Rester Vertical

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Rester Vertical

Il regista dell’intrigante “Lo sconosciuto del lago”, che tanto scandalo aveva destato, sembra cambiare stile in questo originale lavoro, che utilizza salti temporali (e anche di tono), addentrandosi in una tragicommedia perversamente divertente e bizzarra. Il protagonista è Leo (Damien Bonnard), un regista-sceneggiatore alla ricerca d’ispirazione creativa che vaga con la sua Renault nella campagna francese. Tenta inizialmente di sedurre (e reclutare) Yoan, un giovane vagabondo che si sta prendendo cura dell’anziano amante Marcel (Christian Bouillette), poi finisce nel letto di Marie (India Capelli) una madre single che vive in una fattoria col padre ed i suoi due figli. Dalla quale ha istantaneamente un figlio che Marie, in partenza per andare a vivere in città, abbandona alle sue cure. Intanto Marcel si lamenta dell’ingratitudine di Yoan investendolo con parole omofobe mentre ascolta i Pink Floyd, e il padre di Marie usa il neonato come esca per i lupi che assaltano le sue pecore. Leo si reca ripetutamente in un luogo lontano nella palude per una specie di terapia. Dopo aver aiutato un vagabondo viene assalito da un’orda di senzatetto che lo abbandonano nudo come fosse un neonato. Mentre il suo produttore continua a chiamarlo per chiedergli della sceneggiatura… Ci troviamo davanti ad una specie di giocosa pansessualità e ad una parabola sulla paternità con conseguente paralisi emotiva. Qui, a differenza che ne “Lo sconosciuto del lago” dove tutto si svolgeva in una zona bel delimitata, tutti frequentano tutti senza distinzione di sesso, età o legami di parentela, in un modo assolutamente naturale e libero. Ma non tutto è immediatamente decifrabile, soprattutto le fasi temporali, anche se possiamo accontentarci dello spirito magico che pervade quasi ogni scena. Splendidi panorami bucolici, con una specie di oasi in riva ad un fiume, e accurati esami corporali (molti genitali in primo piano, come presagisce il titolo), compresa una scena di parto estremamente reale, ci riempiono gli occhi tra una sorpresa e l’altra. Un’indagine, tra surrealismo e formalità, sulla condizione umana, al di là della normalità e delle aspettative più tradizionali. Il film era in concorso al Festival di Cannes 2016 (prima volta per Guiraudie) e nella sezione Festa Mobile al Torino Film Festival 2016. Ha vinto come miglior regia al Seville European Film Festival 2016.

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Staying Vertical’s dreamer is Léo (Damien Bonnard), a scriptwriter suffering from writer’s block in the face of an impending deadline. Seeking inspiration, he goes out to the countryside and, this being a Guiraudie film, enters a realm of polymorphous sexuality and abstract yet persistent menace.

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