Boulevard

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Boulevard

Robin Williams interpreta Nolan Mack, un 60enne sposato con una donna ma consapevolmente gay da sempre. Ha un lavoro ben pagato ma noioso in una banca (significativa la scena in cui il suo capo, dopo che per la prima volta in 25 di lavoro Nolan ha fatto 15 minuti di ritardo, minaccia di revocargli la promozione) . A casa conduce una vita famigliare apparentemente tranquilla, anche se lui e la moglie Joy (non hanno figli) dormono in camere separate, c’è tra loro molta affettuosità. Nolan porta il tè a Joy ogni mattina e prepara ottimi arrosti per gli ospiti invitati a cena. Joy è un’insegnante ancora confortata dalla sua illusione di essere felice, legge best-seller, pianifica una crociera nel Mediterraneo, e riguarda volentieri i film che hanno amato negli anni del corteggiamento. Una sera, dopo l’ennesima visita al padre malato in ricovero, Nolan s’inoltra volutamente nel Boulevard (non sappiamo se l’abbia fatto altre volte), una strada affollata da marchettari di vario genere e mette gli occhi su Leo (stupefacente esordio di Roberto Aguire), un giovane prostituto assai maschio, col quale entra in uno squallido motel. Quando Leo inizia a spogliarsi Nolan lo ferma… Capiamo subito che Nolan vorrebbe molto di più del semplice sesso e desidera per Leo una vita migliore. Gli regala un cellulare prepagato, lo porta a cena fuori, farà a botte col suo protettore, ecc. Le loro vite, pur così diverse, iniziano ad intrecciarsi. Nel contempo a casa di Nolan tutto prosegue normalmente, a parte la fatica di dover trovare continue bugie per nascondere la sua seconda vita alla moglie… Un’altra splendida interpretazione di Robin Williams che ci regala il ritratto di un uomo quasi banale che improvvisamente respira l’aria di un’autentica felicità. Il regista Dito Montiel, qui al suo quinto lungometraggio, sembra essersi lasciato alle spalle l’energia vitale dei giovani protagonisti del suo film d’esordio “Guida per riconoscere i tuoi santi” per concentrarsi ora sulla vita di un tranquillo 60enne che scopre di aver vissuto un’intera vita senz’anima.

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3 commenti

  1. solokiefer

    Avevo letto critiche molto positive su questo film e, di Dito Montiel, mi era piaciuto molto Guida per riconoscere i propri santi. Quindi sono rimasto sorpreso nel trovarmi a vedere un film scontato di cui si intuisce lo svolgersi fin dalle prime immagini.
    Robin Williams, qui nella sua ultima interpretazione, è Nolan: sessantenne che conduce una vita grigia, che fa un lavoro in banca ordinario, di buone letture e con moglie colta. Insomma, un gay represso che troverà la sua voglia di vivere invaghendosi di una marchetta. Il tutto di un noioso e già visto da sperare che sia solo un trucco per poi dirigersi verso un finale originale. Che non arriva.
    Williams crea un personaggio dal profilo talmente basso da sfiorare la macchietta, vagamente meschino, impaurito da tutto. Montiel non si affida ad una sceneggiatura che racconti una storia, ma guida lo spettatore in numerosi cliché, già presenti in cinema e letteratura a profusione. L’effetto è di assistere ad un film già visto parecchie volte, dove un’interpretazione sopra (e sotto) le righe non salva nulla della storia.
    Banalissime le due figure di contorno: il migliore amico colto che si intrattiene con ragazze più giovani di lui, che ovviamente supporta anche la trasformazione della vita di Nolan come gay riconosciuto, e il padre malato terminale chiuso in un ricovero che non parla mai (la scena della confessione al padre incosciente della propria omosessualità da parte del protagonista del film è la peggiore in assoluto).
    La marchetta è senza spessore, e non credo fosse una scelta registica.
    Bello il personaggio della moglie, misurata e paziente, che si nutre di libri e sopportazioni.
    Come hanno già scritto qui nella Cricchetta®, una film con brutta sceneggiatura e buona regia è comunque un brutto film

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CRITICA:

«Ho guidato lungo una strada, un giorno. Una strada che non conoscevo.» E questa strada, per una coincidenza come può essere un semplice semaforo rosso unita ai dubbi e alle insicurezze di una vita, conduce Nolan ad affrontare la realtà. Boulevard è un film meraviglioso, perché la realtà abitudinaria del protagonista è rovesciata in un’enorme bugia che l’uomo per 60 anni ha voluto assecondare. Dopo un incipit non chiaro e un inizio “noioso”, la regia e la storia incalzano e cominciano a dare l’idea di un personaggio irrisolto, con un segreto, che si vuole non tanto scoprire ma capire.
Boulevard è un film che parla del riconoscere l’autenticità della propria esistenza. E questo non riguarda solo Nolan ma anche Joy, la moglie, che invece di insegnare nasconde la sua personalità brillante dietro lo schermo di una Tv in camera. Boulevard è una storia sulle sorprese che ci aspettano ad ogni angolo e il film, cosi come la vita, non le rivela ma le lascia in sospeso. E lo fa con tutti i personaggi. Questo non vuol dire che Boulevard non ha un finale, perché il senso di questo film sta nel non sapere cosa si potrà mai nascondere dietro l’angolo. Ci vuole coraggio per “svoltare”. Accettarsi e cambiare sono due delle cose più difficili da affrontare. E Nolan lo fa.
Robin Williams e Kathy Baker in BoulevardRobin Williams ne restituisce l’intimità con un tocco così sincero e profondo che è impossibile non commuoversi. Riesce letteralmente a comunicare la psicologia di quest’uomo, che soffre e non sa chi sia quando si guarda allo specchio. E riesce a sostenere con la sua fisicità stanca e tremolante, e il guizzo brillante dei suoi occhi, la noiosa routine del suo personaggio. Sembra un uomo di cristallo, che però ad un certo punto, su una strada sconosciuta, vede la sua corazza iniziare a scheggiarsi.
Buolevard ci insegna che a volte non basta guardarsi allo specchio per capirsi, e conoscere la propria verità, ma occorre perdersi. La regia di Dito Montiel è ben curata e la sensazione è che lasci i personaggi rivelarsi da soli, attraverso primi e primissimi piani molto espressivi. Ma non c’è da spaventarsi: l’ironia non manca, ci pensa infatti il migliore amico di Nolan a sdrammatizzare. (Federica Belletti, Cinefile.biz)

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The idea of a 60-year-old gay man hiding his sexual orientation for his entire life certainly is plausible, though the way in which it is presented in Boulevard, the fifth feature film from Dito Montiel (Empire State), is just downright dull.
Robin Williams stars as Nolan Mack, a man steadfast in his routine bank job and “happy” in his marriage of convenience to Joy (Kathy Baker). One uneventful night, Nolan slowly and deliberately drives down a boulevard known for its streetwalkers and picks up a young male prostitute played (Roberto Aguire). It’s unclear whether or not Nolan has ever done this before since Williams reacts as neither surprised nor accustomed to how the whole scenario goes down. They begin meeting again and again, though their relationship seems more like that of a father and son than one of a sexual nature.
Believability and inconsistent characters are a real factor here. The one time in 26 years that Nolan is 15 minutes late to work, his boss threatens to revoke a potential promotion. Suddenly Nolan’s best friend (Bob Odenkirk) becomes suspicious over incredibly mundane things, and his wife Joy for the majority of the film shows little care for the obvious clues that her husband is gay, and reacts in a way that seems falsely intense, as if she thinks this is how she’s supposed to react. (Casey Cipriani, moviemezzanine.com)

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