Drive Me Home

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Drive Me Home

Curiosa coincidenza (ma anche un segnale dei tempi che cambiano) quella di due star emergenti del cinema e della fiction italiana, Marco D’Amore e Salvatore Esposito, entrambi tra i principali protagonisti di “Gomorra: La serie”, adesso protagonisti di due film a tematica gay. Salvatore Esposito è un giovane gay in “Puoi Baciare lo Sposo” (in uscita il 1 marzo 2018) e Marco D’Amore (sicuramente uno degli attori italiani più amato dal pubblico gay, insieme ad Alessandro Borghi, che, guarda caso, avrebbe dovuto essere suo partner in questo film) è un gay alla ricerca di se stesso nel film “Drive Me Home”, esordio nel lungometraggio del produttore e premiato regista di corti Simone Catania. Un’altra cosa curiosa è che in tutte le presentazioni del film (del quale si parla da più di un anno) venga accuratamente evitato di menzionare la parola gay od omosessuale. Almeno fino ad oggi, forse sulla scia del successo di “Chiamami col tuo nome”, candiadato a 4 premi Oscar. Leggiamo sul sito IMDB che il regista Simone Catania si è lasciato crescere i capelli da quando ha iniziato la lavorazione del film (al momento, febbraio 2018, sono lunghi più di un metro) dicendo che li taglierà il giorno della prima del film. Scaramanzia? Riportiamo la presentazione ufficiale del film, firmata dal regista, che dovrebbe uscire nelle sale la prossima primavera:
“Le scelte che vengono prese dai protagonisti di questo film rappresentano due modi opposti di affrontare la vita. Da un lato Antonio (Vinicio Marchioni) che deciderà di ritornare e piantare le proprie radici nella propria terra, dall’altro Agostino (Marco D’Amore), [Ndr, omosessuale] che invece sceglierà di continuare a vivere nel mondo dei camionisti. Proprio quest’ultimo non è stato scelto per caso, per certi versi incarna infatti l’estrema libertà, l’emancipazione da un luogo fisico per ritrovare casa in una comunità di persone itineranti. Una libertà impensabile per chi come loro è cresciuto in un piccolo paese siciliano mosso dalle tipiche dinamiche di una ridotta comunità. Inoltre è un immaginario poco raccontato dal cinema che contiene al suo interno tutto un mondo di peculiarità molto interessanti, come il linguaggio dei camionisti, il loro stile di vita, i loro ritmi e le loro abitudini. Tutto ciò verrà contrapposto allo stile di vita che prediligerà Antonio, fatto di terra e certezze che fino a quel momento non aveva considerato possibili.
Il film non si schiera né da una né dall’altra parte, racconta semplicemente l’importanza di scegliersi il modo e il mondo in cui vogliamo trascorrere la nostra vita, sia essa in un casolare in Sicilia oppure su un Tir in giro per l’Europa.
“Drive me Home” vuole raccontare l’emigrazione occidentale di tanti giovani insoddisfatti del posto in cui sono nati e cresciuti e che per questo ricercano un posto migliore “altrove”. Rispetto all’emigrazione che conosciamo e apprendiamo sui giornali di oggi relativa ai paesi mediorientali e africani, quella che racconto in questo film, invece, caratterizza i nostri giovani, gli europei, dettata da un’esigenza diversa: quella di colmare una insoddisfazione, un ‘vuoto’ che molti si ritrovano a provare perché scontenti del luogo in cui si è nati. I miei protagonisti Antonio, interpretato da Vinicio Marchioni, e Agostino, interpretato da Marco D’Amore, sono giovani profondamente soli, che come tanti, possiedono l’inevitabile desiderio di appartenere a una cultura diversa dalla propria o a qualcosa che potrebbe non esistere. Giovani anime perse alla ricerca di un’ancora di salvezza, alla ricerca di un valore che la nostra generazione fa fatica a riconoscere: quello delle proprie origini.
“Drive me Home” racconta una storia di due amici per la pelle che si ritrovano dopo anni di silenzio e incomunicabilità, e grazie a un viaggio ritrovano il valore del confronto, cercando di rispondere alle loro domande: chi sono diventati oggi? Hanno trovato quello che cercavano dopo aver abbandonato la loro terra, una nuova ‘casa’? Attraverso un viaggio Drive me Home vuole restituire una riflessione su cosa vuol dire la parola ‘casa’, sul mondo contemporaneo, sul valore di un ritorno, appunto, a quello che può sembrare l’ancora di salvezza per il futuro: la terra”.”

synopsis

Drive me Home tells the story of two disconnected buddies, rediscovering each other and themselves during an unexpected truck-road-trip from Belgium to their home town in Sicily.

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