Cultura

A Cagliari la terza edizione del Festival "Le lesbiche si raccontano"

 

Dal 24 al 26 marzo al Lazzaretto di Cagliari la terza edizione del Festival “Le lesbiche si raccontano“, iniziativa di USN|expo – Sardinia Queer Short Film Festival XIVed.

Dopo due edizioni che hanno suscitato interesse ed entusiasmo, riproponiamo l’appuntamento in una veste ancora più incisiva ed energica, nell’ottica di proseguire il percorso avviato e approfondire tematiche tanto sentite quanto poco dibattute.

Il filo trasparente che conduce i lavori di questa edizione è qualcosa di cui tutte e tutti abbiamo esperienza ogni giorno, ovvero  il corpo.

Affronteremo questo tema con l’ausilio di più sguardi e prospettive, attraversando l’immenso oceano dei paradigmi culturali imposti per arrivare al concetto di autodeterminazione e affermazione come massima espressione della persona.

Venerdì 24 marzo

Il ricco calendario di eventi avrà luogo nella suggestiva cornice del Lazzaretto di Cagliari, con ospiti di eccellenza, come le registe Marilisa Piga e Nicoletta Nesler , autrici di Lunadigas , che  da venerdì 24 marzo alle 18, renderanno disponibili per tutta la durata del festival, alcuni estratti del loro vastissimo archivio di interviste che analizzano un mondo ancora sommerso, ovvero quello delle donne senza figli. Sempre nella serata di venerdi sarà inaugurata la mostra fotograficaBody Positive – perché ogni corpo vale” che raccoglie 66 scatti di alcuni dei più importanti lavori a livello mondiale sul movimento del Body Positive, una corrente femminista che incoraggia le persone ad adottare un atteggiamento più clemente ed affermante nei confronti del proprio corpo.

Concluderemo la serata di venerdì con la proiezione alle 20.30 del film “First girl i loved” del regista e scrittore Kerem Sanga.

La 17enne Anne (Dylan Gelula, vista in “Unbreakable Kimmy Schmidt”), vive con la madre single (Pamela Adlon, premiata agli Emmy), è appena entrata alle superiori e sa già perfettamente che non prova alcun interesse per i ragazzi. Il suo migliore amico, Clif (Mateo Arias), non è a conoscenza delle preferenze di Anne e coltiva una segreta passione per Anne. Anne mostra invece una particolare attenzione per la più popolare giocatrice di softball della scuola, Sasha (Brianna Hildebrand), e quando Clif se ne rende conto (Anne si confida con lui per ottenere conforto), s’impegna al massimo per sabotare la loro potenziale relazione. Sasha, da parte sua, è troppo spaventata e confusa per rendersi conto del vero significato dell’amicizia sempre più intima che sta stringendo con Anne. Ma quando certe scelte verranno fatte più per ripicca che per altro, le cose diventeranno assai più complicate di quanto ciascuno dei tre potesse immaginare… Sembrerebbe che ci troviamo davanti al solito triangolo lui ama lei ma lei ama un’altra, invece il film vuole raccontarci molto di più, soprattutto della protagonista e di tutto quello e quelli che la circondano. La tecnica usata dal regista (strano che registi maschi riescano  ad entrare così bene nell’intimo femminile – vedi, ad un livello decisamente superiore,  “La storia di Adele”) è assai originale, anche se inizialmente può sembrare disturbante il continuo avanti e indietro nel tempo, che però, a posteriori, riesce a farci capire i sentimenti che sorreggono le azioni e le parole dei protagonisti. Soprattutto la confusione, gli imbarazzi, le difficoltà di fronteggiare le proprie paure e incertezze, nel marasma delle varie situazioni che mettono in gioco anche parenti, amici e compagni di scuola (peccato che per alcuni di questi non si possa sapere di più). La centralità del film rimane però sui personaggi di Anne e Sasha, con quest’ultima che vuole essere felice ma è anche preoccupata di cosa pensano gli altri e quindi propensa a nascondersi anche a se stessa. Come nella sequenza, fondamentale, della foto che finisce sull’annuario, evento che diventa il momento della verità per tutti. Bravissima Dylan Gelula (Anne) a farci arrivare il sentimento della lotta e del dolore che la pervade così come la genuinità del suo rapporto con Sasha, una chimica magica che ci ha fatto subito innamorare delle due protagoniste.

 

Sabato 25 marzo

alle 10 si inaugura la seconda edizione de “ Il mercato di Via Queer”, un angolo per lo shopping in cui potrete trovare  oggetti realizzati da hobbist* e creativ* Sardi.

Sempre alle 10 ora inizia il laboratorio di autodifesa condotto da Laura Fossati, con introduzione della Dott.ssa Roberta Bono, psicologa presso il centro antiviolenza Donna Ceteris di Cagliari. Alle 17.30 si terrà la conferenza “ Corpo di donna: tra oggettivazione e autodeterminazione”. Interverranno la Dott.ssa Ester Cois, la Dott.ssa Cristina Cabras e la Dott.ssa Giovanna Coi. Al termine della conferenza ci sarà una rappresentazione teatrale con Vanessa Aroff Podda. La serata procede con un’anteprima del laboratorio di Drag Kinging, attraverso una performance di Marianna Bianco. Dalle 20 aperitivo di autofinanziamento con Alice Marras e Federico Valenti e dalle 22 il Dj set di Nostal Chic.

 

Domenica 26 Marzo

alle ore 10, il festival riabbraccia il laboratorio organizzato da Famiglie Arcobaleno e Studio Psynerghia  “Passaporta per quale futuro?  Laboratorio per bambin* sulla rappresentazione di sé alla scoperta delle tante professioni possibili”. Attraverso il disegno, le bambine e i bambini rappresenteranno se stessi immaginando un futuro possibile; tra gioco e magia sperimenteranno che non ci sono lavori da maschio e lavori da femmina ma solo lavori e che ,se questi appassionano, permettono una piena realizzazione dell’individuo. Sempre alle 10 inizierà il laboratorio Drag Kinging a cura di Bianco, una delle fondatrici del collettivo Eyes Wild Drag, che dal 2007 lavora nella sperimentazione dei generi, dei ruoli e dell’immaginario erotico, rappresentando la principale espressione drag condotta da donne in Italia. Il primo pomeriggio, alle 14, inizia in modo energico con laboratorio di autodifesa di condotto da Laura Fossati con introduzione della Dott.ssa Roberta Bono. Alle 17 ci sarà l’incontro “ Salute sessuale, profilassi e ciclo mestruale: parliamo insieme”: una lezione autogestita, di condivisione, per esplorare temi di primaria importante che ancora oggi vengono trattati come tabù.

Alle 20.30 il Festival conclude il suo weekend di incontri con la proiezione del film “3 generations- una famiglia quasi perfetta” con la regia di Gaby Dellal e la partecipazione di Elle FanningNaomi Watts e Susan Sarandon.

 

Il film, prodotto da Big Beach (Little Miss Sunshine), è una originale esplorazione delle problematiche connesse all’identità di genere, centrato sull’adolescente Ray (Elle Fanning, Maleficent) che vive a New York con la madre single Maggie (Naomi Watts, Mulholland Drive), decisa ad iniziare il processo di trasformazione da femmina a maschio. La madre, che non riesce ad abbandonare la casa in cui è cresciuta, ha molte difficoltà ad accettare la trasformazione della sua unica figlia, mentre la nonna Dolly (Susan Sarandon, già lesbica nell’ultimo film girato, Tammy), una sveglia manager che condivide la sua casa in pietra arenaria con la compagna Frances, ha molta comprensione ma nello stesso tempo sta vivendo una difficile crisi con Frances. Storia divertente e toccante che mette a confronto tre generazioni di donne e ci mostra come in ogni fase della nostra vita sia faticoso rimanere fedeli a se stessi. Naomi Watts è anche produttrice esecutiva del film. Il film esplora l’universo transgender, questa volta ambientato ai nostri giorni. Dalla recensione di Mattia Pasquini (Film.it): “Polemiche sciocche, strumentali, ma facili da prevedere per un film che si fonda sull’orgoglio della propria identita’ sessuale e della forza d’animo necessaria per riuscire a farsi riconoscere dal mondo per come ci si sente e non per come si è nati. Non facile per un adolescente “nato nel corpo di una ragazza”, ma fortemente intenzionato a intraprendere la terapia ormonale necessaria a raggiungere lo scopo di diventare maschio a tutti gli effetti. Questa la spina dorsale del film, che però non ne esaurisce i livelli e i motivi di interesse. Tenuto vivo, intanto, dal poker di protagoniste. Accanto alla Fanning infatti duettano Naomi Watts (la madre) e Susan Sarandon (la nonna, al fianco della compagna di vita Frances) in una casa piena di “jazz, colori e caos”. E donne. Tutte sensibili e pronte a sostenere il/la nipote nella sua faticosa lotta; al pari di Harvey Weinstein, produttore da sempre di film ‘furbi’ e costruiti ‘per l’Oscar’.”

 

Il festival “Le Lesbiche si raccontano 2017” rientra nel lungo calendario di iniziative legate a USN|expo – Sardinia Queer Short Film Festival XIVed., organizzato dall’Associazione ARC Onlus, dal Circolo del Cinema ARCinema – F.I.C.C. e dalle Associazioni Studentesche universitARC e Sardegna Queer, grazie ai contributi della Regione Autonoma della Sardegna – Assessorato alla pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport; alla Fondazione di Sardegna, al Comune di Cagliari e all’ERSU – Ente Regionale per il Diritto allo Studio Universitario di Cagliari, e grazie al sostegno della Sardegna Film Commission e della Federazione Italiana Circoli del Cinema.

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