L'attore Wilson Cruz, intervistato da Advocate, ci spiega la sua morte e resurrezione in Star Trek Discovery

L’ultima serie Star Trek, dal titolo Discovery, ci ha regalato la prima coppia gay di tutta la saga, interpretata da Wilson Cruz (Hugh Culber) e Anthony Rapp (Paul Stamets) diventati ora personaggi regolari della serie. Grande la soddisfazione del pubblico LGBT appassionato alla serie che finalmente aveva anch’esso i suoi eroi. Verso la fine della prima stagione è però successo che il medico Hugh Culber venisse ucciso, con grande delusione del pubblico LGBT, troppo spesso abituato a veder morire i suoi eroi. Le varie proteste e manifestazioni contro questa morte hanno convinto il creatore originale della serie, Bryan Fuller (che in precedenza aveva con orgoglio difeso l’inserimento di personaggi gay nella serie, affermando che “Star Trek ha iniziato con una meravigliosa espressione di diversità nel suo cast … stiamo continuando quella tradizione”) ha trovato il modo di riportare in vita il nostro eroe.
Wilson Cruz, intervistato da Advocate, racconta il significato di questa resurrezione.

Nell’episodio “Santi dell’imperfezione” della seconda stagione attualmente in corso su Netflix (un episodio a settimana) Culber riappare (lo vediamo nudo e spaventato che sta fuggendo) e ci viene spiegato che era sopravvissuto all’attacco mortale del nemico (in un modo invisibile agli spettatori) grazie al bacio di addio di Stamets che involontariamente aveva così trasferito l’energia del suo sposo morente alla rete micellare alla quale a quel tempo Stamets era collegato. In questa rete però gli esseri senzienti fatti di funghi percepiscono Culber come un mostro, un nemico alieno e una minaccia per la loro sopravvivenza. Fortunatamente Stamets ( come Orfeo che nel mito greco scende agli inferi per salvare il suo amore) è in grado di trovare e salvare Culber .
Cruz ha espresso gratitudine agli sceneggiatori per questa mirabilante vicenda: “Scrittori e produttori dello show si sono dedicati con passione a questo salvataggio, hanno investito tempo e impegno nel raccontare questa storia, che non è stata trattata in modo minimale ma con forte dedizione e approfondimento”

[seguono spoiler]

Culber però non ritorna incolume dalla rete micellare. Sebbene il suo corpo sia più solido e forte grazie ad una ricostruzione genetica del suo DNA, Culber soffre mentalmente per le esperienze traumatiche subite. Al suo risveglio si scaglia contro il compagno Stamets e si allontano dai loro alloggi. Segue poi una rissa nella sala mensa della Discovery…

L’omofobia non esiste nel XXIII secolo, dove è ambientata la Discovery – sebbene le tensioni tra razze aliene come i Klingon e i Kelpian abbiano fornito dei paralleli per le varie forme di discriminazione dell’umanità.

Cruz ha spiegato che per prepararsi alla drammatica trasformazione di Culber ha dovuto immergersi nella cultura del trauma (ha ascoltato la musica della cantante folk Patty Griffin; letto il libro “The Road” di Cormac McCarthy, “utile nell’immaginare la disperazione e la desolazione della fine del mondo e la fine dell’esistenza”. Cruz, che non può raccontare oltre la trama, ha comunque rassicurato i suoi fans spiegando che il suo inquietante comportamento (compreso il rifiuto del suo partner) è solo l’inizio di un processo di guarigione che sarà esplorato in modo più dettagliato nei futuro Episodi.

Cruz fa un parallelo tra la sua storia di morte, demonizzazione e resurrezione con quanto ha vissuto il popolo LGBT nel mondo reale, dove i crimini dell’odio continuano ad aumentare.

I membri della comunità LGBTQ sono anche colpiti in modo sproporzionato da condizioni di salute mentale come la depressione e il disturbo da stress post-traumatico – in parte a causa dello stress legato alla paura della violenza e della discriminazione.
A stagione finita, Cruz spera che il suo personaggio possa fornire “un esempio di resilienza” per le persone LGBTQ sopravvissute a violenze e traumi. “Ecco chi siamo come persone. Se guardi alla storia delle persone LGBTQ in questo paese e in tutto il mondo storicamente, ci sono molti esempi di quando siamo stati attaccati e uccisi, emarginati e cancellati”.
Cruz indica la peggiore epidemia di AIDS, che ha vissuto da adolescente, come un potente esempio di come le persone LGBTQ hanno praticato la resilienza di fronte alla paura e all’odio della società. “Alla fine, la nostra risposta è stata, OK, come ci possiamo prende cuerra di noi stessi e portare noi stessi in un posto più sano, in modo da poter continuare la nostra battaglia verso l’uguaglianza?
Durante la crisi dell’AIDS, “abbiamo trovato i nostri alleati e abbiamo trovato forza l’uno nell’altro e nelle persone che ci amano per sopravvivere a qualcosa che ci stava uccidendo”, ha aggiunto Cruz. “Penso a Culber anche in questi termini: era stato ucciso e pianto e la gente era pronta ad andare avanti e ha trovato il modo per avere un’altra possibilità”.
Il viaggio di Culber – e la possibilità di avere un’altra occasione – entra in risonanza con Cruz, che ha dovuto esercitare la capacità di recupero nella propria vita e carriera. Quasi 25 anni fa, ha interpretato Rickie Vasquez in My So-Called Life , diventando il primo attore apertamente gay a interpretare un ruolo gay in una delle principali serie televisive americane. Tuttavia, questa rappresentazione storica ha avuto conseguenze. Cruz ha visto le sue opportunità svanire in un settore che non era pronto ad abbracciare apertamente gli attori LGBTQ, in particolare gli attori di colore LGBTQ.

“Mi sento come se fossi stato espulso alcune volte”, ha ammesso Cruz. Tuttavia, “Mi sento come se avessi ancora qualcosa da dire e penso che questo spettacolo mi stia dando l’opportunità di farlo, ma sai, ho dovuto affrontare le mie personali lotte e trovare un modo per supportarmi fino a quando l’opportunità di fare ciò che amo si è presentata”

Cruz ha contribuito alla creazione del suo ruolo in Star Trek: Discovery, parlando con il suo co-creatore, Bryan Fuller, con cui aveva lavorato in precedenza. Ultimamente ha spinto le sue mire più in alto, proponendosi per il ruolo del primo supereroe gay della Marvel.
“Sto mettendo meno limiti alle mie aspettative per me stesso di quanto non abbia mai fatto nella mia carriera perché ora sento di credere in me stesso”.
Cruz ora pensa di poter fare “ancora di più” su Discovery, dove spera che il suo personaggio fornisca una luce guida per coloro che soffrono di problemi di salute mentale. “Penso che quando le persone sentono gli effetti della depressione, possono sentirsi senza fine, come in una fossa oscura dalla quale potresti non venire mai fuori”, ha detto. “Penso che sia importante vedere e ricordare che quei momenti possono essere e sono temporanei – e che possiamo vederci uscire da quell’oscurità verso un giorno migliore”.

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