10 migliori film distribuiti in Italia nel 2016

Classifica

  1. Weekend di Andrew Haigh

    Weekend di Andrew Haigh

    Ha impiegato ben 5 anni per arrivare sugli schermi italiani, un cult che ha lanciato un regista ormai di fama internazionale. Una delle cose più interessanti di questo film è il fatto che vengono presentate idee, ideali e tematiche non solamente da una prospettiva personale, individuale, ma con agganci alla società e al mondo. I due protagonisti che inizialmente potrebbero apparire come dei tipi complicati, risulteranno invece molto umani e semplici, anche se molto diversi come carattere. La chimica che riescono a creare tra loro in questa storia è molto convincente e riesce a farci entrare nell’intimo dei personaggi. Russel è il tipo di gay che preferisce tenere isolata la sua vita sessuale e non riesce a liberarsi dai legami con gli amici etero. Glen si trova quasi all’opposto: la sua sessualità è completamente aperta ed è disponibile a qualsiasi esperienza di vita gay.

  2. "Carol" di Todd Haynes

    Carol, da questa settimana disponibile su Sky , ci conferma la grande abilità del regista Todd Haynes nel restituirci, anche nei minimi dettagli, un’epoca e le sue atmosfere. L’aveva già fatto con “Lontano dal paradiso”, una storia gay, ora entra nel cuore di una storia lesbica, passionale, immediata e coinvolgente, che si svolge in un periodo, il dopoguerra, quando non avevano ancora diritto di cittadinanza. Bravissime le due protagoniste, Cate Blanchett (Carol) e Rooney Mara (Therese), due donne diverissime, per età e stato sociale, che non possono nascondere la passione che le governa, anche se dovrebbero, visto l’ambiente che le circonda. Il succo del film, come del libro da cui è tratto, è proprio questo: cosa bisogna fare quando si capisce di aver incontrato l’unico amore possibile ma impossibile da mostrare. Moltissimi rinunciano o conducono una miserevole doppia vita. Le nostre eroine, da sole, senza nessun aiuto, senza nessun esempio, sapranno rinunciare a molto, praticamente a tutto, per avere l’unica cosa che conta nella vita, l’amore.

  3. "Ti guardo" di Lorenzo Vigas

    Film arrivato quasi subito nelle sale (sempre pochissime) grazie alla vittoria a sorpresa del Leone d’Oro veneziano.  Il tema fondante del film è il rapporto maschile tra generazioni, il rapporto padre-figlio. Armando, l’uomo maturo, vuole cancellare la figura paterna; il segreto della sua vita lasciato nell’ombra dal regista è un probabile abuso sessuale subìto nell’infanzia da parte del genitore. Da lì deriva il suo odio, da lì il desiderio di corpi maschili, da lì il timore consapevole di replicarne le azioni e le conseguenze su altri giovani. Elder, il giovane prostituto, viceversa va cercando la presenza di un padre adulto, che gli sia di guida e di sostegno. La tragedia esplode proprio dallo scontro di tali opposte tensioni affettive. Il tutto calato in una Caracas mirabilmente filmata in ogni suo differente quartiere, i popolari, le faveals, i blindati residence per vip, e che si rivela vera protagonista della storia, ben più di un’ambientazione scenografica. Tra le sue strade e i suoi palazzi l’attuale generazione degli adulti vive una vita castrata avendo subito la totale violenza civile, economica e politica da parte della precedente generazione ed è consapevole di avere, come lascito per i propri figli, solo una totale miseria morale e materiale. E Caracas si fa l’intero Venezuela e il Venezuela si fa l’intero Latino-America.

  4. "Quando hai 17 anni" di André Téchiné

    Film indimenticabile, soprattutto per come riesce a farci vivere una storia di omofobia interiorizzata, che molti di noi conoscono assai bene, all’interno di un ambiente rurale, di famiglie comprensive ma non abbastanza da superare i confini dei propri desideri. Il tema è sempre quello dell’adolescenza che deve imparare a liberarsi dei giudizi del mondo adulto che fino a quel momento l’hanno accompagnata. Ma questa volta l’abilità del regista e la sensibilità della sceneggiatrice Sciamma riescono a costruire un bellissimo racconto corale, che sfiora tanti altri temi (la vita della fattoria, il figlio adottivo, la maternità desiderata, la lontananza e poi la perdita del genitore,) in un crescendo di tensione emotiva che ci cattura dall’inizio alla fine (fortunatamente felice)

  5. "E' solo la fine del mondo" di Xavier Dolan

    Difficile trovare un film che riesca a farci entrare così profondamente nell’anima e nello spirito di un personaggio omosessuale. In tutto il film viene pronunciata solo una volta la parola gay. Assistiamo anche ad una telefonata tra i due probabili amanti, quasi una parentisi fuori dal contesto. Eppure riusciamo a vivere dalla prima all’ultima scena, l’angoscia e la solitudine, che gravano sulle spalle di un giovane gay che ha dovuto abbandonare la famiglia per costruirsi una vita in libertà, che ha dovuto seppellire in fondo al cuore l’amore che poteva dare e ricevere da loro, dalla madre che non ha fatto nulla per trattenerlo, dalla sorellina che avrebbe voluto veder crescere, dal fratello che non riesce a nascondere il suo disprezzo. Ora, che sta per morire, ancora giovanissimo, vorrebbe recuperarli, recuperare il tempo  e l’amore perduto, ma spesso noi possiamo anche cambiare, pentirci di qualche scelta o decisione sbagliata, ma non sempre accade la stessa cosa  alle persone che ci interessano.

  6. "Un bacio" di Ivan Cotroneo

    Un film essenziale, utile, didattico non in senso negativo ma in quanto riesce a lanciare un importante messaggio in modo chiaro e inequivocabile. La peggiore omofobia è senz’altro quella interiorizzata, che agisce come una forza oscura, ingovernabile, soprattutto quando è costretta a confrontarsi con una realtà che non è in grado di comprendere, di accettare. Ha una forza paragonabile a quell’istinto che chiamiamo di autoconservazione. Questo film, che il regista scrittore Ivan Cotroneo ha tratto dal suo omonimo libro, riesce a farci comprendere tutto questo e molto altro, presentadoci la storia di tre adolescenti, del loro ambiente scolastico e famigliare, della loro amicizia, dei loro desideri e speranze, che purtroppo non sempre collimano con la realtà. Il film, accompagnato da regista e attori, sta ancora girando nelle scuole italiane, dove è stato visto da oltre 30.000 studenti che hanno discusso di omofobia e bullismo.

  7. "Tom à la ferme" di Xavier Dolan

    Film del 2013 arrivato solo ora nelle sale con una distribuzione minima, un vero peccato, trainato dai premi che il regista Xavier Dolan sta raccogliendo in tanti festival. La storia del film è l’adattamento di un’opera teatrale di Michel Marc Bouchard, centrata sulle tematiche del coming out, dell’omofobia, del rapporto genitori e figli e della spaccatura tra città e campagna. Tom (Xavier Dolan) è un giovane pubblicitario di una grande città, distrutto dal dolore per l’improvvisa morte del suo compagno in un incidente stradale. Decide di andare ai suoi funerali e incontrare per la prima volta i suoi parenti, che vivono in una fattoria isolata di un piccolo paese. Arrivato scopre con amarezza che i genitori non sanno nulla dell’omosessualità del figlio, che anzi credono innamorato e fidanzato con una ragazza che si chiama Ellen… Un film sulla menzogna, sulla perdita, sulla paura, esperienze purtroppo comuni a tanti omosessuali.

  8. "Looking – Il film" di Andrew Haigh

    Film distribuito da Sky Cinema, come conclusione della bellissima serie omonima purtroppo chiusa per i bassi ascolti (o per troppa qualità). Proseguono e si chiudono le storie dei tre protagonisti principali della serie: Patrick ( l’attore gay dichiarato Jonathan Groff, ora protagonista in “Quantico” ), Agustín ( Frankie J. Alvarez ) e Dom ( Murray Bartlett ). Un film che ci racconta  come l’ottimismo possa diventare scetticismo, come la sessualità, che è importante, non debba per forza essere sempre al centro di tutto, come l’amore possa avere diverse sfaccettature e come spesso possa anche ferire, ecc. Un film che affronta dall’interno la nostra comunità, in modo originale, sincero e profondo.

  9. "Rara - una strana famiglia" di Pepa San Martín

    Altro film bruciato da una distribuzione ridotta ai minimi termini. Speriamo nell’uscita in dvd.
    Il film si basa sulla storia vera della battaglia legale condotta in Cile per la custodia di tre figlie (nel film sono due) di genitori separati. La madre, lesbica, dopo la separazione convive con una donna e questa cosa scandalizza ancora molti, padre compreso. La battaglia si concluse con le raccomandazioni della Corte Interamericana dei diritti umani (IACHR) contro la stato del Cile.
    Nel film la storia è raccontata attraverso gli occhi di Sara, 13enne, introversa e riflessiva (forse fin troppo per la sua età), che si vede contesa tra due famiglie differenti, quella della madre, giudice, che convive con la donna che ama, e quella del padre che si è risposato. Sara e la sorella di otto anni vivono al momento con la madre e la sua compagna, ma all’avvicinarsi del 13mo compleanno, Sara inizia a sentirsi a disagio. Molte, troppe cose le stanno succedendo: un corpo che cambia, la sua prima cotta, la sorellina che vuole adottare un gatto, ma soprattutto i conflitti tra i suoi genitori, con il padre che non sopporta di vedere crescere le sue figlie in una famiglia di lesbiche…

  10. "The Danish Girl" di Tom Hooper

    Interessante film che ricostruisce la storia vera degli artisti danesi Greta e Einar Wegener, una coppia sposata, originariamente etero, diventata molto popolare nella Copenahagen degli anni ’20-’30. Greta, 17enne, sposa Einar (interpretato da Eddie Redmayne), 22enne, nel 1904. Inizialmente la coppia era del tutto normale e i ritratti pittorici che creavano erano molto richiesti in Danimarca. Le inclinazioni sessuali della coppia non erano però così certe. Gerda manifestava una certa propensione al lesbismo, cosa che possiamo evincere anche dagli arditi e pornografici ritratti che amava dipingere. Un giorno accade che, essendo impossibilitata la modella, il marito Einar deve vestirsi da donna per un quadro che la moglie Gerda sta terminando… Einar diventerà il primo uomo a farsi operare per il cambio di sesso, col nuovo nome di Lili Elbe. Ottime le interpretazioni, forse non sempre credibile Eddie Redmayne, ma coraggioso il tentativo di mostrarci dall’interno una trasformazione troppo in anticipo sui tempi.

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