Un documentario che assomiglia molto ad un film, con una storia civile ed interessante che ci apre una finestra sul mondo hawaiano di oggi, sulla lotta per mantenere viva la cultura e la tradizione mentre un certo tipo di progresso vorrebbe sopprimerla. La protagonista del film, Hinaleimoana Wong Kalu, è una donna transgender, nativa delle Hawai, carismatica insegnante, leader della comunità, che usa la cultura tradizionale per aiutare una studentessa a rivendicare il suo posto in una comunità maschilista. Mentre sta preparando coi suoi studenti maschi lo spettacolo di danza di fine anno deve vedersela con una giovane ragazza tomboy (maschiaccio), Ho’onani, che possiede una innata energia mascolina e che vuole ad ogni costo unirsi al gruppo teatrale maschile. Le somiglianze tra la maestra Kalu e la studentessa sono molteplici. Anche Ho’onani si trova “nel mezzo” e le sue particolari doti di guaritrice, educatrice e comando sono messe in discussione da 200 anni di colonizzazione e violenza. Una brutta storia che si manifesta anche con la costruzione della ferrovia a Oahu che ha distrutto antiche sepolture hawaiane, e per la quale Kalu è stata incaricata di indagare dal governatore. Le cose si aggravano quando il suo impegno viene messo a dura prova dal marito più giovane, che ama drogarsi con le radici di kava, manifestare la sua gelosia e chiede l’aiuto di Hina solo quando perde il bus per andare al lavoro. In un’epoca in cui la gente transgender viene maltrattata ed emarginata in tutto il mondo, Hina Kalu sta dedicando tutta la sua vita per aiutare il prossimo ad essere migliore rispettando gli originali valori hawaiani, valori che predicano l’amore incondizionato, l’onore ed il rispetto per tutti. Questo suo instancabile impegno la porta purtroppo in continue e cresenti difficoltà.