Pim Fortuyn

Pim Fortuyn
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  • Luogo di nascita Olanda

Pim Fortuyn

Pim Fortuyn studiò sociologia alla Libera Università di Amsterdam divenendo poi assistente universitario di sociologia all’Università di Groningen e all’Università Erasmo da Rotterdam.

Il suo percorso politico fu relativamente atipico, perché fu membro del Partito Socialista, che tentò invano di aderire al Partito Comunista, del Partito del Lavoro (PvdA) e, alla fine, fondò un movimento liberal-conservatore[1] e antislamista, la lista Pim Fortuyn, definita di estrema destra da alcuni suoi avversari, etichetta che lui stesso ricusò formalmente. Fu paragonato a Jean-Marie Le Pen e soprannominato “Haider di Rotterdam” dai detrattori, ma egli respinse questi paragoni, dicendo invece di ammirare politici come il socialdemocratico Joop den Uyl e il presidente statunitense John Fitzgerald Kennedy. Definì la sua piattaforma politica come liberale, euroscettica, laica, a favore di libertà e diritti civili, deregulation, diritti LGBT (era omosessuale dichiarato da sempre) e delle donne, democrazia diretta, repubblicanesimo e di una politica antislamista.

Fortuyn venne assassinato da Volkert van der Graaf, un estremista ambientalista e animalista[5][6] nel 2002, poco dopo la fondazione del suo partito.

La sua omosessualità dichiarata contribuì a tenerlo a distanza dai numerosi partiti conosciuti per programmi che mettono l’accento sulla difesa dei valori della famiglia (religiosi o di estrema destra). Fu eletto capolista per il movimento di estrema destra Leefbaar Nederland (Olanda Vivibile) vincendone le primarie. In seguito, la direzione di Leefbaar Nederland, composta da Henk Westbroek, Willem van Kooten e Jan Nagel, trasformò il movimento in un vero e proprio partito. Fortuyn fece sapere di non approvare, ma non diede vita a polemiche.

Il 9 febbraio 2002 uscì un’intervista nel quotidiano “de Volkskrant” in cui Fortuyn affermava per l’ennesima volta di non essere razzista e di non voler espellere alcun immigrato, nemmeno i clandestini (al contrario del leader populista Hans Janmaat, a cui spesso veniva paragonato), ma che l’Olanda era troppo piena e i confini dovevano essere chiusi. Quando l’intervistatore gli fece notare che questa non era la linea del partito, Fortuyn rispose di non dover dare troppo peso a ciò che gli viene detto dal partito. La sera stessa Leefbaar Nederland organizzò una riunione straordinaria in cui deliberò la rimozione di Fortuyn da capolista. Alla sua uscita dalla riunione, Fortuyn pronunciò la frase: Vergis u niet. Ik word Minister-President van dit land! (“Non sbagliatevi. Io sarò Premier di questo Paese!”)

L’11 febbraio 2002, in vista delle elezioni legislative, Pim Fortuyn fondò un suo partito la Lista Pim Fortuyn (Lijst Pim Fortuyn, LPF), movimento che raccolse rapidamente numerosi membri e simpatizzanti di Leefbaar Nederland. La sezione di Rotterdam di Leefbaar Nederland si scisse mantenendo Fortuyn come leader. Nel marzo 2002, ottenne il 36% dei seggi a Rotterdam nelle elezioni per il consiglio di distretto, divenendo anche il primo partito della città dopo trent’anni di dominazione del partito social-democratico, che fu costretto all’opposizione.

Il 6 maggio 2002, a nove giorni dalle elezioni politiche, Pim Fortuyn fu assassinato da Volkert van der Graaf, militante della causa animalista ed ambientalista, all’uscita di una stazione radiofonica alla quale aveva appena concesso una intervista per la campagna elettorale. Questo assassinio ha causato una forte emozione nei Paesi Bassi: la regina Beatrice stessa ebbe ad esprimere la sua costernazione. Forse in parte anche a causa dell’emozione causata dall’omicidio, il popolo olandese accordò 1.614.801 voti all’LPF, che permise l’elezione di ventisei deputati alla camera bassa del Parlamento (pari al 17% dei centocinquanta seggi dell’assemblea). La LPF divenne anche il secondo partito olandese.

La squadra di calcio Feyenoord Rotterdam gli dedicò la vittoria della Coppa UEFA ottenuta pochi giorni dopo la sua morte.

Nonostante fosse entrata a far parte della coalizione di governo di Jan Peter Balkenende, il nuovo primo ministro democristiano, la Lista Pim Fortuyn, priva del suo capo, entrò rapidamente in una crisi che si concluse qualche mese più tardi con lo scioglimento della Camera bassa. In occasione delle elezioni del gennaio 2003, il partito subì infine un forte riflusso elettorale, raccogliendo 549.975 voti (5,7%) e otto seggi, passando dal secondo al quinto posto, ed essendo così confinato all’opposizione fino allo scioglimento, avvenuto nel 2008.

Pim Fortuyn amava molto l’Italia. Dopo i funerali, con rito cattolico, avvenuti nel paese natale, il corpo è stato sepolto in Italia, a Provesano frazione di San Giorgio della Richinvelda, in provincia di Pordenone, dove aveva una casa. Tale era infatti la volontà di Fortuyn, espressa quando ancora in vita. Sulla tomba è inciso il seguente epitaffio: Loquendi libertatem custodiamus (“custodiamo la libertà di parola”). Nel cimitero di Westerveld rimane invece solo una lapide commemorativa.

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