Il Bagno turco

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Il Bagno turco

Forse il miglior film di Ozpetek, regista gay dichiarato, che, anche in questo film, inserisce in modo delicato e sottile una importante storia d’amore omosessuale. Peccato che il finale sia tragico e quasi ancora castigatore. Francesco (Alessandro Gassman), mal maritato con la collega Marta (Francesca D’Aloja) quando gli comunicano dalla Turchia che la vecchia zia Anita, colà trasferitasi tanti anni prima, gli ha lasciato un hamam in eredità, il giovanotto prende la cosa per una scocciatura. Ma arrivando a Istanbul, dove «la vita scorre più lenta e morbida», Francesco scopre lentamente una dimensione diversa dell’esistenza e del tempo e decide di tenersi il vecchio bagno turco chiuso da anni, e anzi di rimetterlo in sesto con l’aiuto dei suoi nuovi amici locali. Corteggiato in silenzio dalla bella Fusun, Francesco finisce invece col sentirsi attratto dallo scafato Mehmet

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17 commenti

  1. Morgenstern

    Decisamente un bel film, con una bella storia, una meravigliosa ambientazione e dei bravi attori. I film di Ozpetek mi piacciono molto perché escono dal mucchio degli altri, sono molto appassionanti e senza raccontare cose straordinarie ti restano nel cuore. Il finale di questa storia arriva un po’ improvviso e tragicamente, anche se qualcosa lo lasciava intuire speravi fosse diverso.

  2. roberto67

    Contiene tutti i temi cari al regista (la memoria, la ricerca di sè, l’inquietudine dei personaggi) che saranno sviluppati nella cinematografia successiva. Qui lo fa in punta di piedi, come per pudore. Ma questo non necessariamente è un pregio. Probabilmente la produzione gli avrà imposto dei diktat, sulla sceneggiatura come sulla scelta degli attori.

  3. Giuseppe81

    In qst primo film di Ozpetek, c sn già tutti i pregi (cm la direzione degli attori, la fotografia) e tutti i difetti (sceneggiatura a volte forzata e inconcludente, soprattutto nella 2 parte) della sua filmografia.

  4. zonavenerdi

    Il bagno turco è un film che mi ha cambiato molto e forse (proprio come voleva il regista) la mia opinione sui personaggi è cambiata più volte. Non solo; anche il finale che ci si può aspettare man mano si guarda il film cambia di volta in volta … Un gran bel film!

  5. Per me è il più sottile e affascinante dei film di Ozpetek , regista che amo molto e i cui film mantengono sempre un’ alta qualità. Vera protagonista del Bagno Turco è Istanbul col suo fascino millenario creato dal cosmopolitismo dei suoi abitanti, dalla sua collocazione geografica su molti mari , dal suo stile di vita che unisce occidente e oriente. Mehmet seduce Francesco con la naturalezza di chi è nato in una città che ufficialmente condanna l’omosessualità ma che da sempre la pratica con languorosi abbandoni proprio e sopratutto nei vecchi vaporosi hammam. Una città violenta che è travolta dai nuovi interessi speculativi immobiliari e dalle nuove mafie , fatto reso molto bene dal film. Bravi tutti gli attori. Il bel Mehmet e la D’Aloia sopratutto. Molto plausibile Gassman che scopre la sua vera identità e si innamora con giovanile abbandono.

  6. gayromano

    Magistrale l’esordio di Ozpetek, con un film azzeccato, toccante e…VERO soprattutto. Bellissimo il personaggio interpretato da Francesca D’Aloia: di una umanita’ e sensibilita’ sconvolgenti. E’ un film da rivedere ogni tanto.

  7. Brutto non è. Ma assolutamente neanche bello. Sicuramente la storia raccontata è in via d’estinzione in molti casi, il che lo rende tipico da anni novanta, ma la cosa che stupisce di più è la necessità di mettere sempre un morto o qualcosa di turco nei propri film da parte di ozpetek.è sicuramente un film d’autore ma queste storie troppo lente e quasi noiose, mai appassionate, raggiungono poke persone…speriamo in un vero salto di qualità da parte di ozpetek…

  8. Valmònt

    Geniale??? Oddio, resto perplesso di fronte a degli entusiasmi per un film che vale davvero poco, se non niente. Poi non sopporto che Ozpetek in ogni suo film debba sempre inserire qualcosa di turco: ma che rottura!!! Voto: 5 (per essere buoni!)

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Varie

A Roma Francesco e Marta, marito e moglie, gestiscono, insieme a Paolo, amico di vecchia data, uno studio che si occupa di ristrutturazione di interni. Un giorno Francesco, ricevuta dall’ambasciata di Turchia la notizia di avere ereditato un immobile da una certa zia Anita, parte per Istanbul e qui scopre che l’immobile è un hamam, cioè un bagno turco che la zia ha gestito per circa trenta anni. Entra in contatto con Osman, custode del bagno, e con la sua famiglia, la moglie, la figlia Fusun, il figlio Mehmet, che lo ospitano con grande calore. Deciso in un primo momento a vendere per tornare subito a casa, Francesco a poco a poco cambia idea, si appassiona all’edificio e decide di rimetterlo in piedi. Passa del tempo e Marta, che ha una relazione con Paolo, arriva a sua volta ad Istanbul per chiarire la situazione. Dopo alcuni alterchi col marito, una sera lo sorprende nell’hamam in atteggiamento affettuoso col giovane Mehmet. Il giorno dopo i due hanno una brusca spiegazione al termine della quale Marta, irata e sconvolta, decide di tornare. Ma, mentre sta per andare all’eroporto, arriva la notizia che Francesco è stato accoltellato a morte dai sicari della ditta di costruzioni che avrebbero voluto acquistare l’hamam per specularci sopra. Allora Marta pensa di restare ad Istanbul per continuare l’opera del marito.

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