"PRECIOUS" DI LEE DANIELS

Arrivato dopo quasi due anni nelle nostre sale uno dei film indipendenti più premiati e osannati sia dalla critica che dal pubblico dei festival. Il film, oltre ad un regista gay e ad un importante personaggio lesbo (foto a lato), ha tutto quello che serve per ammaliare il pubblico lgbt.

Questo film, “Precious”, appartiene alla categoria dei miei film preferiti, quelli che con pochissima storia riescono ad inserirti sia dentro ad un perfetto quadro d’ambiente che dentro all’anima dei protagonisti. L’unico difetto che abbiamo trovato nel film è che la seconda parte si conclude con troppa fretta, con soluzioni un po’ troppo repentine, quasi documentaristiche, ma forse quest’impressione dipende dal fatto che noi avremmo voluto che il film non finisse mai.

Bisogna anche dire che eravamo molto ben disposti verso un film che ha accumulato una lunga serie di premi (sei candidature all’Oscar dove ne ha vinte due, attrice e sceneggiatura; al Sundance vince il Premio del Pubblico e il Gran Premio della Giuria; Golden Globe, GLAAD, ecc.), ha un regista gay dichiarato e tra i protagonisti principali una splendida e fin troppo positiva lesbica.

Eppure il film, nonostante ci racconti una storia non nuovissima per lo schermo, ci ha assorbiti dall’inizio alla fine, facendoci entrare (emulando un po’ la protagonista) nel mondo di quelle favole liberatorie che dopo tante atrocità ci ripagano con finali esaltanti. Merito di una regia calcolata (per alcuni critici è un demerito) che ha saputo raccontarci una vicenda tristissima senza cadere nel disperato lacrimevole, aiutandosi con gioiose musiche che sdrammatizzano e soprattutto con gli intermezzi onirici della protagonista (che capovolgono la realtà trasformandola in un mondo principesco e fantastico con lei star amata e rispettata).

La storia, ricavata dall’omonimo libro di Sapphire (edito in Italia da Fandango), ci presenta una ragazza 16enne che pesa un quintale e mezzo (ma quando vediamo il suo viso che riempie lo schermo ci sembra una meravigliosa venere nera), vive con una madre padrona che la picchia e umilia senza pietà (la scena di quando le getta addosso il televisore è da brivido), si ritrova per la seconda volta ingravidata dal padre (che le prometteva di sposarla, sic!, mentre la madre l’assaliva con frasi del tipo “Solo perché quello ti ha dato più figli che a me ti senti speciale, brutta troia?”), ha già avuto un figlio down, è semianalfabeta, ma, nonostante tutto questo, non si è ancora arresa alla vita e alla speranza di una vita migliore.
Costretta a cambiare scuola, si ritrova per la prima volta in un’ambiente (la scuola differenziata) che riesce a farla parlare della sua vita (per la prima volta, quasi come fosse un coming out) davanti agli altri. Grazie all’aiuto della maestra Ms. Rain, interpretata da una bellissima Paula Patton, Precious inizia un difficile percorso di emancipazione dall’ignoranza e dalla sottomissione materna…

Non è per caso che Ms. Rain si senta in fondo così vicina a Precious tanto da fare di tutto per trovarle una sistemazione. Siamo negli anni ’80 e non deve essere stato semplice nemmeno per lei, omosessuale, costruirsi una vita e convivere con la sua compagna. Precious non si scandalizza quando viene a sapere che Ms. Rain è lesbica, dopo un attimo di stupore si sente ancora di più inserita in questa nuova famiglia dove l’amore è l’unica regola che conta, e insieme si può fronteggiare il mondo intero. Anche per Precious e per i suoi due figli ci può finalmente essere un futuro.

Il regista Lee Daniels, che in ogni intervista riesce sempre a sottolineare la sua omosessualità, ha raccontato che quando lesse il libro della Sapphire riuscì subito a comprendere il dramma di quella ragazza così diversa e così oppressa, ricordandosi anche di quando era ancora piccolo e suonò alla porta di casa una bambina nuda e sanguinante che era stata picchiata dai genitori e non voleva più tornare a casa.

Il film riesce, senza moralismi o ipocrisie o falsi pietismi, a presentarci una storia cruda e quasi abominevole, che negli USA non è stata accolta bene dal popolo nero (il motivo sarebbe che i panni sporchi si dovrebbero lavare in casa senza sbandierarli, sic!) con uno spirito originale e accattivante grazie anche ad un cast perfetto che oltre ad una stupefacente Gabourey Sidibe (chissà perchè hanno premiato più Mo’Nique, la madre, pur bravissima, che lei) ed una misurata ma efficacissima e amabilissima Paula Patton nel ruolo lesbo, ci regala splendidi camei di Lenny Kravitz (un infermiere che fa impazzire le amiche di Precious) e di Mariah Carey nei panni di un’assistente sociale. Ricordiamo che tra i produttori del film figura anche Oprah Winfrey, che regala al film un tocco di militanza in più.

Qui sotto una immagine del film con la protagonista Precious insieme alla maestra lesbica Ms. Rain

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