Tre uomini e una pecora

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Tre uomini e una pecora

Film del regista australiano Stephan Elliot (“Priscilla”), gay dichiarato (che però non ama sentirsi definire come ‘regista gay’), che vuole dimostrarci come l’amicizia virile (ma venata di allusioni e tentazioni omosex), sia più forte di tutto, anche dell’amore che unisce i due protagonisti. Il film è la storia di David (Xavier Samuel) e Mia (Laura Brent) che dopo un’avventura estiva si sposano al buio, senza conoscersi, in Australia. Lui si porta dietro dall’Inghilterra tre amici che dando un significato inedito alla frase «nella buona e nella cattiva sorte» faranno precipitare la situazione. I guai cominciano per uno scambio di borse contenenti il vestito delle nozze e una partita di cocaina. Tutto sta nell’estrarre la droga da un ariete tenuto in casa come portafortuna. Lo spacciatore è uno psicopatico omosessuale che si presenta con un fucile, ma c’è un colpo di scena. Il party è organizzato dal suocero, un senatore conservatore che ha invitato mezzo Parlamento australiano… Tra le altre cose divertenti anche la neo-cognatina che si finge lesbica.

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Questo film al box office

Settimana Posizione Incassi week end Media per sala
dal 2/03/2012 al 4/03/2012 19 26.789 992
dal 24/02/2012 al 26/02/2012 12 163.931 1.343
dal 17/02/2012 al 19/02/2012 7 479.192 2.083
dal 10/02/2012 al 12/02/2012 4 776.488 3.466

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10 commenti

  1. thediamondwink

    Un humor inglese/australiano di dubbio divertimento, battute spartane, spesso infelici, per poi decadere del tutto con la scena dell’ariete nel bagno nel recupero della droga … terribile! Direi di salvare solo Olivia Newton-John, madrina gay per eccellenza, ma del film si è detto tutto!

  2. Mi ha divertito forse di più la diatriba dei nostri amici sul “capra” o “pecora” che il film in se stesso. Devo dire che dal regista di “Priscilla” mi sarei aspettato qualcosa di più scintillante e effervescente. Al di là di parecchie battute divertenti l’insieme non mi ha particolarmente entusiasmato. Forse non ero dell’umore giusto…ma confesso che mi sono anche un pò annoiato. Voto 6.

  3. istintosegreto

    Mi sono divertito. Perfetto per passare un momento di pura spensieratezza e con un tocco originale che lo rende meritevole di non essere dimenticato allo scorrere dei titoli di coda: il becero spacciatore gay dall’innamoramento facile. Per fare felici tutti quelli che non ne possono più dei personaggi gay effeminati delle commedie dolciastre, eccone uno che difficilmente si vede nelle fiction. Solo i gay americani apprezzeranno invece la loro icona Olivia Newton-John che tira di coca. Spassoso.

  4. pieno pieno pieno di gag esilaranti… anche troppo, in certi momenti ti viene da gridare “basta!”. Ma non fraintendete, riesce a non essere stucchevole, grazie al continuo alternarsi dei temi delle battute. Insomma, una commedia molto ridanciana che si guarda con vero piacere.
    PS: scusa, era proprio una pecora, nel film si vede chiaramente =D (ma nella locandina non si capiva bene)… e per fortuna hanno aggiustato il titolo

  5. maurizio

    si infatti l’australia è un noto produttore di capre da lana vero? scherzi a parte quello nel film è un montone e non una capra non scherziamo ti diro di più è un montone di razza Merinos cerca le immagini su google !!!a proposito di Capre qui chiamerei il buon Vittorio Sgarbi a ripetere una sua celebre frase ……ma come si puo fare un errore cosi madornale mi chiedo

  6. uhm… ma guarda che “ariete” si chiamano i maschi delle capre… anche quelli delle pecore, volendo, ma in genere per quelle si usa “montone” in realtà… Ad ogni modo sbaglierò, ma a me sembra proprio una capra maschio, anche confrontandolo con altre immagini

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CRITICA:

“… Temi “bassi” che ricorrono anche in The few best men, l´altra commedia presentata ieri, girata in Australia con protagonisti inglesi, in cui le trovate sono spesso farsesche e demenziali e ci sono palle di plastica contenenti droghe dal colore schifoso, estratte manualmente dallo stomaco di una pecora. Sono gli stessi temi di tante commedie italiane, estive o natalizie, eppure, chissà perché, non ci sente investiti dall´onda della volgarità: si ride senza vergognarsi e senza provare imbarazzo per il pubblico che ride intorno a te.” (M.P. Fusco, La Repubblica)

NOTE DI REGIA

Molto tempo prima del film Priscilla, ero un vero pioniere dei ‘filmini da matrimonio’. Durante l’adolescenza avevo un mio piccolo business parallelo che consisteva nel girare filmini ai matrimoni. Questo succedeva all’epoca in cui una videocamera pesava più del quattordicenne che cercava di usarla. Avete idea di quante volte mi sia capitato di riprendere una madre della sposa ubriaca intenta a ballare YMCA? All’età di ventitré anni ho giurato a me stesso che non avrei MAI PIU’ messo piede ad un matrimonio. Compreso il mio.
Ma il nostro karma può giocarci dei brutti scherzi. Dopo Priscilla (per motivi assurdi) tutto quello che mi veniva offerto da Hollywood erano maledetti film sui matrimoni. Centinaia, se non migliaia di schifezze. Il solo modo per farmi affrontare questo orribile genere di film sarebbe stato quello di farlo a modo mio. Questa possibilità si è concretizzata con Tre uomini e una pecora – inteso come una specie di ‘Die Hard a un matrimonio’. Avrei finalmente ottenuto la mia vendetta!
La sceneggiatura era originariamente ambientata in Inghilterra, ma trasferirla in Australia mi ha dato la scusa perfetta per tornare a casa. Avrei potuto fare qualcosa per il mio Paese, riunire la vecchia squadra e ricreare un po’ di magia. Il problema era che la maggior parte dei componenti del team si trascinava negli uffici di produzione con l’aiuto di deambulatori e stampelle (vivere oltreoceano per 17 anni può farti questo). Ma non importava. Abbiamo risistemato i tutori, stretto i busti e lucidato le sedie a rotelle e siamo partiti rischiando il tutto per tutto.
E’ stato David Niven a formulare il suo famoso avvertimento ‘più ti diverti girando un film, maggiore sarà il disastro al box office’. L’ultima volta che mi ero divertito così era stato realizzando Priscilla. Se riunisci in un solo posto tante persone così divertenti, cosa pensi possa succedere? C’erano giorni in cui la sola cosa che potevo fare era piazzare la macchina da presa e togliermi di mezzo.
Kris Marshall e Kevin Bishop si sono incessantemente provocati a vicenda (lavorano insieme da quando erano ragazzi); Rebel Wilson e Jonathan Biggins reagivano con il loro tipico sarcasmo australiano; Tim Draxl inciampava cadendo a faccia a terra (un autentico clown di talento); Xavier esplodeva in autentica collera, e infine ONJ (Olivia “Tu sai chi”) non faceva altro che buttarsi a testa bassa nella mischia. Commedia allo stato puro.
Quando è stata l’ultima volta che hai riso fino alle lacrime? Stavamo girando nella roulette di RAY (lo spacciatore) una scena piuttosto intima. Lizzy ed io avevamo deciso di far indossare a Steve Le Marquand degli orrendi mutandoni per quasi tutto il film. Ora, io dovevo fare un primo piano delle mutande (per ragioni di sceneggiatura). E’ stato subito chiaro che non avrei potuto avvicinare l’obbiettivo quanto mi serviva senza portare l’espressione ‘fondamentali attributi’ ad un livello estremo. L’unica soluzione era quella di creare uno schermo davanti alla parte pericolosa dell’inquadratura con la testa di Kevin Bishop. Steve e Kevin erano a pochi centimetri di distanza. Una volta partite le risatine, Kevin è entrato in modalità ‘Robin Williams’, e una volta che lui parte è impossibile fermarlo. Dopo una faticosissima mezz’ora l’intera troupe si stava rotolando sul pavimento senza che fossimo riusciti a girare una singola inquadratura.
Ho perso le staffe. Per la prima volta nella mia carriera, ho perso il controllo del set. Più mi sgolavo dicendo a tutti di smetterla e di crescere, peggio era. Alla fine, disperato, ho buttato fuori dal set 35 ‘ragazzini’ e ho girato con la macchina da presa io stesso. Quando, furioso, sono uscito, ho trovato 100 adulti ancora piegati in due, che ridevano a crepapelle.
E’ stata una delle giornate su un set più belle di tutta la mia vita.
La musica è stata la ‘ciliegina sulla torta’ della mia vendetta. La mia idea era quella di far fare l’intera colonna sonora del film a Guy Gross, utilizzando classici motivi australiani da matrimonio. Tutte quelle meravigliose canzoni fatte a pezzi nel corso degli anni da terribili band da matrimoni (non mi sono mai ripreso da MICKEY di Tony Basil). Nessuna sottolineatura…solo la band. Mano a mano che il grande giorno perde compostezza, i membri annoiati della band si trasformano in Eroici Chitarristi, scatenando l’inferno.
Avuto sentore di questo, Olivia aveva deciso di partecipare. Io le ho detto di no: stavolta avrebbe recitato solo per la pagnotta. Va bene, e se John Farrar scrivesse qualcosa? Non lavoravano più insieme da anni.
Mi prendi in giro? L’uomo che ha scritto Xanadu! Il brano dei titoli di coda è stato prodotto in collaborazione con il mio vecchio amico Marius De Vries (Massive Attack, Madonna, Bjork). E, orgogliosamente, è anche il primo brano dance di ONJ in assoluto.
Mi dispiace, signor Niven. Odio doverle dimostrare che ha torto … ma credo sia quello che abbiamo appena fatto.
E pensare che sono stato pagato per questo lavoro.

Stephan Elliott, regista

PS: Tutti continuano a chiedermi di fare riprese ai loro maledettissimi matrimoni!

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