Chris & Don. A Love Story

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Chris & Don. A Love Story

Raramente abbiamo potuto vedere sullo schermo una storia d’amore gay così intensa e profonda. Lo scrittore gay Christopher Isherwood è probabilmente conosciuto ai più come lo scrittore di “Addio a Berlino”, il romanzo che ispirò il film “Cabaret”. Ma è quanto accadde dopo la scrittura di queste storie che la vita di Isherwood raggiunse traguardi inaspettati. Dopo che fu costretto ad abbandonare la Germania per l’avanzata del Nazismo, Chris arriva nella California meridionale dove prova a cimentarsi con le sceneggiature. In questo periodo incontra un ragazzo sulla spiaggia, Don Bachardy, di 30 anni più giovane, e la loro storia d’amore fa subito scandalo, perfino ai più intimi e progressisti amici dello scrittore. Ma tranne che per qualche gossip della vecchia Hollywood gay, questo film non si sofferma sul sensazionalismo esteriore. Ai registi interessa maggiormente indagare questa strana e profonda relazione dall’interno, come abbia potuto nascere e crescere per decenni, e diventare per entrambi questi uomini la massima fonte d’appagamento e d’ispirazione creativa e spirituale. Don ci racconta con le sue parole, con l’accento britannico ereditato da Chris, come ha vissuto quest’esperienza, illustrandola con la sua collezione di disegni e dipinti che ci bloccano il cuore. Ascoltiamo alcuni brani dei diari di Don letti dall’attore Michael York. Il film riesce a fare rivivere dal passato questa splendida storia d’amore, mescolando spezzoni di film casalinghi con poetiche rappresentazioni, unendo il nostalgico all’erotico. Una storia di fusione tra due anime che ci strappa lacrime di gioia

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Christopher Isherwood, compagno di studi di W. H. Auden, con cui visse la Berlino capitale della Repubblica di Weimar raccontata in Addio a Berlino che ispirò il musical Cabaret, ebbe una trentennale relazione con l´artista americano Don Bachardy. Un legame omosessuale in un clima difficile come quello dei primi anni Cinquanta. Trasgredendo alle convenzioni sociali dell´epoca, i due affrontarono apertamente la società hollywoodiana come una coppia gay, tenendo testa ai dispetti omofobici che arrivavano da ogni parte, come fu nel caso di Joseph Cotten, che durante una cena in cui la coppia era presente, fece commenti ad alta voce sui «mezzi uomini».
Chris e Don avevano trent´anni di differenza e, quando si incontrarono, Don era appena diciottenne. Il documentario di Guido Santi e Tina Mascara Chris & Don: A Love Story mette in luce la storia di questo complicato e passionale legame, che terminò con la morte, nel 1986, di Isherwood. Come spesso ricorda Bachardy, l´età e il background differente – Isherwood proveniva dall´aristocrazia inglese, mentre il padre di Bachardy lavorava nell´industria aerospaziale – contribuirono a rendere la relazione carica di divari. Fino a quando Bachardy non fu riconosciuto un artista di valore, veniva spesso snobbato dai colleghi di Isherwood. Fu Isherwood a notare in Bachary un grande talento da disegnatore: lo convinse a iscriversi a una scuola d´arte che il compagno frequentò in modo brillante. Il documentario ritrae la coppia in diversi momenti: la vita nella loro casa, i filmati dei viaggi, i commenti e i ricordi di amici come Leslie Caron e il regista inglese John Boorman. Una delle scene più deliziose li ritrae con Burt Lancaster, Anna Magnani e Tennessee Williams sul set de La rosa tatuata. L´ultima parte del film è dedicata al lento declino di Isherwood, alla malattia che lo colpì, il cancro. Bachardy era determinato nel rendere la morte del suo compagno «qualcosa che stavamo vivendo insieme», ritraendolo, così, anche nove o dieci volte al giorno. Isherwood avrebbe detto «questo è ciò che un artista dovrebbe fare», afferma Don e poi aggiunge, «questo è ciò che un artista ha fatto».
(Francesca Bonoli, La Repubblica)

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Note di regia

” Nel fare un documentario è importante un rapporto di fiducia con il soggetto, con le persone che partecipano al lavoro. Con Bachardy il fatto di aver instaurato un’amicizia ci ha sicuramente aiutati perché il film è Don Bachardy. È lui a narrare la sua storia, la sua relazione con Isherwood. E anche le difficoltà che questa comportava, come quando, appena ventenne, doveva ancora trovare la sua vocazione di artista. Si è dato interamente al film e se il documentario ha dei momenti emozionanti è perché Don è stato estremamente generoso con noi e non ha mai cercato di evitare le domande, anche indiscrete, che gli abbiamo rivolto. Credo che il film – per quanto sia comunque un documentario d’amore – non sia sentimentale, non vuole essere un testamento sdolcinato. È anzi abbastanza onesto nell’affrontare gli alti e i bassi di un rapporto che in realtà è come tutte le altre relazioni affettive, al di là dell’orientamento delle persone, uomodonna, donna-donna o uomo-uomo. ” Guido Santi e Tina Mascara

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