Televisione

"Special", dal best seller di Ryan O'Connell una nuova serie a tematica distribuita da Netflix dal 12 aprile


(lo scrittore gay Ryan O’Connell)

Dopo una forte competizione la Warner Bros Tv era riuscita ad acquistare i diritti sul libro autobiografico di Ryan O’Connell “I’m Special: And Other Lies We Tell Ourselves“, pubblicato da Simon & Schuster nel 2015 e diventato subito un bestseller.
Ryan, omosessuale con leggera disabilità cerebrale, è stato un blogger molto seguito su You Tube. Ha avuto una vita non proprio facile, impossibilitato a lavorare ha cercato sfogo online, attraversando momenti duri. Ha avuto stage senza sbocchi, ha cercato l’amore online, speso soldi in centinaia di oggetti ‘necessari’ come le ‘candele’, toccando anche il consumo di droghe. Attraverso errori e cadute è arrivato all’età adulta con un bagaglio di esperienze che l’hanno poi portato al successo. Oggi O’Connell è uno scrittore e sceneggiatore: ha lavorato per le serie TV “Diario di una nerd superstar“, “Daytime Divas” e “Will & Grace“.

L’attore gay dichiarato Jim Parsons (The Big Bang Theory), il suo compagno Todd Spiewak e lo stesso Ryan O’Connell sono produttori esecutivi di una serie commedia ispirata al libro di Ryan, diventato in breve tempo una specie di manifesto dell’ultima generazione di giovani cresciuta in un mondo completamente cablato, sovraffollato e sottoccupato. Ryan O’Connell, oltre ad essere produttore esecutivo è anche sceneggiatore e protagonista. La regia è affidata a Anna Dokoza. Nel cast ci sono anche Jessica Hecht, Punam Patel, Marla Mindelle, Augustus Prew e Patrick Fabian.

La prima stagione della serie, intitolata “Special”, composta da otto episodi e prodotta da That’s Wonderful Productions insieme a Stage 13 di Warner Bros Digital Networks e Campfire, verrà distribuita da Netflix dal 12 aprile 2019.


(Todd Spiewak e Jim Parsons)

Riportiamo una sintesi dalla prefazione del libro di Ryan O’Connell, che speriamo di vedere presto pubblicato in italiano

Nella prefazione al libro Ryan dice, rivolgendosi ad un qualsiasi millennial:

… Non hai mai pensato nemmeno per un secondo che questo mondo non fosse stato costruito per te, per tutte le tue esigenze. Quindi ringrazia Internet, SNS, Skype, Instagram, Grindr e Tinder che ti hanno offerto una comunicazione terrificante. Ringrazia la solitudine che irradia da uno schermo luminoso del pc e l’amara sorpresa che deriva dall’avere centinaia si amici su Facebook e non una singola persona con cui andare a cena. Ringrazia i tuoi genitori che hanno voluto darti di tutto e di più, tutto quello che i loro genitori non avevano potuto dare loro, ti hanno inondato di lodi perchè i loro genitori non l’avevano mai fatto con loro. Ma questi genitori cercando di proteggere i loro bambini dalla confusione della vita, hanno in realtà creato una generazione destinata a cadere su ogni cagata di cane.
Ma tu sei speciale perchè quando esci con qualcuno puoi subito mettere la tua storia su Facebook, per parenti ed amici che quando ti guarderanno sulla tua pagina un po’ del tuo sperma entrerà nei loro occhi. Sei speciale perchè hai tanti premi, ottenuti quando hai partecipato a tante attività extrascolastiche che ti hanno convinto di essere sulla buona strada per il successo. Sei speciale perchè hai un blog, perchè ricevi cinque messaggi ok-cupid al giorno, o perchè qualcuno ha messo una tua foto sul suo sito web. Sei speciale perchè 212 persone ti seguono su Twitter e tu ne segui 126. Sei speciale perchè sei cresciuto credendo di poter fare tutto ciò che volevi. Anch’io sono speciale: ho frequentato tutti i ragazzi marci, ho iniziato storie che non portavano da nessuna parte, ho una dipendenza dalla moda, ho bevuto tutto il vino e inghiottito tutte le droghe. Ho trattato la mia vita come se fosse un esperimento e poi, poi mi sono sorpreso quando tutto mi è saltato in faccia.
Stupido vero, probabilmente perchè oltre ad essere un tipico giovane psicopatico, sono ritardato. Si, davvero, sono nato con una lieve paralisi cerebrale, che mi fa camminare con zoppia e ho piccoli danni al cervello. Ma nonostante la mia disabilità sono davvero come te. Sono una persona che sta cercando di smettere di abbuffarsi di pene velenoso, e che sta imparando ad amarsi. Non è facile. Ai Millennial è stato detto ripetutamente che siamo il fallimento di un’intera generazione, e molti hanno incominciato a crederci. Ma se guardi indietro noterai che ogni generazione è stata esaminata e stereotipata, per cui non devi preoccuparti. Se lo fai puoi smettere di preoccuparti di essere la persona che il mondo si aspetta che tu sia e iniziare a capire chi sei veramente.
Per comprendere perchè sei come sei, devi tornare all’inizio e dare un’occhiata lunga e dura alla tua famiglia… Mi ricordo la prima volta che mio padre ha imparato che potevo essere gay. Avevo 14 anni e mia sorella, tornata a casa dal college per le vacanze di Natale, mi ha dato un’occhiata e ha detto: “Lo sai che sei gay, giusto?”. Io le urlai: “No, non lo sono” mentre pulivo la polvere dal mio album di Billie Holiday rimettendolo con cura nella custodia. “Va tutto bene, Ryan! Sii te stesso!”. “Io sono me stesso. Non credo sia umanamente possibile essere nessuno tranne me”. In quel momento mio padre entrò nella stanza sfregandosi gli occhi e ci chiese che diavolo stava succedendo. “Niente papà, sto solo dicendo a Ryan che va bene essere gay”. “Ryan è gay?”. La sua faccia divenne bianca come un fantasma. Visioni di suo figlio che parla di Madonna e che fa sesso anale danzavano nella sua testa. “No, non lo sono. Lo prometto!”. “Significherebbe qualcosa se lo fosse?”. Sbuffò mia sorella. “Voglio dire, io sono bisessuale”. “Tu sei cosa?”. “Sì”. Lei sorrise con aria di sfida. “Ho una ragazza di nome Sky”. “Aspetta un secondo; pensavo avessi un ragazzo di nome John”. “Infatti ce l’ho. Si chiama essere in una relazione poliamorosa, papà. Non ne hai mai sentito parlare?”. “Oh Gesù. Cos’è questa cazzata? Torno a letto”. Mio padre è un gigantesco orsacchiotto liberale, ma è ovvio che proviene da una generazione molto diversa dalla nostra. Quando decise di avere figli, non penso che considerasse nemmeno la possibilità di avere una figlia bisessuale e un figlio gay con una disabilità”…


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