Cinema

CGNEWS - "She's Gotta Have It": un'altra serie, anche divertente, da non perdere su Netflix

“She’s Gotta have it”: una interessante e stuzzicante serie disponibile su Netflix

Le serie tv stanno diventando sempre di più un banco di prova per affermati registi (e attori). Non poteva mancare Spike Lee, attore e regista tra i più impegnati, con uno stile tutto suo che ha inaugurato col suo primo film “Lola Darling”, un nuovo modo di indagare sui costumi e le relazioni del popolo nero (ma non solo) nell’America contemporanea. La serie distribuita e prodotta da Netflix ha lo stesso titolo e praticamente la stessa storia raccontata dall’omonimo film. Quando il film uscì nel 1986 era uno dei pochi titoli di quegli anni ad avere quasi ovunque quattro o cinque stellette di critica. Girato in un bellissimo bianco e nero (con una sola scena a colori, ma non all’altezza delle altre) era uno dei primi film ad affrontare, fuori dagli stereotipi, la vita di una donna nera alla ricerca della propria libertà ed affermazione. La serie, come dicevamo riprende gli stessi protagonisti, la coraggiosa Nola (DeWanda Wise), che qui è un’aspirante pittrice (nel film lavorava nella pubblicità), e i suoi tre amanti, Mars Blackmon (Anthony Ramos, mentre nel film era interpretato dal regista stesso), un giovane portoricano che ha la capacità di divertire Nola anche fuori dal letto, Greer Childs (il fascinoso Cleo Anthony) che da modello è diventato un ricercato fotografo, assoluto narcisista che non riesce ad andare oltre il proprio fascino, Jamie Overstreet (Reimond Hicks), il più anziano dei tre, con un matrimonio in crisi (nel film nascondeva a Nola un’altra amante e alla fine risultava essere il preferito), che non sa come risolvere. Nella serie abbiamo aggiornamenti sulle varie tematiche affrontate (il ruolo della donna, il maschilismo, la libertà sessuale, l’amore e il sesso, il poliamore, ecc.), in particolare su quella omosessuale. Nel film Nola, in crisi coi tre uomini, cercava conforto dall’amica Opal Gilstrap, che le consigliava di chiudere con gli uomini e di provare un’esperienza lesbica con lei, ma Nola, sebbene incuriosita, alla fine rifiutava. Oggi invece Nola ci regala un’intero episodio (il quarto) all’amore con Opal (Ilfenesh Hadera), con anche il breve inserimento di una coppia gay (che però ha paura a rivelarsi ai genitori). Anche Opal, come i tre uomini, vorrebbe che Nola fossa tutta per lei, ma a differenza degli altri capisce che Nola non è ancora matura per una scelta definitiva, nonostante sia proprio Nola a proporsi come sua compagna esclusiva. Anche il finale della serie resta aperto (come nel film), forse in attesa di una seconda stagione, che secondo quanto si lascia trapelare, potrebbe essere a dominanza lesbica. Ottima la colonna sonora, con la curiosità che dopo ogni brano viene mostrata la copertina del disco, bravi gli attori, sempre interessante la storia anche se meritava qualche approfondimento in più (visto lo spazio disponibile). Alcuni momenti sono godibilissimi (come la scena dello spettacolo con l’amica che si è fatta gonfiare i glutei, o il balletto dell’episodio finale) e complessivamente si dimostra una buona serie che però non risulta altrettanto innovativa come fu il film alla sua uscita.

L’attrice e scrittrice Marja-Lewis Ryan, lesbica dichiarata, chiamata a scrivere e pilotare la nuova stagione di “The L Word”

Completato il cast di autori e attori della nuova stagione (sequel) di The L Word. A capitanare la sceneggiatura è stata chiamata l’attrice e scrittrice dichiarata Marja-Lewis Ryan (The Four-Faced Liar), che è anche produttrice esecutiva insieme a Ilene Chaiken, la creatrice della serie, Jennifer Beals, Katherine Moennig, e Leisha Hailey, queste ultime tutte protagoniste principali della serie originale, presenti anche nella nuova edizione. La Ryan ha dichiarato: “Sono entusiasta dell’opportunità che mi viene offerta di indagare nelle nuove generazioni queer. Non riesco ad immaginare niente di più attrattivo della scrittura di questo show. Ilene e le tematiche di “The L Word” mi hanno convinto dell’importanza di questo di questo lavoro. La nuova stagione mostrerà come si siano evoluti i personaggi e le situazioni della comunità, con molte novità (ma non tutto sarà cambiato).
Showtime, che produce la serie, ha scelto la Ryan dopo aver interpellato ed esaminato diversi scrittori che avevano dei legami con la comunità lesbica. Una spinta ad accelerare i lavori, dopo l’annuncio fatto a luglio, è venuta anche dalla comunità LGBT che sul web si è dimostrata entusiasta della ripresa di una serie storica (2004-2009)

Amazon produce una serie tratta dalla saga de “Il Signore degli anelli” (che dovrà avere il successo di “Il Trono di spade”)

Amazon, capitanata da Jeff Bezos (l’uomo più ricco del mondo), non si lascia intimorire dalla crisi di produzioni come “Transformer” e dall’avvicendamento di ben tre direttori di Amazon Prime Video nel giro di un paio di mesi (tutti causati da denunce scandalistiche) e sta impegnando ingenti capitali per una nuova serie che, nelle intenzioni di Bezos, dovrà diventare il nuovo “Trono di spade”. Finora Amazon si è impegnata in serie che hanno riscosso giudizi di critica molto positivi, ma destinate ad un pubblico di nicchia (Transparent, Mozart in the Jungle). Adesso si vorrebbe conquistare il grande pubblico. Per questo è già stato stipulato un accordo dal valore di 200 milioni di dolllari (l’ultima stagione de Il Trono di Spade dovrebbe costare ‘solo’ 150 milioni) per i diritti su una serie tv tratta dalla saga del “Signore degli anelli”, forse un prequel. Amazon sembra quindi decisa a proseguire nella concorrenza a Netflix (ma non solo), che pure era in gara per l’acquisizione dei suddetti diritti, e sta pensando ad un canale/app totalmente gratuito ma con pubblicità (al momento per fruire di Prime Video bisogna pagare 19,99 euro annuali).

In arrivo la terza stagione di “The Magicians”

Pubblicato il trailer (in originale) della terza stagione di “The Magicians”, la serie ricavata dall’omonimo romanzo di Lev Grossman, pubblicato in italiano col titolo “Il mago”. La serie viene trasmessa da dicembre 2016 su TIMvision. Nella serie, tra i protagonisti principali, abbiamo il personaggio di Eliot Waugh, interpretato da Hale Appleman, uno studente di studente di Brakebills che fa da mentore al protagonista Quentin. E’ una figura stramba, gay dichiarato, capo della Casa dei Fisici (dove risiedono Quentin e gli altri). Apparentemente sembra incurante di qualsiasi cosa e interessato solo al proprio divertimento ma in realtà stringe forti legami con i ragazzi che lo porteranno a compiere scelte inaspettate. Questa la trama della serie (da Wikipedia):
Quentin Coldwater è un inquieto ragazzo alle prese con le ansie derivanti dall’immaginare il proprio futuro all’inizio degli studi universitari. Per combattere anche sintomi di depressione, è solito rifugiarsi nell’universo immaginario della sua serie di libri preferita, Fillory and Further, una saga la cui storia di svolge in un fantastico universo parallelo a quello reale, Fillory, con similitudini con il mondo di Narnia. La sua vita viene stravolta quando viene invitato ai test di ammissione di una prestigiosa quanto segreta scuola di magia, l’unica in Nord America, il Brakebills College for Magical Pedagogy. Ai test, insieme a Quentin, viene invitata anche la sua migliore amica Julia, che tuttavia non riesce a superarli. Quentin si ritrova quindi a frequentare la scuola, dove si avvicina in particolare a Alice Quinn, una ragazza proveniente da una famiglia di rinomati maghi che si è iscritta per scoprire quanto avvenuto al fratello, presumibilmente morto mentre frequentava la stessa struttura. A Brakebills apprende presto non solo che la magia è reale, ma anche che lo è il mondo di Fillory, dal quale proviene una grave minaccia per l’umanità intera. Nel frattempo Julia, che non si arrende all’idea di rinunciare al mondo della magia, viene reclutata da un’associazione segreta di stregoneria.

Il coming out del campione di nuoto Mark Foster

Ha riempito le cronache delle pagine sportive dei media di mezzo mondo, il coming out (peraltro atteso da tempo) del sei volte campione del mondo di nuoto Mark Foster che ha dichiarato: “Non è che io sia stato costretto a dichiarami gay. E’ che sono stanco di continuare a mentire dicendo solo delle mezze verità. Una cosa che mi fa solo star male, che mi fa male. Sono ormai un 47enne, un uomo di mezza età, e non ho più il problema delle competizioni. Non sono comunque il primo sportivo a dichiararsi.  Gareth Thomas e Tom Daley hanno aperto la strada. Io ho titubato, girato intorno al problema, per così tanto tempo, come se stessi giocando con me stesso ed il mondo intero. Ho partecipato e sostenuto a diverse campagne contro il bullismo omofobico, ma l’ho sempre fatto senza venire del tutto allo scoperto. Se in passato non fossi stato preoccupato da questa cosa forse avrei vinto più gare (molte le ho perse per pochi centesimi di secondi), anche alle olimpiadi.”

Un’altra vittoria per “Chiamami col tuo nome” di Luca Guadagnino

Dopo aver trionfato agli Spirit Awards, il film-capolavoro di Luca Guadagnino vince anche il massimo premio, come miglior film, ai Gotham Independent Film Awards, dove ottiene anche il premio come miglior attore emergente andato al giovanissimo Timothée Chalamet. I Gotham sono i premi dedicati al cinema indipendente con lo scopo di onorare la comunità cinematografica e sostenere il lavoro dell’associazione no-profit IFP (Indipendent Feature Project) attiva dal 1979. I film candidati sono selezionati da critici e programmatori di festival estranei alle produzioni e distribuzioni cinematografiche. Lo scorso anno il film gay Moonlight, prima di vincere l’Oscar, aveva vinto questo premio. Speriamo che la cosa sia di buon auspicio (anche se è difficile che l’Academy premi per due anni consecutivi un film gay). Intanto il film di Guadagnino sta riempiendo le pagine degli spettacoli dei media americani (con Armie Hammer terrorizzato dalle scene di sesso gay che doveva girare), oltre ad essere già stato inserito tra i dieci migliori film dell’anno dal National Board of Review, la più prestigiosa rivista di critica americana.

Di seguito il calendario dei prossimi importanti premi cinematografici:

• 6 Dicembre: Critics’ Choice Film nominations
• 11 Dicembre: Golden Globes nominations
• 7 Gennaio: Golden Globes
• 9 Gennaio: BAFTA nominations
• 11 Gennaio: Critics’ Choice Awards
• 23 Gennaio: Oscar nominations
• 18 Febbraio: BAFTAs
• 4 Marzo: Oscars

“Big Little Lies” da mini-serie, diventa una serie regolare con la seconda stagione già in cantiere

Big Little Lies” premiatissima serie (otto premi Emmy) che vanta protagoniste del calibro di Reese Witherspoon, Nicole Kidman, Shailene Woodley e Laura Dern è stata una delle serie più acclamate da critica e pubblico del corrente anno. Tutti i sette episodi di quella che era definita una mini-serie, sono stati diretti da Jean-Marc Vallée, già regista di C.R.A.Z.Y. e di Dallas Buyer Club. In quella che ora diventa una prima stagione avevamo pochi riferimenti LGBT, una coppia gay che resta sempre sullo sfondo, e un barman che tutti credono gay ma che alla fine potrebbe non esserlo (per noi rimane gay) che compare di sfuggita in pochi episodi. Questa seconda stagione sembra sia stata voluta dalle principali protagoniste Witherspoon e Nicole Kidman che sono anche produttrici e dovrebbe riprodurre l’intero cast, regista compreso (che prima si diceva contrario).

Anche la bellissima mini-serie “The Night Of” dovrebbe avere una seconda stagione, ma questa non avrà lo stesso (bravissimo) protagonista Riz Ahmed.


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