I Testimoni

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I Testimoni

Il tema di fondo di “Les Témoins”, ambientato nei primi anni ’80, è l’emergenza Aids, la reazione delle persone davanti al diffondersi del virus mortale dell’HIV.
Il film ci presenta il ventenne Manu, omosessuale, che arriva a Parigi in cerca di lavoro e si stabilisce temporaneamente presso la sorella Julie che vive nella camera di un modesto albergo. Julie, che sta seguendo un corso per cantante lirica, cerca di mantenere le distanze col fratello, di natura invadente. Così Manu esce quasi tutte le notti, frequentando i luoghi d’incontro dove fa la conoscenza di Adrien, un medico gay cinquantenne molto colto ed estroverso col quale stringerà un’intensa e casta amicizia.
Durante una festa da ballo su un battello Adrien presenta a Manu una coppia di giovani sposi, Mehdi et Sarah, lui poliziotto e lei scrittrice. La gioia di questa coppia atipica, amplificata dalla nascita di un figlio, è però solo apparente. In realtà, per Mehdi, il tenente di polizia magrebino, la paternità ha fatto crescere la sua sete di potere con ripercussioni negative sia nel suo lavoro che nella sua vita sessuale. Da parte sua Sarah sembra invece rifiutare il suo nuovo ruolo di madre, che sente come una limitazione della sua femminilità. Cerca quindi di rifugiarsi sempre più nel suo lavoro di scrittrice, comunque in crisi d’ispirazione…
L’arrivo di Manu a Parigi e la sua intrusione nelle vite di Julie, Adrien, Mehdi e Sarah, sconvolgerà il panorama delle loro relazioni. Senza volerlo e senza saperlo, Manu farà emergere i desideri profondi di ognuno.
Il film, che originariamente doveva intitolarsi “Le combat de l’ange”, è costato circa 6 milioni di euro. L’Italia è entrata in coproduzione attraverso la Edelweiss.

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15 commenti

  1. Morgenstern

    Un film ben fatto, istruttivo sopratutto. Tratta un tema molto importante che non va dimenticato con il rischio di “spaventare” lo spettatore, ma proprio cosí le cose restano impresse, anche solo per questo è da premiare. Mi sono piaciuti i personaggi di Manu e di Adrien.
    C’è sempre quella cosa che mi mette in dubbio: può un etero improvvisamente diventare gay anche solo ne i confronti di un’unica persona?

  2. istintosegreto

    Negli anni 80 ho vissuto la mia prima infanzia. Vedere questo film è stato istruttivo. E anche triste. Un mondo gay dove il sesso si faceva senza paura. Senza precauzioni. Ed ecco arrivare la malattia. Sconosciuta. Come una punizione del cielo contro la promiscuità.
    Consiglio decisamente la visione di questo film ai miei coetanei, e anche ai più giovani.

  3. Non è solo un film su l’aids, ma c’è molto altro.. Uno spaccato di vita degli anni ’80 e oltre.. Si vede che è un film francese e non dispiace per nulla, anzi…
    Emmanuelle Beart brava ad entrare nel personaggio, a volte (fintamente) distaccata, sente, invece, sulla propria pelle i drammi altrui, cerca dentro di sé quell’ispirazione (è una scrittrice) che pare le stia scemando sempre più… La fine è tutta da vedere.. Molto bella anche la fotografia..

  4. Ho visto il film solo da poco e mi è piaciuto molto, l’ho trovato molto ben fatto e anche se è l’AIDS il tema che rimane di certo più impresso, trovo che la parte più interessante sia quella che riguarda le dinamiche che si instaurano nel gruppo di persone che ruotano intorno alla figura di Manu…

  5. ..anche se si parla ancota di aids (o forse non se ne parla abbastanza) il film e’ ottimo, scorrevole e gli attori nella parte, Adrien lascia stupiti tra la sua ingenuita’ e la sua voglia di buttarsi tra le braccia di un qualche amore (anche solo fisico).

  6. ma cosa che palle sto AIDS! dobbiamo ricordarcene eccome, i film sono veicolo di informazione e cultura su un tema così scottante, arrivano al cuore col loro messaggio a più di quanto tu pensi ! e questo è un film splendido. da vedere

  7. Miemte affatto male, appassionante il passaggio di Manu nella vita di coloro che ne saranno poi i testimoni. Sono d’accordo con Alfredo, molto francese e qualche volta inverosimile nei dialoghi.

  8. terzo piano

    Oddio che brutto film! Pieno di stereotipi, con la Beart odiosa, una ricerca stilistica incoerente, bruttarella con quei rossi… Non si sente il passare del tempo se non con didascalie e brutte parrucche. La musica copiata da Philip Glass nelle sequenze dell’acqua. Mal scelto il ragazzino ammalato che non suscita nessuna simpatia nello spattatore. L’unico bono il nero nella sequenza della seduzione.Un pasticcio.

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trailer: I Testimoni

https://youtube.com/watch?v=qfq_yqXEvjY

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“… Partendo dallo spinoso tema dell’Aids il regista, ormai un veterano del cinema d’oltralpe, ha saputo ancora una volta indagare al meglio le ambiguità dei rapporti affettivi, con un occhio alla sensibilità estetica di Rohmer e un altro alle storie borghesi di Sautet, ma senza escludere i riferimenti ai primi sintomi dell’integrazione culturale (vedi il caso di Medhi, arabo e bisessuale). Con dialoghi e ritmi briosi e con una forte attenzione alle psicologie dei personaggi, descritti a tutto tondo ma con ampio uso di pennellate allusive…” (Filippo Zavatti – L’Avanti)

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