The Deuce

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The Deuce

Ottima (sull’aggregatore di recensioni Rotten Tomatoes registra un indice di gradimento del 97% con un voto medio di 8.58/10 basato su 33 recensioni) anche questa serie che ci racconta la nascita dell’industria pornografica nella New York del 1971. Diciamo ‘anche’ riferendoci ad una delle serie più belle di sempre, “The Wire” (che ci presentava, tra l’altro, uno dei primi personaggi gay malavitosi, ma dal cuore d’oro) scritta dallo stesso autore David Simon. Anche qui abbiamo una fedelissima ricostruzione d’ambiente, sia di cose che di personaggi, questa volta intorno a quel pezzo di strada della 42ma che va dalla sesta all’ottava Avenue, chiamato in gergo The Deuce, il diavolo. In ogni scena ci sentiamo venire addosso il peso, la sofferenza, i maltrattamenti e le poche illusioni di una fetta d’umanità marginalizzata, quella che vive di e sulla prostituzione. Prostitute (la maggior parte per necessità di sopravvivenza), poliziotti, magnacci, mafiosi, o ragazzi che vorrebbero esercitare una qualsiasi legale professione (come i due fratelli protagonisti, interpretati da un James Franco finalmente al massimo) sono tutti messi sullo stesso piano, quasi obbligati da un destino che non fa sottigliezze o differenze, che sembra imprigionare tutti allo stesso modo. Splendida forza di una sceneggiatura che segue ciascuno con lo stesso interesse (e la stessa pietà). Il messaggio d’insieme che arriva allo spettatore sembra essere quello che la pornografia non sia altro che il proseguimento di quella triste e corrosiva prostituzione che rende indistinguibili erotismo, violenza e paura. Se dobbiamo per forza fare una critica a questa imperdibile serie è che ci racconta troppi personaggi, troppe storie individuali e collettive, tutte interessanti ma difficili da memorizzare come vorremmo e dovremmo. Tante prostitute, ognuna con la sua difficile esistenza presente e passata, tanti magnacci, tante situazioni particolari, in primo o secondo piano, che per raccontarle ci vorrebbero altrettante serie tv. Come la storia del personaggio gay più rilevante, Paul (Chris Coy), il barista di un locale per gay che è rimasto senza clienti per le continue minacce che subivano i frequentatori e che ora deve adattarsi ad una nuova gestione del locale. Anche questo personaggio viene seguito nella sua vita privata, nelle sue aspirazioni, nel suo impegno come militante (ci racconta quanto accaddde veramente allo Stonewall due anni prima), ed è presente in sette episodi su otto, pur restando sullo sfondo della vicenda principale, come accade a tante altre interessanti figure. Insomma ci troviamo davanti ad un grande e mirabile affresco, sicuramente troppo vasto ma capace di disegnare ogni particolare con estrema cura e dovizia. La serie ha già in lavorazione una seconda stagione.

Ruoli LGBT

Paul Hendrickson - Chris Coy

ruolo: Paul Hendrickson
inteprete: Chris Coy

Personaggio gay molto positivo, ha partecipato allo Stonewall e si sente membro della comunità gay (siamo a New York nel 1972)

synopsis

Based in New York in the early 70s, this show gives a raw and gritty portayal of the life of prostitution which was so publicly executed at that time. As police forces start to crack down on street-walking the characters move towards relatively safer and more discrete forms of the same work. The title refers to the nickname once given to the block of West 42nd Street between 7th and 8th Avenues, the “Forty-Deuce,” which in the 1970s and ’80s was known for its high concentration of low-rent movie theaters that specialized in exploitation and pornographic films, among other things.

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