
PREMIO DELLA GIURIA MIGLIOR DOCUMENTARIO
   Wish Me Away di Bobbie Birleffi
  tendenza: LLL
tipologia: Documentario – durata min.: 120
nazione: USA
anno: 2011
Il film vuole offrire uno sguardo personale e intimo su Chely Wright, la prima star di musica country ad aver fatto coming out. Dopo una vita trascorsa a nascondersi, Chely ha trovato il coraggio di mandare in frantumi la cultura e gli stereotipi religiosi di norma a Nashville, il cuore conservatore della sua famiglia e più importante di tutto, se stessa. Per un periodo di tre anni, i premiati registi Bobbie Birleffi e Beverly Kopf, hanno seguito i tormenti di Chely, alcuni dei quali registrati su video-diari privati, e il suo progetto per arrivare ad un coming out pubblico. Utilizzando interviste con Chely, i suoi famigliari, i protagonisti chiave di Nashville e i suoi dirigenti, il film s’inoltra profondamente nella storia passata di Chely, fino alla sua affermazione come star della musica country. Poi ci presenta tutti i passaggi più significativi, passo dopo passo, che hanno convinto Chely a dichiararsi come lesbica. Alla fine vediamo le varie reazioni al suo coming out, in casa, nell’ambiente di Nashville e all’interno della comunità LGBT. Dalla dura lotta contro l’omofobia interiorizzata di Chely, che arrivò al punto di puntarsi una pistola in bocca, fino alla trasformazione e alla scoperta di poter vivere autenticamente la propria vita. La lotta di una cristiana a cui succede di ritrovarsi omosessuale, la percezione di quanto fosse dannosa la cultura del “Don’t Ask Don’t Tell” dominante a Nashville. Il film si conclude con l’emozionante esibizione davanti ad un pubblico LGBT di oltre 100 mila persone, con il Capitol Building in delirio, che ci regala uno dei momenti più entusiasmanti del 2010, preludio ad un eccitante futuro per la nostra eroina. Il film, premiato al Festival Film di Los Angeles e al Frameline di San Francisco nella stessa settimana, si appresta a diventare uno dei documentari più premiati dell’anno.

 
MENZIONE D’ONORE DELLA GIURIA
   Hit So Hard di P. David Ebersole
  tendenza: LLL
tipologia: Documentario – durata min.: 101
nazione: USA
anno: 2011
Mentre suonava con gli Hole negli anni ’90, la batterista e lesbica dichiarata Patty Schemel fece oltre 40 ore di registrazione filmata della band di Courtney Love. Vent’anni dopo, il suo obiettivo era quello di trasferire semplicemente i nastri in video 8 di quelle riprese in formati più aggiornati, ma la sua compagna pensò a qualcosa di assai più grande. Il risultato è questo documentario di P. David Ebersole che porta il titolo di uno degli hit degli Hole nel 1998. Patty Schemel, sebbene provenisse da una piccola fattoria nella periferia di Seattle, è sempre stata un outsider. I fans (ma anche i detrattori) degli Hole conoscono bene la loro parabola: la drammatica ascesa e caduta nel turbinio della droga dei beniamini del grunge, sempre sotto le luci dei riflettori in una storia piena di oscurità, suicidi e overdose. La storia personale di Schemel è affascinante, dai tempi della scena rock di Seattle degli anni ’90 fino alla cover di Rolling Stone. Dalla grande amicizia con la star dei Nirvana, Kurt Cobain, alla lotta per la sopravvivenza contro la dipendenza, il regista Ebersole indaga sotto la superficie, intrecciando i filmati degli anni ’90 con più recenti interviste. Una oggi lucida Schemel, i compagni della band Hole, Courtney Love, Eric Erlandson, e Melissa Auf der Maur, così come la grande amica Nina Gordon, compongono insieme un complesso, originale e completo quadro di quei caotici anni. Nel film troviamo anche rare clips di Kurt, Courtney e della piccola Frances.
 
PREMIO DEL PUBBLICO MIGLIOR DOCUMENTARIO
   Gen Silent di Stu Maddux
  tendenza: QQQ
tipologia: Documentario – durata min.: 70
nazione: USA
anno: 2010
La generazione che ha combattuto più duramente per la nostra visibilità si trova oggi a dover affrontare serie difficoltà per sopravvivere e sembra tornare indietro di decenni. Le persone lgbt che hanno lottato per prime per l’uguaglianza dei diritti, oggi, come persone anziane, hanno paura della discriminazione, del bullismo e degli abusi, tanto che stanno tornando a nascondersi per poter vivere tranquillamente. In migliaia stanno morendo molto prima degli eterosessuali di pari età, perché si ritrovano soli, isolati e hanno paura a chiedere aiuto. Fortunatamente un crescente numero di persone si sta accorgendo di questo e si sta mobilitando per dare voce e aiuto ai loro anziani lgbt. Questo doc del premiato regista Stu Maddux fa parlare sei anziani lgbt chiedendo loro come stanno vivendo e come vengono assistite dal sistema sanitario USA. Il film segue, giorno per giorno, lo svolgimento della loro vita privata nella città di Boston, durante un intero anno, e ci mostra l’ampia diversificazione qualitativa nelle prestazioni assistenziali rivolte agli anziani, da quelle, pochissime, specializzate verso l’aiuto delle persone lgbt, a quelle che invece dimostrano un livello di discriminazione e bullismo omofobico che costringe le persone anziane lgbt a nascondere il proprio orientamento.

 
PREMIO DEL PUBBLICO MIGLIOR LUNGOMETRAGGIO
   Tomboy di Céline Sciamma
  tendenza: TTT
tipologia: Drammatico – durata min.: 84
nazione: Francia
anno: 2011
C’è senz’altro qualcosa di maschio nella decenne Laure. Si è recentemente trasferita in una nuova zona coi suoi genitori e la sua sorellina più piccola, Jeanne. E’ estate e tutti gli altri ragazzi del vicinato stanno giocando all’aperto, solo Laure è sola perché non conosce ancora nessuno dei suoi coetanei. Ma un giorno incontra Lisa, una ragazza che ha la sua stessa età. Laure lascia credere a Lisa di essere un ragazzo e dice poi di chiamarsi Mikael. Subito dopo questa ‘trasformazione’, anche lei comincia a giocare coi ragazzi del quartiere. Col passare dei giorni la relazione tra Laure e Lisa diventa sempre più intima e ambigua, generando una serie di complicazioni… Il film è stato scelto per inaugurare la sezione Panorama della Berlinale 2011, dove viene proiettato in anteprima mondiale. La regista Céline Sciamma, qui al suo secondo lungometraggio dopo “Naissance des pieuvres” (film che ha vinto il premio Louis Delluc come migliore opera prima e ottenuto tre candidature ai César 2008) è uno degli autori emergenti del nuovo cinema francese. Sciamma ha dichiarato: “Sono diventata cinefila dopo aver visto il giovane cinema francese degli anni ’90: Desplechin, Lvovsky, Rochant. Ma amo anche Gus Van Sant e Larry Clark e molte loro opere sugli adolescenti, senza dimenticare David Lynch”.
 
PREMIO DEL PUBBLICO MIGLIOR CORTOMETRAGGIO
   Skallamann di Maria Bock
  tendenza: GGG
tipologia: Cortometraggio – durata min.: 12
nazione: Norvegia
anno: 2011
I genitori stanno aspettando l’arrivo a casa del loro figlio. Quando arriva dice felice di avere incontrato e baciato un bel ragazzo calvo. Aggiunge che vuole fare il bagno con lui, andare a fare la spesa con lui, viaggiare e cavalcare con lui… La madre esclama che è la cosa peggiore che abbia mai sentito, reclamando che avrebbe potuto trovare qualcuno che avesse i capelli. Questo piccolo e festoso musical prosegue con una processione festante per le strade di una città norvegese con personaggi che via via si aggregano. Divertente, spiritoso e con ottima musica. Premiato dal pubblico al Frameline 2011. Godetevi il trailer.

 
PREMIO "VOLUNTEER OF THE YEAR"
   Weekend di Andrew Haigh
  tendenza: GGG
tipologia: Sentimentale – durata min.: 96
nazione: U.K.
anno: 2011
L’incontro occasionale di una notte che si prolunga per tutto il weekend e diventa molto di più. Una stori d’amore non convenzionale tra due uomini che che stanno cercando di dare un senso alle proprie vite. Un venerdì sera, dopo aver passato del tempo coi propri amici etero, il tranquillo e risrvato Russell (Tom Cullen) si reca da solo in un nightclub gay. Poco prima di uscire incontra Glen (Chris New). Si piacciono e si recano quindi a casa sua per fare sesso. Anche se il rapporto sessuale non è stato nulla di eccezionale, si mettono a chiacchierare sentendosi ugualmente attratti l’un l’altro. Sfortunatamente Glen deve ritornare negli USA il lunedì mattina e questa cosa li sprona a fare ancora sesso e a continuare uno scambio di idee sulla vita, l’amore e le relazioni… Una delle cose più interessanti del film è il fatto che vengono presentate idee, ideali e tematiche non solamente da una prospettiva personale, individuale, ma con agganci alla società e al mondo. I due protagonisti che inizialmente potrebbero apparire come dei tipi complicati, risulteranno invece molto umani e semplici, anche se molto diversi come carattere. La chimica che riescono a creare tra loro in questa storia è molto convincente e riesce a farci entrare nell’intimo dei personaggi. Russel è il tipo di gay che preferisce tenere isolata la sua vita sessuale e non riesce a liberarsi dai legami con gli amici etero. Glen si trova quasi all’opposto: la sua sessualità è completamente aperta ed è disponibile a qualsiasi esperienza di vita gay. Come artista rifiuta l’ipocrisia di quei gay che tentano di farsi integrare nelle istituzioni di una società eterosessuale. Cerca continuamente un’intimità sessuale ed è contrario a qualsiasi tipo di ‘imprigionamento’. Adesso un forte sentimento potrebbe cambiare entrambi. Sesso e nudità in abbondanza ma niente di hard.
 

FRAMELINE 35

Il direttore del Festival, Jennifer Morris, si è detto orgoglioso di presentare nelle quattro serate di eventi speciali (apertura, evento centrale lungometraggio, evento centrale documentario e chiusura) opere che esprimevano al meglio le quattro lettere L, G, B, T, opere che dimostrano quanto sia progredito il cinema queer nelle ultime tre decadi.

La lettera L di lesbica viene onorata dal documentario “Wish Me Away“, storia del difficile cammino che ha portato al coming out la cantante country Chely Wright, presente alla proiezione insieme alla compagna e ai due registi del film.
La lettera G di gay è dedicata all’icona gay Christopher Isherwood con il film “Christopher and His Kind” che ne racconta la vita negli anni berlinesi che vanno dal 1929 al 1939. Il film viene proiettato in chiusura nel giorno del Gay Pride di San Francisco.
La lettera B di bisessuale viene rappresentata dal triangolo amoroso di “Three“, ultima fatica del regista tedesco Tom Tykwer (Lola corre), dove un uomo ed una donna sposati hanno separatamente una storia con lo stesso uomo. Il film ha vinto quest’anno al German Film Awards come miglior regia, attrice e montaggio.
La lettera T di transessuale viene omaggiata dal film di apertura del Festival, “Gun Hill Road” (da noi visto all’ultimo Togay), drammatica ed esaltante storia di un figlio trans che deve far fronte ad un padre machista appena uscito di prigione.

Come tradizione, anche quest’anno è stato dato un particolare rilievo alla sezione documentari, con diverse anteprime di interessanti doc, come “Hit So Hard” che racconta l’esperienza della batterista lesbica Patty Schemel, amica di Kurt Cobain e Courtney Love. “The Grove” del regista Andy Abrahams Wilson che ci racconta la controversa storia del National AIDS Memorial Grove, nascosto per 20 anni nel Golden Gate Park. “Reneé” di Eric Drath che ci racconta la vita di Richard Raskind, atleta campione mondiale che ha dovuto aspettare i 40 anni, sposato e con figlio, per coronare il suo bisogno di diventare Renée Richards, la donna che sentiva d’essere. La sua presenza nel circuito del tennis femminile creò uno scandalo che portò ad una battaglia legale con U.S. Tennis Association. Nella Women’s Open Cup del 1977 fu la prima transgender ad essere accettata come giocatrice. Divenne poi l’allenatrice della campionessa lesbica Martina Navratilova. Tutto questo gli costò il rapporto col figlio che sta ancora cercando di recuperare. “With You” di Scott Gracheff è la storia di Mark Bingham e della sua indomabile madre Alice Hoagland. Mark era una bravo giovatore di rugby alle superiori che con il suo coming out aveva aiutato tanti a trovare il coraggio per vivere autenticamente. Mark morì a bordo dell’United Flight 93, l’11 settembre 2001. Sua madre ha proseguito ancora più intensamente il lavoro con la comunità lgbt. Dall’Italia sono stati presentati i documentari “La bocca del lupo” di Pietro Marcello e “Il lupo in calzoncini corti” di Nadia Dalle Vedove e Lucia Stano, e come lungometraggio “Camminando verso” di Roberto Cuzzillo.

Tra i momendi di discussione, dibattito e approfondimento abbiamo una tavola rotonda condotta da Jenni Olson e Susan Stryker dal titolo “We Who Are Sexy: the Whirlwind History of Transgender Images in Cinema“. Sul tema della famiglia viene presentata la giornata “The Muppets Take Manhattan” con ammessi ragazzi di 12 anni e inferiori.

Tra gli eventi anche una giornata dedicata al lavoro dell’Hormel Center che sta catalogando tutto l’archivio che il Frameline gli ha donato nel 2005. Erano presenti il direttore del Frameline, Jennifer Morris, la consulente del progetto, Jenni Olson e il responsabile dell’Hormel Center, Karen Sundheim. E’ stata presentata una selezione di storiche e rare clips, vere gemme del Festival, ora recuperate e restaurate, che hanno permesso di conoscere momenti importanti della storia del cinema lgbt, di coloro che appassionatamente l’hanno costruito e seguito, con interessanti dietro le quinte che sicuramente verranno utilizzate da studiosi e storici.

In questa importante 35ma edizione del festival si potevano incontrare tante star ospiti, come Esai Morales, Judy Reyes, Patty Schemel, Chaz Bono, Chely Wright, Don Bachardy, Jennie Livingston, Bruce LaBruce, Geoffrey Sax, Randy Barbato, Dee Rees, Nekisa Cooper, Alan Brown, e tanti altri.

Un’edizione che quest’anno oltre al ricco catalogo e allo splendido sito web offriva anche un’applicazione dettagliatissima per iPhone e iPad scaricabile gratuitamente.


I protagonisti del lungometraggio “Weekend”, Tom Cullen e Chris New


Condividi

Effettua il login o registrati

Per poter completare l'azione devi essere un utente registrato.